Dopo l'emozionante e meritato 3-0 casalingo, la Juventus si appresta ad affrontare il Barcellona nell'infuocato impianto del Camp Nou. Tifosi catalani e squadra credono nel bis della "remuntada" fatta contro il Psg, ma di fronte ci sarà una squadra che può vantare una difesa nettamente più forte e rodata. Se entrate in un bar o sfogliate un qualsiasi quotidiano troverete all'interno questa semplice ma significativa affermazione: "La Juventus non è il Psg". Cosa significa tutto ciò? Cos'hanno i bianconeri rispetto ai parigini? Lo scopriremo tra poco, ma prima di entrare in questioni tecnico-tattiche è giusto toccare anche il fattore della fortuna. Il Barça ha scritto nuovamente la storia con quella rimonta straordinaria, emozionante, irripetibile. Già, irripetibile, è proprio su questo aggettivo che i tifosi bianconeri sperano di aggrapparsi dopo il 90' minuto. Assisteremo nuovamente a una cosa del genere? Probabilmente no, ma contro quei marziani non bisogna compiere nessuno errore.

Torniamo al discorso di prima riguardante la Juventus e il Psg. Cosa c'è di diverso tra la Juventus e il Psg? Tante cose, soprattutto riguardanti mosse in campo e fuori. Ma andiamo con ordine iniziando a dividere le due squadre.

JUVENTUS - Il punto di forza dei bianconeri è la solidità societaria che ha portato a una lunga serie di successi. Godono di una retroguardia collaudata con quel famoso e solidissimo quartetto difensivo composto da Buffon, Chiellini, Bonucci e (o meglio, o) Barzagli. Sono loro il vero punto di forza, la differenza fondamentale con i francesi. Solidità, gioco di squadra, senza il classico problema riguardante i moduli. Che sia difesa a 3 o a 4 non fa differenza, basti pensare che con il nuovo assetto tattico di Allegri (4-2-3-1) tutti sono tenuti a dare una mano in fase di non possesso e ripiegamento. Guardate Mandzukic e la sua evoluzione. Prima era il classico predatore d'area di rigore capace di finalizzare ogni qualvolta gli capitasse l'occasione. Quest'oggi svolge un ruolo diverso ma di vitale importanza, perchè presidia la corsia esterna, dando una grossa mano ai compagni. Attacca, si inserisce e difende: un vero e proprio jolly in grado di fare la differenza. E' inutile fare i classici paragoni tra i singoli calciatori, perchè a fare la differenza è il gioco. Solidità abbinata all'elevato tasso tecnico della rosa, quella solidità che al momento il Psg non riesce ad ottenere nonostante pesanti investimenti sul mercato. Parole chiave per arrivare prima alla differenza? Solidità e sacrificio, il tutto abbinato a una tecnica che inevitabilmente porterà a dei risultati.

PSG - Chiara ed ennesima dimostrazione che i campioni non sempre risolvono le partite. E' sempre bello e piacevole guardare quanti top player sono presenti all'interno della rosa, ma se poi non si riesce a metterli insieme, non si va da nessuna parte. Divertitevi a leggerli, inventatevi formazioni, tridenti fantasiosi, 4-2-4 e quello che volete, ma ai parigini manca il concetto di squadra, aspetto che è risalito nuovamente a galla nella disfatta del Camp Nou. Difesa fragile nonostante pezzi grossi come Thiago Silva e Marquinhos, centrocampo carente e squilibrato pur avendo a disposizione Verratti e Di Maria, attacco stellare ma spesso salvato dai goal del solito Cavani. Palese facciata delle strategie di mercato sbagliate: a cosa serve acquistare attaccanti o fantasisti quando si hanno carenze evidenti in difesa? E' questo l'aspetto che fa la differenza, acquisti blasonati ma poco funzionali alle richieste di Emery che, probabilmente, aveva chiesto altro. E' una squadra che punta più sui singoli che sul gioco, ma continuando così non riusciranno mai ad alzare una Champions League, obiettivo dichiarato più volte.

Le differenze tra Juventus e Psg sono queste. I bianconeri sono solidi sia fuori che dentro il campo, a discapito del club parigino che gode sì di una ricca proprietà, ma che non riuscirà mai a compiere il definitivo salto di qualità se non si decide ad effettuare acquisti mirati e utili. Da un lato la consapevolezza di aver costruito un qualcosa di utile e ben delineato, dall'altro un palcoscenico che si concentra solo ed esclusivamente sulle cosiddette figurine e sul marketing. E quel 4-0 del Parc des Princes è solo un ricordo sbiadito, annebbiato da quel 6-1. Un tranello in cui la Juventus non deve cadere.