Prima definisce il gruppo cinese solido e serio, poi parla dei cinesi come dei "mangia bambini". Vai a capire che cosa ondeggia nella testa e nella mente di Silvio Berlusconi. Da almeno un anno parla della necessità di trovare nuovi soggetti per rilanciare il Milan, ma anche quando la cessione sembra ad un passo, alla fine l'ultimo passo non arriva mai.

La trattativa con il gruppo cinese rappresentato da Sal Galatioto esiste ed è in piedi, pure in esclusiva come da accordo scritto e firmato dalle due parti lo scorso 15 Maggio. In più la situazione sembra essere delineata molto bene in ogni suo aspetto: valutazione del club, quote da acquisire, ruoli da assegnare, idee per il mercato e per il merchandising del club rossonero. Eppure... Eppure c'è sempre la sensazione che Silvio Berlusconi sia pronto all'ennesimo colpo di scena, all'ennesimo improvviso ripensamento per "colpa" del troppo amore che lo lega ai colori del Milan che lui ha reso così grandi negli ultimi 30 anni. La situazione attuale, però, consiglierebbe una sterzata netta e rapida alla luce degli ultimi risultati sportivi. Quella che, almeno sulla carta, i nuovi investitori potrebbero provare a realizzare. Senza però il permesso dell'attuale padrone del Milan tutti i progetti e le idee resterebbero solo sogni tanto allettanti quanto irrealizzabili.

Silvio Berlusconi, espn.com
Silvio Berlusconi, espn.com

Ci sono dei paletti in questo affare da cui comunque Berlusconi non si può tirare indietro. Per esempio, passato il 2 Giugno, bisogna per forza arrivare al 15 e prendere una decisione definitiva: firma del preliminare di vendita oppure tanti saluti ai cinesi, a Sal Galatioto e all' offerta da circa 700 milioni di euro. Due strade nette, due vie tanto chiare quanto diverse che in un modo o nell'altro influenzeranno il prossimo futuro del Milan. Già oggi, nel tradizionale pranzo ad Arcore con i figli e i manager di Fininvest, si potrebbe capire meglio l'orientamento di Berlusconi. Quello di Fininvest è arcinoto e sarebbe per chiudere anche domani. La variabile Berlusconi, però, non è sotto il controllo di nessuno.