Milan-Barcellona ha portato consapevolezza  per un Milan in cerca d'identità in questo avvio di stagione, ma soprattutto ha riconsegnato a San Siro una grande stella: Riccardo Kakà è tornato, nella gara forse più importante, in quella in cui poteva davvero risultare determinante . Cinque anni dopo l'ultima partita in Champions con la maglia del Milan.

Allegri ha avuto ragione, ancora una volta e il talento del brasiliano ha fatto il resto. Dato per giocare finito ha dimostrato che può dire ancora la sua, eccome. L’amore per la maglia che a Riccardo Kakà è impagabile: si è fatto trovare pronto e all’altezza della situazion, i eri sera ha voluto dare l’esempio. Ha abbandonato il suo ruolo di trequartista, spostandosi all’ala e, all’occorrenza, ha fatto il terzino per inseguire le sgroppate di Dani Alves. Sembrava un ragazzino, ha corso per 70 minuti in copertura per diventare quasi terzino aggiunto. 

Ha difeso palla nell'attesa che la squadra salisse, ha prodotto guizzi che hanno strappato l'applauso dei tifosi, ma si è anche prodigato.  “Ho giocato così tante volte contro il Barcellona in questi anni. Ho visto sulla mia pelle l’importanza di chi fa l’esterno e può aiutare in marcatura e nel raddoppio. Io e Birsa ci siamo messi a disposizione della squadra, abbiamo disputato una partita di sacrificio Ho sentito il pubblico, mi hanno dato così tanto affetto. Sono riuscito a bruciare le tappe. È veramente bello giocare a San Siro con questa atmosfera, sentire il coro che mi dedicano è una sensazione magica. Qui c’è sempre un ambiente favorevole per dare il meglio. E mi diverto, cerco di ritrovare la migliore forma, per il Milan faccio quello che è giusto, anche fare il terzino. Ho servito l’assist per Robinho, sono soddisfatto di quello che ho messo in mostra”

Una scommessa vinta, quella di ieri sera a S.Siro da parte della dirigenza rossonera: oggetto del desiderio di Adriano Galliani e dei molteplici tifosi rossoneri che a fine agosto,  hanno gioito alla notizia che finalmente il brasiliano avrebbe fatto ritorno  nella squadra che lo ha reso un campione. Kakà non sarà più il giocatore inarrestabile del 2007, sono  pur sempre passati gli anni e gli acciacchi si fanno sentire, ma vederlo giocare quando è in forma rimane un piacere.

Accanto a Kakà c’è Robinho: ha capito che può ritrovare la maglia del Brasile anche grazie alla Champions e a perle come quella di ieri  sera.  Erano da mesi che il mondo rossonero non vedeva il brasiliano così, forse dai tempi di Ibra. Il dialogo tra i due brasiliani in maglia rossonera funziona e incanta. Ma questa non è una novità. Funzionava piuttosto bene anche sotto le insegne della bandiera verdeoro. Sarà fondamentale la controprova del Camp Nou: tra due settimane il Milan capirà meglio dove lo può portare questa stagione, cominciata male. I tifosi rossoneri sperano di vedere sfruttare tutti e tre insieme Kakà, Balotelli ed El Shaarawy.