Come un film, rigorosamente in bianco e nero, il 2015 della Juventus è trascorso tra emozioni forti, tra paure, timori, ma si è concluso comunque con tanta soddisfazione. Due nostri autori che si occupano di Juve, Giorgio Dusi Gennaro Totorizzo, si sono confrontati su molteplici temi riguardanti l'anno trascorso dalla Juventus, con un occhio già puntato a febbraio...

GIORGIO: Abbiamo chiuso un anno alla grandissima, pensare un anno fa di questi tempi a un 2015 del genere era difficile. Certo non impossibile, ma difficile. Tre trofei conquistati, e peccato che non ne siano arrivati altri, ci siamo andati davvero vicini...

GENNARO: Nell'estate 2014 in pochi avrebbero scommesso in un'annata così ricca di soddisfazioni. Allegri è sicuramente, in barba alle critiche, l'artefice di questo grandissimo cammino, è riuscito a portare la Juve in posti quasi dimenticati. Lì, in finale di Champions, a giocarsela tra le grandi.

GIORGIO: Assolutamente, più andiamo indietro nel tempo e più tutto appare così assurdamente improbabile. Conte che se ne va, Allegri che arriva a sorpresa e posta la squadra a un passo dal sogno. E per la serie "in barba alle critiche", lo sta chiudendo come l'ha iniziato questo anno. Riuscisse a cominciare così anche il 2016 sarà dura per tutti. Sicuramente la Juve è temuta, anche perchè pure quando era a 9 punti dalla vetta era data come favorita.

GENNARO: Giorgio, ci ho creduto dopo la sconfitta a Reggio Emilia e ci crederò sempre a questa rimonta. Insomma, tanti giocatori nuovi, molti moduli utilizzati, bisognava trovare solo la giusta quadratura, o "cuadratura" che dir si voglia. Credo che il nostro sia l'organico più forte e più in forma della competizione, ma è soprattutto l'affiatamento ritrovato nel gruppo l'arma in più...

GIORGIO: Assolutamente, sono d'accordissimo con te. Ho sempre difeso Allegri a spada tratta, così come i giocatori. Io c'ero, in quel di Reggio Emilia, e ti dico che il clima che si respirava tra i tifosi bianconeri era tutt'altro che positivo. Troppe critiche affrettate, troppe. In ogni caso io non chiedo alla squadra di vincere subito, anche perchè siamo nel primo anno di un progetto a lungo termine, probabilmente il culmine sarà raggiunto tra uno o due anni.

GENNARO: Io da tifoso spero sempre nella vittoria, soprattutto da tifoso bianconero. Finire in zona Champions dopo quattro anni di vittorie non sarebbe di certo un dramma, ma ci sarebbero troppi rimpianti visto il livello degli avversari quest'anno. Credo che siamo unicamente padroni del nostro destino. Ora propongo un gioco, a turno ognuno di noi dice un nome legato a questo 2015 e l'altro deve esprimere la propria opinione. Parti tu...

GIORGIO: Comincio io? Ok. Visto che Allegri l'abbiamo già citato, voglio fare l'hipster, almeno parzialmente, e dico Bonucci. Fa parte di quelli che ho sempre protetto, credo sia uno dei pilastri di questa Juve, la squadra prescinde tantissimo da lui. Vedi a Carpi, ha giocato male lui e tutti hanno fatto più fatica. Che dici?

GENNARO: Bonucci è stato uno dei pilastri della Juve della scorsa stagione ed è uno degli artefici di questa ripresa. Bravissimo nella fase di impostazione e in quella di contenimento, è migliorato tantissimo rispetto ai primi anni. Le critiche dei tifosi "occasionali" riguardanti la partita di Modena le trovo ingiuste e ridicole. Dallo screditamento di Mandzukic non abbiamo proprio imparato nulla... A proposito... Che ne pensi della Mandzo Revenge?

GIORGIO: Ecco, citi un altro dei miei protetti. Dal primo giorno dico che è uno che incide, che fa la differenza. Pagare un giocatore del genere solamente 17 milioni inoltre è un affare, a mio giudizio. Non mi ha sorpreso, anzi, non è mai male dire "ve l'avevo detto". Un po' come sta succedendo anche con Alex Sandro...

GENNARO: Acquistato al Fantacalcio, è il tipo di terzino che amo. Tanta corsa, tanta grinta, solidità nei contrasti, cross al millimetro. Molti (troppi) hanno detto che 25 milioni siano stati eccessivi per un difensore, penso invece che sentiremo parlare molto di lui negli anni venturi, sperando sempre con i colori bianconeri addosso. Un altro rebus di questa estate è stato Cuadrado: ha fatto cambiare molte volte "pelle" a questa Juve, all'inizio sembrava quasi che la squadra dovesse girare intorno a lui, ora invece...

GIORGIO: Oh, Alex Sandro, insieme a Danilo che ora sta al Real Madrid e a Jackson (Atletico), componeva l'ossatura del Porto che ha messo i brividi al Bayern nei quarti di Champions. Riguardo a Cuadrado, ora si è messo a disposizione. Per me è stato un acquisto fenomenale, è un giocatore fortissimo, utilissimo e anche duttile. La cosa buona è che non c'è diritto di riscatto, ma con il suo gradimento la società può andare a trattare con il Chelsea e strapparlo a una buona, buonissima cifra. Chapeau. Altra operazione per me eccellente estiva, Khedira...

GENNARO: Lancio una provocazione riguardante Cuadrado. Non ti sembra che l'inizio altalenante per non dire disastroso della Juve sia dovuto al fatto che Allegri abbia cercato in tutti i modi di inserire il colombiano nei titolari? 3-5-2, 4-3-3, 4-4-2... Khedira mi sembra invece un giocatore utilissimo, la sua esperienza non si discute, ma sembra esser fatto di cristallo. Sicuramente a Gennaio ci sarà bisogno di un rincalzo in quella zona di campo...

GIORGIO: No, perchè nella vittoria per 2-1 all'Etihad è stato uno dei migliori in campo per me. Ha dato garanzie, era il più in forma e troppe volte ci siam dovuti affidare a lui per rimanere a galla. Penso che l'inizio disastroso sia dovuto alle incertezze della retroguardia. In attacco sciupavamo troppo ma le occasioni c'erano eccome. Mancavano i meccanismi difensivi. Ricordi il gol preso col Chievo?

GENNARO: Quello sicuramente, ma il dato più preoccupante è che quello era l'unico reparto a non essere stato investito dalla "rivoluzione". Mancavano un po' i meccanismi dappertutto, ma penso che i continui cambi di modulo non abbiano aiutato a velocizzare l'apprendimento dei nuovi movimenti. La qualità di Cuadrado non si discute assolutamente. Parlando di "rivoluzione" mi vengono in mente certi nomi "agrodolci", uno lo affronteremo proprio a Febbraio...

GIORGIO: Non farmi dire nulla sul sorteggio che è meglio... Però li ho visti tante volte in Bundesliga, ultimamente stanno perdendo lo smalto che li contraddistingueva. Hanno rischiato persino con l'Hannover, squadra pessima. Insomma, ci vuole tanta, tantissima umiltà. Allegri poi sa come si battono questo tipo di squadre. Bisogna dare il meglio in casa, all'Allianz chiudersi e sperare di riuscire a ripartire. Rischiare il meno possibile. Potrebbe essere decisa dagli episodi.

GENNARO: Ricordo un Barcellona-Milan con Allegri al timone dei rossoneri ai quarti di finale di Champions. Solo un palo di Niang non consentì al Milan l'impresa, l'allenatore toscano preparò quella partita alla perfezione, strategie invidiabili. Ma in certi scontri ci vuole fortuna e sinceramente quest'anno, a partire dal sorteggio, non ne vedo abbastanza. L'anno scorso era quello buono, ma non dimentichiamoci che in questa edizione la finale è a Milano. Io ci credo come sempre, ma ho timore del celebre "gol dell'ex". Dopo Llorente, uno tra Coman e Vidal potrebbe colpire...

GIORGIO: Anche noi abbiamo l'ex, non dimentichiamocelo Mandzukic, e ci ha pure segnato con la maglia del Bayern. Me lo ricordo quel 2-0, ottavi di finale del 2013. Non era più il Barcellona di Guardiola, era il primo (e unico) del compianto Tito Vilanova... Ma a parte questo, non siamo a prescindere già eliminati.

GENNARO: Eh quel gol di Mandzukic. E come non ricordare quel doppio 2-0 contro il Bayern... tante cose sono cambiate da allora, in campo scendevano giocatori, con tutto il rispetto per gli uomini del primo anno di Conte, di tutt'altra caratura rispetto a quelli odierni. Anche loro credo abbiano migliorato molti aspetti, soprattutto nelle sostituzioni e sulle fasce. Ma come disse il buon Trapattoni: "Don't say you have the cat in the sack when you don't have the cat in the sack".