Il conto alla rovescia è già partito, gli operatori di mercato corrono, gli affari si rincorrono, i calciatori cambiano maglie firmando contratti e autografi. L'ultimo giorno della giungla del calcio, il calciomercato appunto, sta per esaurirsi e il suo Re, sta in disparte, quasi a godere dello spettacolo che egli stesso ha reso grande e che oggi altri attori recitano. 

Solo cessioni, si spera, e nulla più. L'ultimo giorno di mercato dell'ultimo Milan italiano rispecchia in toto quello che è stato il trend: qualche acquisto, insoddisfacente per la tifoseria e forse per l'allenatore. Tanti obiettivi dichiarati e tante delusioni. Tante delusioni al punto da non illudere più nessuno. Il Milan è questo e a meno di clamorosi colpi di scena resterà questo. Con il prestito di Mario Pasalic - classica operazione da Milan del nuovo millennio - il calciomercato in entrata potrebbe essere chiuso. In uscita invece, ancora qualcosa potrebbe accadere. Relegato nella maestosa sede di Casa Milan, il vecchio Condor è lavoro per cercare una sistemazione a Diego Lopez e Vergara dopo aver trovato nell'Empoli un alleato sul fronte José Mauri

Adriano Galliani, del soprannome che lo ha reso celebre grazie al film di Sydney Pollack, ha perso tutto. Il Condor non c'è più, sbranato a piccoli morsi dagli avversari più duri da combattere: l'orologio del tempo e il dio denaro. La carta d'identità non è delle più incoraggianti, ma un Condor della sua specie resta tale fino alla fine dei giorni. Ciò che lo ha portato in basso, è il mancato rinnovamento di una strategia ormai conosciuta da tutti. Sì, perché Adriano Galliani ha fatto scuola e con o senza denari e sempre riuscito a guadagnarsi una deliziosa mousse al cioccolato, come direbbe Carlo Pellegatti. La fase di perlustrazione, il depistaggio, e l'affondo tra i vicoli di una città a lui amica. Il credo di Adriano è stato scovato e replicato. Ora, tutti hanno le idee chiare, e il povero Condor senza portafogli è rimasto a bocca asciutta, senza alcuna preda da catturare. 

Ora, quando sarà concluso un mesto ultimo giorno di scuola, la sfera della verità passerà nelle mani di qualche altro soggetto. I nuovi proprietari, legati da un filo conduttore di nome Marco Fassone, sono pronti all'insediamento. Spetterà a loro soltanto scegliere: affidare l'ultima missione, o riportate sulle Ande - habitat naturale di questo Avvoltoio - il Condor. La sensazione è che il nuovo Milan non sarà spinto da idee e colpi dell'ex dirigente monzese, al timone del Milan da 31 anni ormai. Tutto deve ancora essere scritto e deciso, ma coloro che acquisteranno il club - non sono fatti i nominativi semplicemente perché non c'è ancora assoluta chiarezza - seguono e hanno seguito con attenzione le vicende legate al Milan negli ultimi anni. Gli affari, che il tempo ha rivelato trattarsi di zavorre sono molti e difficilmente verranno dimenticati. Di questi errori, dovrà rispondere proprio il Condor, giunto all'ultimo giorno di un parco divertimenti creato da egli stesso che ora gli ha vietato l'accesso. Il suo giro, i suoi viaggi e le sue cene potrebbero concludersi così, lontano da riflettori e paparazzi, nella desolazione in cui un vero Condor delle Ande - o della California - ama vivere la sua breve e cruda realtà.