Il leggendario sesto Scudetto consecutivo è arrivato: mai nessuno in Italia ci era mai riuscito prima della Juventus. Quest’ultimo titolo è stato quello forse più difficile – al netto del primo inaspettato -, con un minor vantaggio sulla seconda, giustificato però dalla cavalcata che ha portato alla finale di Cardiff in Champions League ed alla conquista della Coppa Italia. Percorso tortuoso, segnato però da 10 tappe fondamentali che hanno portato Gianluigi Buffon e compagni ad alzare il trofeo numero 33 – o 35, fate voi – della storia juventina.

Juventus-Fiorentina 2-1 (1a giornata): la prima perla del Pipita

Il campionato 2016-17 si apre con la sfida contro i Viola, allo Juventus Stadium. Massimiliano Allegri, nonostante i numerosi e costosi acquisti estivi, decide di affidarsi al caro e vecchio 3-5-2, con il solo Dani Alves in campo tra i nuovi; la BBC davanti a Gigi Buffon, coppia d’attacco formata da Dybala e Mandzukic. A sbloccare il match è un colpo di testa di Khedira, su perfetto cross di Chiellini, al 37’, dopo diverse chance fallite dai bianconeri, che proseguono anche ad inizio ripresa. Al 66’ arriva il momento del debutto ufficiale di Gonzalo Higuaìn con la maglia bianconera e 5 minuti dopo, al primo vero tiro in porta, Nikola Kalinic trova il pareggio. Sembra uno scherzo del destino e l’ironia sui social network si scatena, ma basta attendere altri 4 giri di lancette ed il Pipita piazza una zampata mancina da distanza ravvicinata che vale il 2-1 definitivo. Comincia così l’annata della Juventus e dell’argentino, capace di risolvere in questa maniera numerose gare nel corso di questa Serie A.

Juventus-Napoli 2-1 (11a giornata): il goal dell’odiato ex

La data segnata con il circoletto rosso dai tifosi della Juventus e da quelli del Napoli alla stesura del calendario è quella del 29 ottobre, quando i partenopei fanno visita ai bianconeri dell’odiato ex Higuaìn. Max Allegri non può schierare l’infortunato Dybala e continua a proporre il 3-5-2, con Hernanes in cabina di regia, Pjanic e Khedira mezzali e coppia d’attacco Pipita-Mandzukic. Primo tempo di assoluto stallo, molto rispetto da entrambe le parti e praticamente nessun pericolo corso né da Buffon né da Reina. Serve una scossa, e la fornisce Giorgio Chiellini prima del duplice fischio: il difensore italiano si infortuna, è costretto ad uscire ed Allegri sceglie di inserire Cuadrado, portando la difesa a 4.

La ripresa si apre con lo svarione di Ghoulam e Bonucci fa 1-0 con un mancino al volo che si infila sotto la traversa; passano 4 minuti e Callejon pareggia, servito perfettamente da un’imbucata di Insigne. Anche stavolta però c’è bisogno del colpo del fuoriclasse ed è proprio colui che i tifosi azzurri non avrebbero mai voluto vedere esultare con la maglia bianconera davanti a loro a trafiggere Reina al 70’ con un tiro di controbalzo appena dentro l’area col sinistro ed a decidere il match. La vittoria assume un valore ancora più alto perché il giorno dopo la Roma non va oltre lo 0-0 ad Empoli e la Juventus sale a +4 dai giallorossi ed a +7 dal Napoli, provando il primo strappo stagionale.

Juventus-Roma 1-0 (17a giornata): prima fuga e titolo d’inverno

Il 17 dicembre è il giorno della sfida fra la prima e la seconda della classe: la Juventus ha la chance di scappare a +7, la Roma può accorciare a -1 e riaprire completamente la corsa. Bonucci è infortunato, gioca Rugani dal primo minuto al fianco di Chiellini nella difesa a 4, mentre c’è l’ex Pjanic a giostrare sulla trequarti dietro a Higuaìn e Mandzukic. Manco a dirlo, è ancora una volta il Pipita a decidere il big match, sempre con il sinistro, dopo un’azione personale straripante al 14’. I bianconeri controllano gran parte della gara, con un paio di miracoli di Szczesny su Sturaro, prima dell’ultimo quarto d’ora di sofferenza, che però non produce granché per i giallorossi.

È la terza partita che Higuaìn bagna con un goal decisivo ai fini del risultato finale e questo proietta la Juventus sempre più in orbita, conquistando il titolo di Campione d’Inverno con due giornate d’anticipo. Qualche giorno dopo arriverà la sconfitta ai rigori in Supercoppa Italiana contro il Milan, ma il 2016 si conclude con un bilancio ampiamente soddisfacente.

Juventus-Lazio 2-0 (21a giornata): la svolta tattica

Dopo la sconfitta di Firenze contro i Viola per 2-1 alla prima giornata di ritorno, Max Allegri capisce che c’è bisogno di ribaltare la squadra: cambio di modulo – dal 3-5-2 al 4-2-3-1 – e tutti i gioielli in campo – Pjanic davanti alla difesa insieme a Khedira e tridente di trequartisti formato da Cuadrado, Dybala e Mandzukic dietro ad Higuaìn unica punta. Ci sono diversi punti interrogativi su questo schieramento, come la posizione da ala di Mandzukic e l’effettiva utilità di un Pjanic così arretrato, ma ancora una volta ha ragione il tecnico livornese. La Juventus gioca la miglior gara fino a quel momento: dopo poco più di un quarto d’ora è già 2-0 grazie alle firme argentine della Joya e del Pipita, con la Lazio praticamente non pervenuta allo Stadium. La ripresa è solo accademia, gestione senza rischi e senza troppe energie consumate; l’equilibrio in campo è perfetto ed Allegri decide che questo sarà lo schema definitivo, da utilizzare anche nelle partite più difficili in Champions League.

Sassuolo-Juventus 0-2 (22a giornata): altro allungo in classifica

Al Mapei Stadium va in scena una sorta di replica della gara di 7 giorni prima contro la Lazio: la Juventus risolve la pratica Sassuolo in 25 minuti con i goal di Higuaìn e Khedira e per il resto della partita controlla, con Buffon che all’occorrenza c’è sempre. Contemporaneamente la Roma cade al Ferraris di Genova contro la Sampdoria per 3-2 ed i bianconeri tornano a +7 dai giallorossi ed a +9 dal Napoli – 1-1 al San Paolo contro il Palermo. In questa giornata è lampante la grande capacità della squadra di approfittare di ogni passo falso degli avversari e di trarne vantaggio, acquisendo dei bonus da giocarsi in futuro, quando la Champions League toglierà energie fisiche e nervose. Nel finale scoppia un piccolo caso Dybala, che uscendo non stringe la mano porta di Allegri, ma sedato immediatamente.

Juventus-Inter 1-0 (23a giornata): la vittoria sporca

Il posticipo della quarta di ritorno propone il derby d’Italia: l’Inter arriva da 7 vittorie consecutive, il Napoli ha inflitto la sera prima 7 goal al Bologna e le vigilie delle sfide fra bianconeri e nerazzurri, si sa, sono sempre piene di veleno. Non solo le vigilie, ma anche i 90 minuti, perché nel primo tempo gli ospiti lamentano la mancata concessione di due rigori, prima del siluro di Juan Cuadrado che sblocca il risultato al 45’. La ripresa si apre con un mani evidente di Medel in area dell’Inter – non ravvisato dalla squadra arbitrale – e tutti i secondi 45 minuti si giocano in un clima tutt’altro che disteso, culminato col finale polemico: tanti ammoniti, espulso Perisic ed Icardi che al triplice fischio scaglia il pallone verso Rizzoli – gesto che gli costerà 2 giornate di squalifica.

Al netto degli episodi da moviola, la Juventus conquista una delle cosiddette vittorie “sporche”, come le definisce Allegri, raggiunta con i denti e la voglia di vincere, anche se non si è brillanti come si vorrebbe, e si porta momentaneamente a +10; la Roma vincerà poi 4-0 contro la Fiorentina e ristabilirà la distanza a 7 punti.

Juventus-Milan 2-1 (28a giornata): una Joya a tempo scaduto

Altra gara da non fallire per la Juventus è la classica contro il Milan: si anticipa al venerdì in vista del ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Porto. La settimana prima la vittoria del Napoli sul campo della Roma ed il pareggio dei bianconeri alla Dacia Arena contro l’Udinese aveva fatto salire il vantaggio a +8, il massimo stagionale, ed è necessario infilare un altro successo per concentrarsi sull’Europa con un rassicurante distacco in doppia cifra. L’incontro si mette subito bene per i bianconeri: la superiorità è schiacciante e le palle goal arrivano in serie. Al 30’ sblocca il risultato il primo centro di Medhi Benatia, 1-0 che dura però solo una decina di minuti perché nell’unica volta in cui il Milan si affaccia nella metà campo avversaria trova il pari con Bacca.

L’assedio dei padroni di casa prosegue nella ripresa, concedendo qualcosa ai rossoneri in contropiede. La porta di Donnarumma sembra essere stregata, fra miracoli del portiere e tiri che escono di nulla, fino all’injury time: Sosa viene espulso e l’arbitro Massa concede un supplemento di 30 secondi ai 4 minuti già stabiliti e proprio in questo extra-extra time che De Sciglio intercetta in area con un braccio un cross di Lichtsteiner e viene assegnato il calcio di rigore fra le mille proteste dei calciatori milanisti. Si incarica della battuta Paulo Dybala, dopo circa 3 minuti di discussioni, ma la Joya rimane freddissimo e batte Donnarumma che pure aveva intuito la direzione, vendicandosi del rigore sbagliato nella finale di Supercoppa Italiana a Doha.

Napoli-Juventus 1-1 (30a giornata): indenni al San Paolo

Dopo la sosta per le nazionali c’è l’ostacolo Napoli da superare per la banda di Allegri: i sudamericani sono tornati tardi e non al meglio – Cuadrado e Dybala partono dalla panchina -, Pjaca ha subito la rottura del legamento del ginocchio e Higuaìn gioca per la prima volta da avversario in quella che è stata casa sua per 3 anni, con tutto ciò che ne consegue, a livello emotivo soprattutto. La Juventus però parte fortissimo e al 7’ Sami Khedira fa 0-1 dopo una bel duetto con Pjanic; i bianconeri decidono di lasciare completamente il pallino del gioco agli azzurri che premono molto e trovano il pareggio al 60’ con Hamsik. Qualche rischio per Buffon nel finale – palo di Mertens - ma la partita termina 1-1, limitando i danni e mantenendo un buon vantaggio sulla Roma, vittoriosa 2-0 sull’Empoli, in vista degli ultimi due mesi densi di impegni, che culmineranno con lo scontro diretto dell’Olimpico. Il Napoli invece resta a -10, fallendo l’ultima chance di avvicinarsi e sognare lo Scudetto.

Pescara-Juventus 0-2 (32a giornata): lo scatto decisivo

Nel sabato prepasquale la Juventus fa visita al Pescara ultimo in classifica in una giornata che propone anche Roma-Atalanta, scoglio non indifferente per i giallorossi. Le energie spese nella gara d’andata dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona vinta per 3-0 potevano far pensare ad un possibile calo di tensione ma, come successo spesse volte in stagione, i bianconeri risolvono la partita nella prima frazione: Higuaìn mette a segno una doppietta al 23’ ed al 43’, in modo da gestire le forze nella ripresa e concentrarsi già alla sfida di ritorno del Camp Nou. Dall’Olimpico arrivano buone notizie, perché gli uomini di Spalletti non vanno oltre l’1-1 con la Dea, le speranze dei capitolini evaporano ed a 6 giornate dalla fine Max Allegri si trova a +8 sulla prima inseguitrice, con la possibilità di cominciare a programmare la festa per la conquista del titolo.

Juventus-Crotone 3-0 (37a giornata): che la festa cominci!

Dopo 3 gare a secco di vittorie contro Atalanta, Torino e Roma, la Juventus si gioca il match point Scudetto tra le mura amiche dello Stadium, contro un Crotone in formissima ed alla disperata ricerca di punti salvezza. Max Allegri sceglie di giocare con il miglior undici possibile perché c’è bisogno di chiudere ogni discorso ed ancora una volta il risultato viene deciso nei primi 45 minuti: prima Mandzukic e poi Dybala trovano i due goal che mettono in chiaro le cose. Alex Sandro all’83’ sigilla il 3-0 con cui si conclude l’incontro, prima che si scatenino i festeggiamenti per la conquista del sesto Scudetto consecutivo, subito dopo aver alzato anche la terza Coppa Italia di fila.

Per Allegri sono 7 trofei in tre anni: terzo allenatore più vincente di sempre nella storia bianconera, dietro solo a Trapattoni – 14 – e Lippi – 13 – e con la possibilità di salire a 8, diventando in assoluto il primo tecnico italiano a realizzare il Triplete, il 3 giugno a Cardiff contro il Real Madrid, una Champions League che sarebbe il suo decimo titolo in carriera, alla pari di Nereo Rocco.