Juve - Nuovo modulo, vecchia forza

Il 4-2-3-1 non solo ha regalato brio e ampiezza, ma ha anche migliorato il rendimento difensivo. E in Champions nessuno meglio dei bianconeri.

Juve - Nuovo modulo, vecchia forza
Fonte immagine: Gazzetta dello Sport
giodusi
Di Giorgio Dusi

Il ciclo vincente della Juventus si è sempre contraddistinto per la solidità difensiva dimostrata, negli anni di Conte prima e di Allegri poi. Lo schieramento con i tre dietro è sempre stato sinonimo di sicurezza della retroguardia, grazie ai meccanismi rodati e al valore degli interpreti; lo stesso si è verificato con i passaggi a quattro, nella stagione 2014/15, e anche - talvolta - durante la scorsa annata e quella in corso. Il passaggio al nuovo sistema con i fab five sembrava poter far vacillare questa certezza: l'inserimento di più giocatori offensivi e meno difensivi ha invece confermato - e se possibile rafforzato - le certezze di una retroguardia sempre più blindata.

I numeri - Otto clean sheet nelle ultime tredici uscite, ovvero da quando Massimiliano Allegri ha varato il 4-2-3-1 e i suoi derivati. Nelle occasioni in cui ha subito gol, gli estremi bianconeri hanno dovuto raccogliere solo un pallone in fondo al sacco, per un totale di cinque: quattro in casa, uno in trasferta. Inoltre, la Juve è l'unica squadra a non aver subito gol negli ottavi di Champions League ed è attualmente la miglior difesa a livello assoluto nella competizione, con due sole reti al passivo.

Le posizioni - Il lavoro degli avanti è la chiave principale di questa solidità, in particolare dei tre alle spalle della punta. L'abitudine alle corse all'indietro di Mario Mandzukic è massimizzata con il suo spostamento sulla corsia mancina, mentre gli aiuti difensivi di Cuadrado (ancora però troppo irruento in certe situazioni) sono efficienti, soprattutto quando si trova a seguire i terzini avversari. Non di meno contano i recuperi di Dybala, uno di questi contro il Porto poco prima dell'intervallo, ma anche il suo lavoro in pressione su Higuain. A ciò vanno uniti i miglioramenti di Pjanic nel lavoro sulla posizione e a contrasto.

Le conseguenze - I numeri conseguiti a livello Europeo passano in realtà poco da questi aspetti, poiché il girone è stato disputato con il 4-3-1-2 e con il 3-5-2. Vanno invece spiegati soprattutto con le ingenuità degli avversari e con l'atteggiamento degli stessi: il Siviglia, ad esempio, in casa della Juve si arroccato senza quasi mai ripartire, mentre al Pizjuan dopo un inizio brillante è stato penalizzato dal rosso rimediato da Vazquez. Stesso discorso per il Porto nella doppia sfida degli ottavi di finale.

I numeri spesso nascondono i fatti, ma altrettanto rendono l'idea di una verità: i bianconeri sono più offensivi, rendono meglio in avanti e hanno più soluzioni, ma nonostante questo la difesa si mantiene impermeabile. I prossimi test dovranno però confermare questa tesi: la Juve ha in calendario a tre trasferte - nell'ordine, contro Sampdoria e due volte col Napoli - e successivamente il quarto di finale di Champions, con l'avversario ancora da conoscere. Gli esami non finiscono.