Una vittoria, sofferta, per 90 minuti più recupero. Vincere in Champions League non è mai facile ma la Juventus sta diventando esperta nell'essere brutta ma vincere lo stesso, anche se l'avversario si chiama Olympique Lione ed è molto, molto meglio della squadra che si era vista sinora in questo avvio di stagione. La partita era stata gestita tutto sommato bene sino al rigore concesso per un'ingenuità di Bonucci, ma Buffon ha salvato tutto, poi un altro paio di errori dei compagni, Buffon ha salvato tutto un altro paio di volte, Cuadrado l'ha messa con un eurogol ed è arrivato lo 0-1 finale. Insomma, se vi state chiedendo chi siano stati i protagonisti, i primi ad essere intervistati a caldo, sono ovviamente il colombiano e il capitano, colonne bianconere in maniera diversa. Andiamo per gradi, prima di tutto, con l'intervista subito dopo la fine della gara concessa a Premium dal match-winner, che ha parlato prima di tutto della situazione dove ha sbloccato il match: "Sono contento e ringrazio Dio, che è quello che mi dà il supporto maggiore. Niente, ho cercato di fare la giocata, ho alzato la testa, non ho visto nessuno, ho tirato la bomba ed è uscito il gol".

La prestazione però non è stata entusiasmante: "Di fronte ad una grandissima squadra, come il Lione, abbiamo fatto una grande partita come Juve. Abbiamo dimostrato il carattere, come Juve, come famiglia". E adesso il primato del girone si avvicina, non di poco. Ma per i bianconeri è normale: "L’obiettivo è sempre arrivare primi, ma adesso dobbiamo voltare pagina perché abbiamo uno scontro diretto fondamentale".

E subito dopo l'altro protagonista alla stessa emittente: capitan Gigi Buffon e il riferimento non può che essere immediato alle critiche precedenti alla partita di oggi, con riferimento ad un'intervista rilasciata sempre a Premium qualche giorno prima. Dente avvelenato per il portierone: "Io non ho mai detto di essere morto. Non sono ferito per quanto è stato detto su di me. Solo che, senza presunzione, so essere molto autocritico e non ho bisogno di sentire gli altri diventare spocchiosi e sfruttare determinate situazioni per fare polemica. Nella mia vita ho sempre cercato di distinguermi dagli altri. Tra tante cose ne ho sentita una sola giusta: da Buffon pretendo di più. Ed è vero".

Il gioco non ingrana. Ma la fiducia non manca mai: "La Juve deve migliorare perché non può bastare secondo me per arrivare in fondo, quanto fatto fino ad adesso. In inferiorità paradossalmente sembravamo più compatti: siamo stati più squadra, abbiamo sofferto e non ci siamo accontentati. Lo spirito va bene, ma per arrivare in fondo dobbiamo migliorare, abbiamo dei margini per farlo, e sarebbe un peccato da qui a Marzo in caso di passaggio del turno non spendere questo tempo a migliorarci".

Manca l'esultanza alle parate, solita per uno col fuoco agli occhi come Gigi. La spiegazione è lineare: "Non ho esultato alle parate perché eravamo in inferiorità numerica e mancava tanto tempo: non potevo dispendere le mie energie, l’esultanza è energia sprecata. Dovevo rimanere ben focalizzato su quanto succedeva in campo, la situazione lo richiedeva, lo dovevo ai miei compagni, alla società e ai miei tifosi che nei miei confronti sono sempre encomiabili".

Le difficoltà non sorprendono, erano anzi previste: "Pensavo che fosse una partita da prendere con le molle perché loro vanno rispettati perché hanno qualità davanti nei singoli e sono una squadra con una certa esperienza europea, sono sempre stati protagonisti negli ultimi 15 anni. Vincere era importante, significava mettere un’ipoteca sul passaggio del turno. In 11v11 non avevo la percezione di poter perdere, rigore a parte, ma in inferiorità numerica perdi questa percezione positiva, lì abbiamo dato una risposta positiva".

Ultimo ma non meno importante, il più in ombra nella gara di oggi, Miralem Pjanic, sembra quasi un allenatore nell'analisi delle difficoltà: "Le partite in Champions sono sempre difficili. Loro hanno fatto una delle migliori partite della stagione, ma noi abbiamo lottato e abbiamo dato il 100% e alla fine pure segnato. Una partita e 3 punti molto importante per il passaggio del turno".

Come si può non parlare del capitano come di un leader? "Gigi c’è sempre. E’ talmente importante per noi che non c’è niente da dire. Ha dimostrato ancora una volta di che pasta è fatto, è molto importante anche come persona all’interno dello spogliatoio".

La paura di perdere si è fatta sentire parecchio in alcuni momenti della partita: "Le cose si sono complicate. Però abbiamo sempre creduto di vincere. E’ vero, Gigi ha fatto delle belle parate ma quello che volevamo erano i 3 punti e sappiamo che sono molto importanti".

La bruttezza del gioco, infine, non manca mai. La giustificazione c'è: "Sappiamo che è sempre difficile. Nella stagione ci sono talmente tante partite importanti che non puoi giocarle sempre dominando e creando 20 occasioni a partita. A volte devi saper vincere e oggi l’abbiamo fatto con carattere e voglia. Ci sono delle cose da migliorare ma prendiamo questi 7 punti che sono molto importanti per il passaggio del turno".