Ha stupito tutti. Non è un mago, non ha trucchi, ma ha lasciato di stucco. Ha avuto ragione, ancora una volta, l'ennesima, in quella che sembra sempre di più la sua stagione. Massimiliano Allegri ha accuratamente studiato la partita del Louis II, ha scelto di rinunciare a Cuadrado, alla sua verve, in nome di una solidità che andava mantenuta  e che avrebbe solamente aumentato la fiducia, oltre che i minuti di imbattibilità di Gianluigi Buffon (siamo a quota 621, per gli amanti delle statistiche) in Champions League.

L'urlo del Pipita: 30 in stagione per lui. | Fonte immagine: juventus.com
L'urlo del Pipita: 30 in stagione per lui. | Fonte immagine: juventus.com

La Juventus ha espugnato il Principato, mosso un enorme passo verso quel tanto agognato Galles, forse archiviato con successo il discorso semifinale. Monaco battuto 0-2, ma non senza novità. L'innesto di Barzagli e l'avanzamento di Dani Alves lasciavano intendere che, in ogni caso, sarebbe stato ancora 4-4-2. Effettivamente così è stato, ma solo parzialmente, perchè se andassimo ad analizzare la disposizione e la volessimo - banalmente - racchiudere in uno schema logico, quello sarebbe stato un 3-4-2-1. Una difesa a tre, con la BBC a far da padrona, anche se poi la più determinante, all'apparenza, è quella da aggiungere all'inizio e che rappresenta il portiere.

Fonte immagine: Twitter @11tegen11
Fonte immagine: Twitter @11tegen11

22 gennaio, 3 maggio. Rispettivamente, il giorno d'esordio del 4-2-3-1 e il giorno del ritorno ad una sorta di retroguardia a tre. Questione di ampiezza del campo, questione di baricentro della fase offensiva: se prima il desiderio di Allegri era attuare uno stile che desse maggior respiro alla manovra e all'attacco, ieri la questione è stata invece sulle uscite, sulle prime uscite. L'allargamento di Dani Alves a destra e di Alex Sandro a sinistra ha permesso di aprire il ventaglio, di migliorare il fraseggio, mettendo in difficoltà la pressione monegasca ed evitando un pericoloso quattro-contro-quattro tra la linea di avanti di Jardim e la retroguardia.

Fonte immagine: juventus.com
La distribuzione degli attacchi. | Fonte immagine: juventus.com

Il dinamismo dei centrocampisti e la loro capacità di gestione hanno allo stesso tempo alleggerito Dybala, meno impegnato centralmente a prendere palla e più libero di cercarsi la posizione, trovata soprattutto spostato sulla destra, zona del campo maggiormente esplorata, come dimostra la sua heatmap.

Fonte immagine: Squawka
La heatmap di Dybala. | Fonte immagine: Squawka

Da quella parte, Dani Alves ha affondato, ha trovato gli spazi per propiziare le due reti, così come il suo connazionale dalla parte opposta, meno clutch ma egualmente pericoloso, quasi da ala aggiunta, sfruttando il solito enorme lavoro di un Mandzukic meno appariscente e poco fortunato, ma abilissimo nel mantenere la posizione, nel lavorare in copertura, nell'agevolare le corse negli spazi di Sandro. La solita partita di pazzesco sacrificio.

Allargare il campo in attacco, racchiudendosi all'indietro, nel finale anche facendosi schiacciare, quando è emersa la naturale stanchezza fisica.

 Le respinte di Chiellini.
Fonte immagine: Squawka

15 sono le respinte di Giorgio Chiellini, ancora sugli scudi, anche se apparso più in difficoltà rispetto alle ultime apparizioni, complice un Falcao che non ha mai mollato un centimetro, sottoponendo al dottore della difesa bianconera un esame complicato, comunque passato, nonostante meno brillantezza.

Promossa, invece, a pieni voti, la Juventus di Massimiliano Allegri. Il ritorno assume i contorni di una formalità, nonostante debba essere mantenuta la massima attenzione: Cardiff, in ogni caso, è più vicina che mai.