Giuseppe Marotta è tra i premiati della 4° edizione di Football Leader. L'occasione è propizia per affrontare l'argomento Juventus. L'ad della Signora  - ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - racconta la forza del club, un gruppo coeso in grado di replicare ad un inizio difficile. Un prepotente ritorno dopo il boccheggiante avvio. Marcia trionfale a schiacciare critiche e sentenze. 

"Abbiamo una squadra fuori dal campo molto unita. Non dimentichiamo che a fine ottobre eravamo 14esimi in classifica, poi abbiamo inanellato 25 vittorie in 26 partite, un risultato straordinario. Il calcio è fatto di opportunità, di campioni che magari in cerca di rivincita, come Pirlo, possono fare ancora meglio. Alla Juventus ha ritrovato la carica che forse al Milan aveva perso".

Nella rincorsa bianconera, fondamentale l'apporto di Max Allegri. Marotta ripercorre la "parentesi" Conte, ricorda le difficoltà di un improvviso cambio al termine di un rapporto vincente. Approdo difficile per Allegri, tra lo scetticismo della piazza e l'esigenza di primeggiare, da subito. Un crescendo rossininiano, fino al capolavoro recente, con la Juve in grado di giocarsi, con credenziali importanti, la principale competizione europea per club. 

"Allegri? Ci sono luoghi comuni che dicono che il calcio brucia tutto con una facilità estrema, soprattutto gli allenatori. E' uno sport fatto di cicli, quello di Conte era terminato, è un fatto fisiologico. La figura dell'allenatore è importante, ma richiede forti energie. Antonio ha ritenuto che il ciclo con noi fosse finito, noi in quel momento ci siamo trovati un po' in difficoltà, ma abbiamo fatto questa scelta consapevoli delle doti di Allegri, capace di entrare in un ambiente senza sconvolgerlo. E' entrato in un gruppo consolidato in punta di piedi".

Migliorare il gruppo non è affar da poco. La Juventus deve compiere l'ultimo passo per affiancarsi alle big del vecchio continente. Il tutto passa da un mercato attento, intelligente. L'imperativo è abbinare, a giocatori d'avvenire, esperienza e qualità. A questo principio si avvicinano le voci recenti, con i bianconeri pronti a trattare Mascherano e D.Alves con il Barcellona. Chi sa vincere, può insegnare tanto a chi si affaccia, per la prima volta, sulla ribalta europea. La Liga è il campionato di riferimento, lì si può pescare la giusta carta per nobilitare ulteriormente l'organico. 

"C'è da riscontrare che da quest'anno entra in vigore il regolamento delle rose ristrette e ci crea delle problematiche. Qualitativamente cercheremo di tenere i più forti, l'obiettivo è quello di creare un mix fra giovani e meno giovani e di rafforzare il made in Italy, ma purtroppo giocatori pronti non ce ne sono. Il calcio italiano è in continua involuzione. Mercato? La Liga rappresenta al meglio il calcio europeo, un calcio che sembra povero, ma in realtà ha tante squadre comunque competenti. Ci sono campioni che da noi possono fare ancora la differenza"

Fonte: GianlucaDiMarzio.com