Adesso Marcello Lippi dovrà tenere un posto anche per Massimiliano Allegri nella storia della Juventus. Il tecnico livornese ieri ha conquistato il secondo Scudetto di fila con la Signora, il quinto consecutivo per la società bianconera. Difficile crederlo dopo un inizio di stenti, difficile crederlo anche per lo stesso Lippi.

L'ammissione arriva in un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: "Questo è lo scudetto di tutti. Come sempre. Non esiste lo scudetto di uno solo, anche se dovesse segnare 30 gol come Higuain. È lo scudetto dei giocatori. È lo scudetto della società che trasmette presupposti psicologici unici. È lo scudetto dei campioni storici, come Buffon, che hanno trasmesso questi valori ai nuovi. Ed è lo scudetto di un allenatore che incarna perfettamente la cultura del calcio italiano: concreto, saggio, sempre sul pezzo. Ha fatto sì che la squadra fosse sempre concentrata e non perdesse mai fiducia, anche quando il rischio c’era. Dopo Sassuolo pensavo che non fosse possibile vincere lo Scudetto."

Il lavoro di Allegri, invece, è stato straordinario come conferma anche lo stesso Lippi: "Bravissimo, non bravo. Ha avuto una crescita continua, direi spaventosa, e oggi è il miglior allenatore italiano. Ha tutto quello che ci vuole e non intendo soltanto la competenza tecnico-tattica, che forse è la meno importante. Bravo anche a gestire il turnover, a far sentire tutti importanti e parte di un progetto: gli avvicendamenti non sono stati solo per emergenza." Il volto nuovo e giovane di questa Juventus è stato certamente Dybala: "Su Dybala non credo abbia sbagliato: lo ha gestito alla grande. Quando arriva un giovane così, pur promettente, ci sono passi obbligati per farlo maturare. Allegri gli ha fatto capire come doveva giocare. Mi limito a dire che la sua classe è sopraffina. E che per movenze, situazioni, giocate ricorda Sivori: il che, alla Juve, è un complimento. Un grande giocatore, ma una mano gliel’ha data Allegri."

Unico rammarico la Champions League, forse ancora di più che nella scorsa stagione: "Sì, forse l’unica cosa sbagliata, dal Sassuolo in poi, è stata la partita a Siviglia. Certe situazioni, tipo il gol di Cuadrado nel derby all’ultimo, avevano fatto capire che la ruota era girata in senso giusto. Il rammarico per l’Europa invece resta: la Juve poteva andare lontano."