Non è stato un inizio di stagione esaltante quello di Miralem Pjanic. I tifosi bianconeri, vittime della perdita di Paul Pogba, riponevano in lui grandi speranze.

Il centrocampista bosniaco è dotato di grandi colpi e grande tecnica, ma la posizione occupata lo scorso anno da Paul Pogba ne limitava l'espressione artistica. Con il cambio di modulo Pjanic è tornato a brillare. Recupera, attacca, imposta e forma con Khedira una coppia affiatatissima. Insieme possono condurre la Juventus verso traguardi importanti.

In fondo uno dei motivi che l'hanno spinto a vestire la maglia bianconera è proprio quello di vincere. E vuole vincere tutto: "Eravamo tutti assieme durante il sorteggio: qualcuno ha sorriso, altri non hanno avuto reazioni particolari. Abbiamo preso una delle favorite, ma noi quest'anno vogliamo provare a vincere la Champions. Penso che anche il Barcellona avrebbe preferito un altro avversario." ha dichiarato ai microfoni di Tuttosport.

Sulla Juventus ha speso parole che faranno piacere alla dirigenza bianconera: "Quando era alla Roma e guardavo la Juventus speravo che perdesse e non succedeva mai. Ora ho capito perché: la società è solida e forte e anche i ragazzi non mollano mai niente. E' una questione di mentalità. Personalmente è stata dura trovare una collocazione, pensavo fosse più veloce l'adattamento. Era un modo di giocare che forse non metteva in luce tutte le qualità della squadra. Dopo le sconfitte di Genova e Firenze qualcosa è cambiato, a livello mentale e tattico".

Non sembra essersi pentito della scelta fatta Miralem Pjanic, entrato ormai perfettamente nella mentalità Juve. Tutti sono importanti in casa bianconera e nessuno (o quasi) è indispensabile e per questo si è dovuto applicare per migliorare la fase difensiva: "Prima non lo facevo molto bene: Allegri mi ha insegnato il piacere di difendere. Sono migliorato da quando sono arrivato, grazie a compagni fantastici e a uno staff che lavora davvero molto bene. Adesso il mio obiettivo è scrivere il mio nome nella storia della Juventus. Asamoah è un compagno fantastico: sempre sorridente, allegro e disponibile. Benatia è quello che frequento di più, anche perché abitiamo molto vicino e quindi ci vediamo spesso". E sul passato in giallorosso "In Europa League tifavo più Roma che Lione: mi è dispiaciuto tantissimo. Sono dei ragazzi a cui rimango affezionato e speravo di vederli arrivare fino in fondo. A Roma ho vissuto 5 anni bellissimi e continuo ad avere rapporti di amicizia".

"Tra i giocatori del Barcellona ce n'era uno che mi ha ispirato: Xavi. Un campione assoluto. Ma il mio idolo rimane Zidane.  Zizou faceva sembrare facili le cose difficili: lui era il calcio. Qualche anno fa l'ho conosciuto ed è stato emozionante". Dopo la sosta nazionali, riprenderà il campionato con un big match, Napoli-Juventus: "Il Napoli è una squadra forte, ha un calcio offensivo e divertente. Li rispettiamo molto ma andiamo lì per chiudere il campionato e passare il turno di Coppa Italia. Saranno due belle partita da giocare, il massimo per un calciatore".

Si è espresso anche sulle polemiche arbitrali: "E' pazzesco come ogni minimo dettaglio, se coinvolge la Juventus, venga ingrandito al massimo: è pesante, triste. Non vengono riconosciuti fino in fondo i risultati che stiamo ottenendo. Abbiamo vinto tanto, stiamo dominando il campionato, abbiamo sempre giocato per vincere. Posso capire la rabbia di prendere un rigore al 95', però il rigore c'è e quindi di cosa stiamo parlando? Anche a noi quest'anno sono stati negati dei gol validi e dei rigori che c'erano, capita. Andiamo avanti. Qui ci dicono non lamentarci, di non pensarci e di lavorare per raggiungere i nostri obbiettivi".