Il problema difesa per il Milan è una questione che si protrae ormai da diversi anni, ovvero dagli addii di Nesta e Thiago Silva, gli ultimi difensori centrali di livello internazionale che hanno consentito ai rossoneri di vincere e di lottare per obiettivi importanti. Dopo di loro si sono alternati in moltissimi davanti ai vari Abbiati e Diego Lopez, ma con scarisissimi risultati.

Mexes fu preso a parametro zero dalla Roma per diventare l'erede di Alessandro Nesta, ma i suoi limiti di concentrazione e qualche atteggiamento poco professionale lo hanno fatto cadere in disgrazia per diversi periodi. Nell'ultimo anno sono stati ingaggiati prima Alex, in uscita dal Psg e poi Paletta. Il primo ha avuto più infortuni che presenze, vista anche l'età non più giovanissima, mentre il secondo ha fornito un discreto apporto da gennaio, ma sicuramente non potrà da solo cambiare il volto del reparto arretrato della squadra di Mihajlovic. Ely è un giovane di buone prospettive, mentre gli altri, come Zaccardo, Albertazzi e forse Zapata, sembrano destinati a partire con il primo che rimarrà uno dei più grandi misteri del Milan degli ultimi anni.

Sulle fasce, la rosa a disposizione di Mihajlovic non richiede ulteriori ritocchi, viste anche le buone prestazioni di Calabria, che potrebbe essere una buona alternativa sulla destra ad Abate, mentre a sinistra il duo Antonelli-De Sciglio pare affidabile, infortuni permettendo.

Sistemato l'attacco, Galliani dovrebbe concentrarsi prima di tutto sullo sfoltire il reparto difensivo e poi sull'acquisto di due centrali di livello. Romangnoli, Laporte, Garay e Maksimovic sono nomi interessanti e anche costosi, ma per tornare a vincere servono difensori forti e un'ottima fase difensiva di squadra, due cose che sono mancate al Milan nelle ultime tre stagioni. 

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Matteo Leone
Sono un appassionato di calcio, basket e tennis che pratico più o meno agonisticamente da anni. Il modo più bello per poter parlare di sport è quello di giornalista così ho lavorato per due anni in un settimanale sportivo di Torino e poi per altri due anni in una trasmissione televisiva di una rete privata.