Una Lazio micidiale supera senza problemi il Genoa, vincendo per 3-1 e portandosi a quota 25 e a -1 dal secondo posto. Trascinati dai tremendi Keita ed Anderson, i ragazzi di Inzaghi passano subito in vantaggio grazie al brasiliano, dilagando nella ripresa grazie ad un rigore di Biglia e a Wallace. Inutile, per il Genoa, il momentaneo 1-1 di Ocampos. 

Padroni di casa che scendono in campo adottando un offensivo 4-3-3: davanti al secondo portiere Strakosha, difesa a quattro composta da Basta, Wallace, Radu e Lulic. In cabina di regia confermato Biglia, con Parolo e Milinkovic-Savic in qualità di mezzale. Ciro Immobile la prima punta, sostenuto ai lati dagli esterni Felipe Anderson e Keita. Solito mascherato 3-4-3, invece, per gli ospiti, in cui è Rigoni la cerniera tra centrocampo e pacchetto offensivo. Perin in porta, protetto dal trio difensivo formato da Izzo, Burdisso ed Orban. Sulle fasce della zona mediana del campo, Edenilson e Laxalt, Veloso e Rincon al centro. Completano l'undici di Juric, Ocampos e Leonardo Pavoletti.

Gara subito offensiva da parte della Lazio, che già al 7' potrebbe segnare se il tiro di Milinkovic-Savic non fosse blando e poco potente. La conclusione del centrocampista è però solo il preludio al gol, giunto tre minuti dopo e grazie ad una rete di Felipe Anderson, bravissimo a ribadire in rete una respinta corta della difesa, battendo Perin con un collo esterno preciso ed imparabile. Al 13' si mette in luce Keita, che con il suo tiro di poco alto conferma un inizio stellare da parte dei suoi. E' un momento perfetto per la Lazio, partita a razzo e sempre pericolosa ogni qualvolta tenta una progressione offensiva. Al 21' doppio intervento di Orban sulle conclusioni di Immobile, un minuto dopo è invece poco precisa la zampata di Pavoletti, avventatosi come un falco su un cross basso di Laxalt. Trascorsa la mezz'ora, batte ancora un colpo Ciro Immobile, il cui colpo di testa è però debole e dunque velleitario. Non ci sono altre emozioni, per un primo tempo che si chiude con un solo minuto di recupero.

Seconda frazione che inizia con la Lazio sempre avanti, al 47' vicina al raddoppio grazie ad un tentativo, poco proficuo, di Anderson. A segnare è però il Genoa, con Ocampos che al 52' trafigge Strakosha bucando precedentemente la disattenta difesa laziale. Poco male, comunque, per i padroni di casa, che senza perdersi d'animo si proiettano in avanti conquistando, appena cinque minuti dopo, un preziosissimo calcio di rigore grazie ad un Anderson guizzante ed atterrato di area da Orban. Sul dischetto va Biglia, che centralmente batte Perin riportando i suoi in avanti. E' la molla che fa scattare l'Aquila di Roma, praticamente in pieno controllo del match e di fatto abile a mettere alle corde un Genoa inconcludente e privato di Pavoletti, causa infortunio, al minuto sessantuno. 

La tenuta atletica dei ragazzi di Inzaghi, inoltre, li porta a creare tantissimo e a segnare ancora al 66', quando Wallace mette in rete il pallone dopo una furiosa carambola. La rete terz rete di casa ammazza il Genoa, praticamente impotente contro un collettivo a tratti davvero imbattibile. Al 71' bella parata di Perin su Keita, pescato però in offside. Poche emozioni, comunque, fino a fine gara, con il solo Ninkovic pronto a colpire trovando però Strakosha. La fase finale di gara non registra altro, accendendosi a causa di una serie di battibecchi tra i presenti, con Orban che addirittura viene espulso. Finisce così, con la Lazio in festa ed il Genoa mestamente sconfitto.

Una partita praticamente perfetta da parte dei laziali, tonici e mentalmente concentrati anche dopo il momentaneo pareggio. I ragazzi di Inzaghi non si sono infatti mai persi d'animo, riportandosi in avanti e mettendo alle corde un Genoa impotente dinanzi a tanta foga agonistica. Solo applausi, dunque, per i biancocelesti, tanto criticati ad inizio stagione ma ora al centro di un grande momento di forma. Poco da dire, invece, ai Grifoni, che non hanno meritato né creato troppi pericoli alla retroguardia biancoceleste. Migliore in campo per i padroni di casa, Felipe Anderson. Per gli ospiti in evidenza Ocampos.