Sarà un angelo custode, sarà la provvidenza divina, sarà anche la fortuna perché, è vero, a volte la fortuna è più importante del talento, ma la Juve riesce a vincere e rimanere avvinghiata al suo obiettivo supremo anche se il gioco non è di quella raffinata eleganza che lusinga l’arte pedatoria. Ieri sera la Juve ha vinto correndo, prendendo calci, sfruttando con precisione quelle poche opportunità che le sono state offerte, o meglio che è riuscita a crearsi. È passato quasi un anno da quell’ultima partita del girone di Champions, proprio contro il Siviglia, in cui la Vecchia Signora si sarebbe giocata il primato nel girone – Morata e Dybala sprecarono due occasioni clamorose a dir poco, poi si sa come è andata a finire, il secondo posto, i sorteggi, il Bayern, andata e ritorno, va bene l’andata, ma l’amarezza del ritorno è qualcosa di incommensurabile. Oggi, 23 novembre 2016, parliamo di un’altra storia di cui non conosciamo ancora la fine, ma il cui svolgimento ci sta regalando tante emozioni – per ora siamo arrivati al punto in cui la Juve si qualifica agli ottavi di finale di Champions League.

L'esultanza di Bonucci dopo il gol del sorpasso.

Per gli appassionati è stata una di quelle partita che è un piacere guardarla, interessante anche sotto l’aspetto tattico. Ovviamente il Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia non era la Scala del calcio, dato che il tipo di calcio esibito da entrambe le squadre non aveva niente a che fare con lo spettacolo; nota in calce, a creare questa situazione ha influito il terreno di gioco, più vicino genealogicamente ad una prateria che ad un prato da Champions League. Dunque non rimane che entrare nel vivo della partita.

I primi minuti sembrano prospettare un attacco totale della Juventus, in cui il gioco viene distribuito sulle fasce dove da una parte e l’altra Cuadrado e Alex Sandro cercare di buttare palloni in mezzo per la zucca di Mandžukić, ma appena il Siviglia recupera palla si mostra pericolosa, e così al primo tiro in porta arriva il gol degli andalusi. Tutto parte da un calcio d’angolo che viene ribattuto, al successivo cross in area si crea una parabola che capita nei piedi di Nico Pareja (la cui ultima marcatura risale a due anni prima, 3 gennaio 2015) che con un tiro mezzo rovesciato passa in mezzo alle gambe di Khedira e Buffon non fa in tempo a buttarsi, la palla entra e siamo 1-0 Siviglia.

Il gol del vantaggio del Siviglia realizzato da Pareja.

La Juve però non si arrende perché ha bisogno della vittoria a tutti i costi, e ci riprova ancora con due tentativi davvero insidiosi prima con SuperMario poi con Khedira, poi al 30’ la partita diventa incandescente e al primo giallo di Vazquez per un fallo nei confronti di Cuadrado i due battibeccano, intervengono i loro compagni, e l’arbitro deve sanare la diatriba. Forse si può chiamare fortuna solo perché è arrivata al momento giusto, ma Vasquez dopo cinque minuti dal primo giallo ne riceve un altro per un fallo tattico su Khedira, è rosso. Il primo tempo si conclude con la Juve tutta in attacco per provare di agganciare il pareggio, che, forse c’entra sempre la fortuna, arriva con un calcio di rigore che può parere dubbio, ma la trattenuta in area di Mercado nei confronti di Bonucci non ha bisogno di ausiliari ottici per essere vista. Marchisio va sul dischetto, e si va negli spogliatoi sul punteggio di 1-1.

Come si può vedere la trattenuta di Mercado su Bonucci è netta.

Nel secondo tempo senza un uomo il Siviglia parcheggia il pullman davanti all’area e crea un catenaccio con due linee da 4. Così la partita si fa aspra e acerba, la Juve è troppo sterile, non riesce a fare gioco, e per essere pericolosa conta solo sulle ripartenze quando si allungano le squadre. Il nervosismo è comunque sempre accesso, infatti ad una presunta trattenuta di Evra su Mariano Sampaoli esplode e a quel punto Clattenburg gli indica la via d’uscita. Al 38' del secondo tempo accade un fatto che va registrato negli annali perché mister Allegri concede l’esordio in Champions League al ragazzino del 2000, il primo millennium boy ad aver esordito in Serie A e ora in Champions League, Moise Kean, che entra, cerca la palla sul calcio d’angolo, la ribatte per Bonucci che come spesso fa batte il pallone da fuori area insaccandosi alle spalle di Sergio Rico – Siviglia 1, Juve 2.

Questa la disposizione tattica in difesa del Siviglia, due linee a 4 atte a coprire tutto lo spazio di gioco.

Il Siviglia non molla, e fa paura anche con un uomo in meno, ma tutte le occasioni create si sprecano sul fondo. Così avendoci provato più volte durante il secondo tempo all’ultima ripartenza Mandžukić giunge in area, aggira Rami, e la piazza in rete con un destro preciso sul secondo palo – dunque partita finita, momentaneo primato nel girone, qualificazione automatica gli ottavi di finale, e primo obiettivo della stagione raggiunto.

Sempre la solita solfa allora, Juve che vince, ma non convince, perché per competere con gli squadroni d’Europa non basta avere fortuna, la Juve lo sa bene, e al momento c’è da dire che i bianconeri sembrano un po’ spenti, non riescono a creare una filosofia di gioco, e spesso contano solamente sulle occasioni dei singoli. Ora non rimane che aspettare il rientro dei top players come Higuain, Dybala, e Pjaca per avere un poco più di munizioni lì davanti. Intanto per febbraio l’appuntamento con la cara Champions è fissato, la Juve non mancherà.