Keita Balde e la Lazio: un discorso che nell'ambiente capitolino circola ormai da diverso tempo. Nel match contro l'Empoli, il 21enne senegalese si è dimostrato ancora una volta decisivo entrando dalla panchina; freschezza sulla fascia, dinamicità, giocate interessanti e soprattutto il goal decisivo che ha regalato alla squadra di Inzaghi tre punti d'oro per continuare ad inseguire il sogno europeo. Il settimo sigillo stagionale gli permette di raggiungere il record personale di reti in una singola annata, dopo i sette realizzati in Primavera nel 2012-13. E' seguito da diversi club italiani e stranieri ma ha ribadito alla stampa che continuerà a dare tutto per la maglia nonostante il suo contratto in scandenza nel 2018. 

"Ho salutato e ringraziato i tifosi a fine partita, soltanto quello. E' stata una vittoria sofferta, ma molto bella. Sono felice per i tre punti portati a casa. Provo sempre ad essere decisivo, voglio aiutare la squadra con accelerazioni, gol e assist. Io gioco sempre così. Rinnovo? Parliamo soltanto del campo. Ringrazio Dio per aver segnato il gol-vittoria. Con i compagni mi trovo benissimo, siamo tutti professionali. Ci stanno anche i rimproveri."

Per adesso i tifosi se lo godono almeno fino a fine stagione, poi si vedrà. Intanto è di vitale importanza tornare in Europa, e grazie all'apporto di questo straordinario talento la Lazio può davvero centrare l'obiettivo. Simone Inzaghi, per adesso, gli ha cucito un ruolo diverso dal solito che si sta rivelando più determinante che mai: entrando dalla panchina può sfruttare al meglio le proprie doti tecniche e di velocista, mettendo a soqquadro le retroguardie avversarie. L'esempio più chiaro è stata la trasferta di Empoli, con la squadra di Martusciello che non è riuscita mai a prenderlo sulla fascia nonostante una buona organizzazione difensiva. 

Questo caso tecnico è simile alla situazione di Mertens durante l'era Benitez e il primo anno di Sarri. Il tecnico spagnolo preferiva farlo entrare a partita in corso per spaccare gli equilibri così come ha fatto Maurizio Sarri nel suo esordio sulla panchina azzurra. Keita è simile al belga, probabilmente dalla sua parte ha solo qualche muscolo e centimetro in più, ma ciò che conta è il suo straordinario impatto che lo rende un vero e proprio jolly a disposizione di Inzaghi, tecnico che lo ha risollevato dopo le ruggini di inizio stagione con la società.