Uno dei doppi ex della sfida tra Juventus e Monaco lancia i bianconeri verso il Millennium Stadium di Cardiff per la finale di Champions League. David Trezeguet, che è entrato nella storia del club bianconero come il miglior marcatore straniero di tutti i tempi, ha parlato sulle colonne dell'Equipe del suo passato, e presente (è ambasciatore del Club), a tinte bianconere, con un inevitabile sguardo all'imminente semifinale di ritorno della Coppa dalle Grandi Orecchie, quella che lui ha sfiorato in quella notte di Manchester. 

Questa Juventus però è diversa da quelle di Re David, che come lui stesso ammette mancava di "consapevolezza, di essere tagliati per quella competizione, che si gioca sui dettagli che non ci sono stati favorevoli". La squadra di Allegri ha già sfiorato il sogno europeo nella finale di Berlino 2015 contro il Barcellona ed ora è ad un passo dal tornarci. Trezeguet è convinto delle possibilità e dei meriti di questa squadra, non temendo nemmeno l'altra squadra che ha già un piede e mezzo in Galles: "Questo gruppo merita di essere là dove è e l’obbiettivo è ovviamente quello di vincere. All’andata contro il Monaco ha gestito perfettamente la gara. Fisicamente è la squadra migliore di due anni fa quando perse in finale col Barça. Ho visto una squadra determinata, aggressiva, molto organizzata e con un atteggiamento positivo. Se dovessimo incontrare il Real Madrid in finale, avremmo le armi per giocarcela ad armi pari".

Prima di prendere l'aereo per Cardiff, però c'è da battere il Monaco, l'altra squadra della carriera di David. Nel '98 i biancorossi furono guidati nel doppio confronto con i sabaudi da Trezeguet e da l'altro fenomeno di quella squadra, Thierry Henry. In questo Monaco c'è un giocatore che a detta di molti ricorda Titì, Kylian Mbappè: "E’ un giocatore unico ma è ancora giovane e i difensori della Juve non gli renderanno la vita facile. Henry giocava più sulla fascia ed era più veloce e potente mentre Mbappé gioca su tutto il fronte d’attacco".

La partita d'andata è stata decisa dalla doppietta di Gonzalo Higuain, che finalmente si è sbloccato anche in Europa. Il Pipita è collegato a Trezeguet, oltre che per le origini argentine, anche da un numero: il 24, ovvero le reti messe a segno dal numero 9 bianconero in questa stagione. L'ultimo ad aver raggiunto quel traguardo è proprio Trezeguet che raggiunse le 24 marcature stagionali nel 2001/2002: "Ha segnato in un momento cruciale di questa competizione consentendo alla squadra di compiere un passo importante verso la finale. Le sue statistiche parlano chiaro fino ad oggi: è sempre stato efficace in campionato ma ha riscontrato delle difficoltà nelle coppe europee. Quei gol sono stati l'ideale per trovare fiducia".

Higuain dopo il 2-0 al Monaco | Photo: Ansa
Higuain dopo il 2-0 al Monaco | Photo: Ansa

Analizzato il presente, Trezeguet, getta uno sguardo al passato e alle sue avventure con la maglia della Juventus. Il francese ha condiviso la maglia con molti giocatori che poi hanno lasciato il segno nella storia del club: "Del Piero è stato la bandiera della squadra per tanti anni. Io ho visto arrivare un giovane Gigi Buffon che oggi è il simbolo del club. Sono stato molto vicino a Mauro Camoranesi che aveva le mie stesse origini. Montero e Iuliano hanno avuto un ruolo particolare nel mio percorso e mi aiutarono molto ad adattarmi. E con Ibrahimovic pur avendo giocato solo due stagioni insieme abbiamo fatto cose straordinarie, purtroppo dopo Calciopoli non abbiamo più giocato insieme". Proprio l'ex capitano bianconero è il co-protagonista di quello che David ricorda come il gol più importante della sua carriera in bianconero: "Quello che mi è rimasto in mente è quello segnato al Milan a San Siro, grazie alla rovesciata di Del Piero alla fine della stagione 2004/2005 che ci fece compiere un passo decisivo verso il titolo".

L'esultanza dopo quel gol al Milan | Photo: Ansa
L'esultanza dopo quel gol al Milan | Photo: Ansa