Ci sono elementi che contraddistinguono una grande squadra: tra questi vi è il cinismo. Grazie al cinismo la Juventus passa di misura contro una scaltra Lazio, punita nell'unica vera distrazione del match da Khedira, bomber per caso (o forse no?).

I campioni d'Italia si confermano bestie nere dei laziali dal 2003 e consolidano questo status grazie all'importante vittoria di ieri sera. Con un centrocampo ancora in rodaggio (Pjanic a riposo) e un caldo tipico delle serate d'agosto, l'unica vera emozione del primo tempo è probabilmente il water break, manna dal cielo per i 22 che scorrazzano in campo. Tante interruzioni ed un ritmo di gioco spezzato in più riprese, complici anche errori tecnici (soprattutto di Asamoah per Madama) che favoriscono l'approccio organizzato e solido dei biancocelesti, con il pacchetto arretrato sinonimo di sostanza e grinta, impeccabile la prestazione di Bastos in questo senso. Con Bonucci out per motivi personali, tocca a Barzagli occupare il ruolo di libero, con Benatia esordiente sul centrodestra nella difesa a tre. Lemina distrugge ma non crea, Dybala deve prendere per mano la squadra essendo il giocatore più valido dal punto di vista tecnico.

Marchetti si sporca i guanti solo su un colpo di testa di Dybala (cross di Sandro) e su un tiro di Asamoah. Manca creatività a centrocampo e tutta la squadra ne risente, anche perché Mandzukic è fuori dal gioco. La Lazio ha un'occasione buona con Immobile (cross di Anderson) che però viene anticipato dall'ottimo Benatia.

A inizio ripresa Mandzukic si ritrova sul piede la palla buona per il vantaggio, ma se la fa respingere da Marchetti (con i pugni); l'azione prosegue con un tiro di Dybala di poco a lato. È il segnale che serve qualcosa. Il primo pensiero è rivolto al Pipita, e vedendo la scelta di Allegri sembrerebbe così, ma non è lui a portare in vantaggio i bianconeri. È infatti Sami Khedira a farlo: s'imbuca a meraviglia su un pallone telecomandato da Dybala (nell'occasione male De Vrij e Biglia, quest'ultimo non brillantissimo) e batte Marchetti con un preciso tiro di destro. Due gol in due partite per lui, segno del buon momento di forma che sta attraversando.

Nel finale c'è il primo vero squillo in attacco per la Lazio e c'è spazio per l'esordio di Pjaca tra le fila bianconere, esordio bagnato con una bella giocata che manda in visibilio il pubblico ospite. La Juventus si porta a casa i tre punti confermando di essere una squadra cinica come poche: anche quando non brilla particolarmente o non domina, ha una grande forza mentale che le permette di vincere le partite.