La partitissima con cui si apre l’undicesima giornata di Serie A tra Milan e Juventus propone il confronto fra i due cervelli di rossoneri e bianconeri, che offrono diversi spunti di riflessione rispetto al modo in cui interpretano il ruolo. Miralem Pjanic contro Lucas Biglia.

Innanzitutto operano in due ambienti completamente diversi. Il bosniaco gioca davanti alla difesa in un 4-2-3-1 ed ha bisogno di un compagno faticatore che gli permetta di avere più libertà di movimento in fase di impostazione, anche se l’ex Roma ha imparato con il nuovo modulo a correre e preferire la quantità alla qualità quando la partita lo richiede. L’argentino invece è abituato ad avere i fianchi coperti in una linea a 3 o a 5, in modo da avere la protezione necessaria per alzare la testa e distribuire il pallone quando serve velocità oppure uscire palla al piede in fase di transizione.

Un’altra differenza fra i due sta nelle caratteristiche di impostazione. Biglia ha nelle corde il lancio lungo e l’imbucata verso gli esterni che tagliano verso il centro o che si allargano, mentre Pjanic preferisce il tocco corto o la palombella verso la punta in area di rigore, qualità che lo rende adatto anche ad un eventuale avanzamento sul terreno di gioco – anche se l’esperimento in posizione di trequartista non ha dato i frutti sperati. L’ex Lazio ha un grande senso del posizionamento in fase difensiva e quella grinta argentina che lo aiuta a vincere diversi contrasti fisici; l’ex Lione è forse un po’ meno efficace in tal senso ed ha una interpretazione del mediano più verso lo stile balcanico, senza dimenticare però che, come detto in precedenza, con il cambio di modulo voluto da Massimiliano Allegri nella scorsa stagione è diventato necessario per lui migliorare sotto l’aspetto dell’intensità.

Su un’altra cosa i due sono molto simili, cioè la straordinaria capacità nella battuta dei calci da fermo. Punizioni, rigori o calci d’angolo, entrambi sanno come rendersi utili per la squadra a seconda della situazione. Miralem Pjanic ha imparato allenandosi fianco a fianco con uno dei migliori specialisti della storia, ossia Juninho Pernambucano: ai tempi di Lione il bosniaco ha affinato la sua tecnica ed è diventato quasi infallibile, come dimostrato anche in Italia con la Roma e con la Juventus – per ultima, la punizione-goal contro lo Sporting in Champions League che ha avviato la rimonta. Dall’altra parte anche Lucas Biglia è un abile punizionista dai 20-25 metri: con la maglia del Milan non c’è ancora stata l’occasione di timbrare il cartellino, ma i tifosi della Lazio se lo ricordano molto bene. Anche quando si tratta di calci di rigore i due sanno cosa fare: Pjanic ha sbagliato finora solamente un tiro dal dischetto nella sua carriera, in Bosnia-Cipro, ed ha segnato tutti gli altri 6; Biglia invece ne ha tirati 17 in totale, realizzandone 13.