E’ il 9 gennaio 2016, anno del 116° compleanno della Società Sportiva Lazio. I biancocelesti conducono 1-0 sul campo della Fiorentina, il minuto è il novantadue. Sergej Milinkovic-Savic vince un contrasto al limite dell’area di rigore. Entra per inerzia del contrasto in area, ma sembra quasi perdere l’equilibrio. Quasi, appunto: perché riesce con un doppio tocco di suola a spostarsi prima la palla a destra e poi a sinistra, saltando i difensori viola come pali piantati su una pista di sci di fondo. Poi tiro di sinistro, un colpo da biliardo all’angolino: gol.

Tra la time-line dei momenti più significativi di Milinkovic-Savic in maglia biancoceleste, questo è sicuramente il più appropiato per presentare al pubblico un giocatore giovane (classe 1995, 21 anni) che è appena alla sua seconda stagione in Serie A. Il gol (qui sotto nel video) è il primo nel campionato italiano per Milinkovic, realizzato proprio nello stadio che aveva visitato qualche mese prima e che sarebbe potuto diventare la sua nuova casa italiana. Ma qualcosa è andato storto, a beneficio della Lazio, che è riuscita a strappare il ragazzone serbo alla concorenza della Fiorentina. L’esultanza, beffarda e provocatoria, presenta l’altra parte del giocatore, la forte personalità. Indica lo stemma della Lazio e intanto fa la linguaccia guardando la tribuna. Dimostrando massima sfrontatezza e spavalderia.



Quando nel gioco calcio la forza fisica incontra la tecnica, dall’appuntamento nasce qualcosa di speciale. Sergej è figlio della forza ma anche figlio della tecnica. Alto 192 centimetri per 77 chilogrammi, il centrocampista serbo della Lazio ha impressionato in queste due stagioni in Serie A per aver mostrato di saper conciliare queste due caratteristiche basilari: la forza fisica e la tecnica, che non sempre vanno a braccetto. Per questo si può considerare Sergej un giocatore dalle caratteristiche davvero molto particolari.

Arrivato dal Genk alla Lazio per circa 9 milioni di euro, Milinkovic nel primo anno in Italia ha collezionato 25 presenze in Serie A, 7 in Europa League e 2 in Coppa Italia. La contesa tra Fiorentina e Lazio, il clamoroso rifiuto e poi l’arrivo a Roma, hanno dato molta visibilità ad un calciatore appena 20enne pagato molto caro. Igli Tare si è sentito di investire 9 milioni perché credeva (e crede) molto nelle sue potenzialità. Tuttavia il giovane serbo ha faticato ad imporsi nel primo anno in Italia: 25 presenze in A, di cui molti spezzoni di partita. D’altronde la Lazio di Pioli aveva un undici titolare ben solido che l’allenatore emiliano tendeva a cambiare raramente. 4-3-3 con a centrocampo il trio Parolo-Biglia-Lulic.

Il ruolo

Stefano Pioli ha impiegato Milinkovic sempre da mezz’ala, Simone Inzaghi in queste prime partite ha cambiato modulo e ha permesso al serbo di esprimersi al meglio. Infatti col 3-4-1-2 Milinkovic si è posizionato dietro le due punte, qualche metro più avanti rispetto alla linea dei centrocampisti: ha potuto così interpretare il suo ruolo più congeniale, il trequartista, con esiti davvero soddisfacenti. Tanto che Inzaghi adesso fatica a rinunciarci: ad Udine ha messo Parolo a fare il vice Biglia per far giocare Milinkovic titolare, preferendo mandare in panchina Danilo Cataldi. Contro l’Udinese Milinkovic ha fatto la mezz’ala, ruolo che può interpretare, ma con più difficoltà.

Milinkovic non si può definire un vero e proprio trequartista. L'immagine del trequartista classico, derivante dal senso comune, è di un calciatore innanzitutto non così alto, spesso con baricentro basso, spesso dotato di ottima tecnica, buona rapidità ed altrettanta buona velocità. Nel calcio di oggi si fa fatica a trovare un trequartista puro: tutti hanno imparato a fare anche la fase difensiva, dal momento che il calcio odierno non prevede che ci si possa concentrare solo sulla trequarti di campo avversaria. Tutti i trequartisti, in qualche modo, sono anche altro. Milinkovic è un trequartista a modo suo: tanta fisicità, ottima tecnica. Un paragone scottante? Yaya Tourè.


Le caratteristiche

Milinkovic-Savic ha le caratteristiche di un trequartista moderno: tecnica, fisicità, ha un gran senso della posizione ed è fortissimo di testa.
Partiamo da quest’ultima caratteristica del giocatore. Il colpo di testa di Milinkovic può essere un fattore determinante per questa Lazio. Infatti Inzaghi - molto pragmaticamente, com'è nel suo stile - in fase di costruzione si affida ai centimetri del ragazzone serbo per iniziare l'azione. Oltre al gol (bellissimo) contro il Pescara, lo si può capire dai rinvii del portiere, tutti indirizzati verso Milinkovic, che raramente perde un contrasto aereo. L'abilità nel far prevalere la sua stazza fisica e la sua altezza lo rende uno dei più grandi colpitori di testa del nostro campionato. A farne le spese sono sempre i difensori avversari, che hanno costantemente difficoltà nel marcare il centrocampista serbo.



Altra caratteristica di Milinkovic Savic è l’uso della sua fisicità. Infatti il serbo è uno di quei giocatori che si esalta nel contatto fisico, nel contatto con l’avversario. Guadagnare spazi di campo con l’utilizzo del corpo: in questo Milinkovic è un maestro. Essendo molto alto e tecnico, a Milinkovic mancano le caratteristiche del centrocampista difensivo, anche per questo il ruolo di mezz’ala gli calza a pennello, perché per interpretare quel ruolo servono dinamicità e facilità di corsa, caratteristiche che non figurano nel repertorio del giocatore serbo. L’utilizzo del corpo a sfondamento, invece, è perfetto per chi gravita nelle zone di trequarti campo. Se si sommano a queste caratteristiche anche buona visione di gioco e buon senso della posizione, il risultato è di quelli speciali, da circodare con la penna rossa e con l'evidenziatore.

Sergej Milinkovic-Savic è anche un giocatore dalla tecnica raffinata. Ritorniamo al gol contro la Fiorentina, ma l'invito è anche quello di vedere il video a piè pagina per farsi un'idea migliore. Milinkovic controlla lo spostamento del corpo con una delicatezza di tocco davvero speciale. Quando porta la palla da' l'impressione di perdere da un momento all'altro l'equilibrio del corpo, ma la palla gli rimane incollata ai piedi come una calamita su un pezzo di ferro. In un'intervista di qualche tempo fa Sergej diceva di amare il futsal e che gli sarebbe piaciuto diventarne un giocatore professionista. Sempre in quell'intervista diceva che ha una famiglia di giocatori di basket e che sarebbe potuto anche diventare un cestista, se solo non avesse incontrato il pallone da calcio. Ecco: Milinkovic è un giocatore di basket con la tecnica di un giocatore di futsal, inserito in un costesto di calcio a undici. Descrizione virtuale che può rendere l'idea delle particolari caratteristiche di Milinkovic-Savic.

Giochi di suola, lanci lunghi, ma anche colpi di testa e contrasti fisici. Milinkovic è tutto questo, riassunto in una breve riga. La Lazio sa di avere un tesoro in casa e lo sta scoperchiando piano piano, con la premura con cui si aprono i regali più importanti. Inzaghi da qualche partita lo ha inserito stabilmente nel suo undici titolare, lui lo sta ripagando con gol, assist (quello ad Immobile contro l'Udinese, guarda caso, proprio di testa) ed ottime prestazioni. Il giovanotto serbo deve curare ancora qualche dettaglio importante: costanza di rendimento nell'arco dei 90 minuti e disciplina tattica. Ma quest'anno - ne siamo certi - potremo apprezzare sui campi del nostro campionato un giocatore di gran livello. Con la carta di identità che recita accanto alla data di nascita solo 06/08/1995.

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Micael Caviglia
Scienze della Comunicazione, scrivo su Vavel di Calcio, approfondendo la Lazio, la Premier League ed il tennis. Lo sport è cultura. Su Twitter sono qui