Sin dal suo arrivo al Milan nel Gennaio del 2014, Suso chiedeva solamente di poter giocare con un minimo di continuità e di fiducia da parte di allenatore e ambiente per provare a mettere in mostra le proprie qualità tecniche. Nè Inzaghi nè Mihajlovic gli hanno mai permesso di mettersi in mostra per davvero e allora ci sono voluti i sei mesi al Genoa della scorsa stagione per iniziare ad accorgersi dei colpi di questo spagnolo.

Preziosi ha provato a chiedere nuovamente Suso all'amico di Galliani, ma si è scontrato contro il muro eretto da Vincenzo Montella nei confronti dell'ex Liverpool. Suso da Milanello non si muove, questo più o meno il pensiero del nuovo allenatore del Milan che dopo averlo visto all'opera nei primi giorni di ritiro ha intuito che Suso potesse diventare una pedina interessante per il suo 4-3-3. Fascia destra, con richiesta sia di andare sul fondo per mettere palloni in area, sia di rientrare verso il piede preferito. E poi libertà di movimento nell'accentrarsi per creare gioco e lasciare libera la corsia al terzino di turno. Tutti compiti che Suso ha svolto bene nelle prime due partite. Basta andare a riguardare il primo gol del Milan contro il Torino per vedere lo spazio lasciato libero per la corsa di Abate, oppure la rete di Niang contro il Napoli per poter apprezzare la tecnica dello spagnolo nell'accentrarsi e nel servire il compagno di squadra.

Il tiro di Suso al San Paolo, images2.corriereobjects.it
Il tiro di Suso al San Paolo, images2.corriereobjects.it

Al San Paolo, poi, oltre all'assist, è arrivata pure la gioia personale con il gol del momentaneo 2-2. Un piccolo saggio di talento e tecnica individuale, tre tocchi appena per mettere il pallone a terra e scagliarlo nell'angolo alto lontano alle spalle di Reina. Una rete che ha fatto calare il silenzio sul San Paolo e che ha mostrato una scintilla di talento puro partire dai piedi di Suso. Montella a questo punto non può che insistere su di lui in quella posizione del campo e questa sosta può essere utile per entrambi. Al tecnico del Milan per lavorare sui meccanisimi e sulle alchimie di squadra, per lo spagnolo per cercare di assimilare sempre meglio quello che il nuovo allenatore gli chiede. Suso di recente ha definito Montella un allenatore dalla "mentalità spagnola". Fiducia e mentalità, due degli elementi con cui questo Suso guadagna posizioni  nel Milan dell'Aeroplanino.