La Juve rialza la testa: Alex Sandro, Rugani e Mandzukic stendono l'Atalanta (3-1)

I bianconeri giocano una partita fisica, dominando e appoggiandosi su uno stoico Mandzukic. Bene anche Pjanic, due assist da corner per lui. Squadra di Allegri che al 19' è già 2-0, il croato allunga all'ora di gioco, poi Freuler nel finale prova a riaprire.

La Juve rialza la testa: Alex Sandro, Rugani e Mandzukic stendono l'Atalanta (3-1)
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Di Giorgio Dusi

La Juventus si riprende, eccome se si riprende: i bianconeri sfoderano una delle migliori prestazioni stagionali per piegare l'Atalanta allo Stadium. Finisce 3-1 l'anticipo del sabato di Serie A, il quale mette in mostra un dominio bianconero interrotto solo a tratti dalle reazioni d'orgoglio bergamasche, specialmente nei finali di tempo, ma senza mai riuscire a limitare la capolista, al momento a +7 sulla Roma e sul Milan in attesa delle gare di domani. Gara fisica, nella quale Mandzukic sguazza come un pesce in acqua, recuperando palloni ovunque e firmando anche il terzo gol dopo l'uno-due in cinque minuti del primo tempo, ma anche Pjanic è tra i migliori in campo.

Bianconeri in campo con il 4-3-1-2, a sorpresa è Benatia a partire dalla panchina, mentre a sinistra Alex Sandro vince il ballottaggio con Evra. Trova spazio Sturaro in mezzo al campo, con Pjanic sulla trequarti alle spalle del duo pesante. Gasperini rinuncia invece a Dramé, optando per Spinazzola sulla corsia di sinistra e Freuler in mezzo per sostituire lo squalificato Gagliardini. Recupero fondamentale quello di Caldara in difesa.

Le scelte di Allegri gli danno immediatamente ragione: la Juventus da subito compete fisicamente contro i bergamaschi, vincendo tanti contrasti a centrocampo e mostrando fluidità di circolazione. Al quarto d'ora arriva il vantaggio, frutto di una progressione di Alex Sandro, conclusa dal limite con un bel sinistro sul primo palo dallo stesso terzino brasiliano; da rivedere nell'occasione Sportiello, invece incolpevole quattro minuti dopo, quando Rugani stacca in terzo tempo a centro area, insaccando industurbato il meritato raddoppio - sfiorato peraltro poco prima da Higuain, bloccato da Caldara al momento del diagonale. Il portiere nerazzurro si riscatta parzialmente al 28', quando toglie dall'incrocio dei pali una punizione dai venti metri di Pjanic.

Nel quarto d'ora finale del primo tempo l'Atalanta prova a prendere fiducia, schiacciando i bianconeri a tratti nella propria metà campo: è uno stoico Mandzukic a ribattere due conclusioni in fila, murando con il corpo. Nella ripresa la solfa però torna ad essere quella della prima mezz'ora, con i bianconeri in controllo totale della partita, sotto ogni tipo di piano: fisico, tecnico, territoriale. Il solito ex Bayern Monaco copre tutto il campo, mantenendo però lucidità nelle giocate e unendovi la solita efficacia, tanto da propiziare anche un paio di occasioni. Al 64' trova anche il gol, staccando in torsione sul solito corner pennellato da Pjanic e scrivendo 3-0, dopo che Sportiello aveva negato la gioia del gol a Marchisio (destro rasoterra in diagonale da fuori).

Allegri opta per ulteriore freschezza, inserendo un Cuadrado immediatamente in partita e protagonista con un sinsitro dal limite bloccato in presa dall'estremo difensore bergamasco. Il baricentro bianconero, con il cambio di modulo al 5-4-1, tende ad abbassarsi un po' troppo; con esso diminuisce anche la concentrazione della capolista, la quale concede spazio sulla destra al subentrato D'Alessandro, il cui cross è girato in porta da Freuler all'82'. L'Atalanta prova a crederci, ma la Juventus ritorna prepotentemente in partita, colpendo anche un palo nel finale con Lemina su un'azione abbastanza caotica, con fortunosa deviazione ultima proprio di Sportiello, con la testa.

Il recupero è ancora una lotta più fisica che tecnica, con i bergamaschi alla disperata ricerca di un'altra rete che non arriva. Il finale recita 3-1, Massimiliano Allegri rispedisce le critiche al mittente e manda un nuovo segnale a tutto il campionato.