Questa mattina, sulle pagine del Corriere della Sera, un'interessante intervista a Vincenzo Montella, il quale racconta i suoi primi mesi da allenatore rossonero: "La responsabilità c’è a prescindere se alleni il Milan, però fa piacere ci sia tanta fiducia. E dire che io non sono uno che coltiva molto le relazioni, non sono un ruffiano. A Milano mi trovo bene sul posto di lavoro. Ho capito che è una città che offre molto, soprattutto alla sera, da allenatore dico ahimé! Vivo a San Siro, mi piace Brera".

Il tecnico campano sembra essere la persona giusta per rilanciare questo Milan: "A che punto è il mio progetto? Abbiamo raggiunto risultati medio-alti rispetto alle nostre aspettative, con possibilità di crescita. A me piace che attorno alla squadra ci sia un clima di ottimismo e ci sia anche nella testa dei giocatori. Bisogna essere positivi per migliorare".

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Montella parla poi del grave infortunio subito da Riccardo Montolivo: "Credo sia quasi insostituibile, garantisce le due fasi, ha un peso in squadra e nello spogliatoio. Sarà una perdita anche maggiore di quanto si possa pensare. Le contestazioni nei suoi confronti? Essendo il capitano, uno dei giocatori più rappresentativi, presente in questi ultimi anni di risultati inferiori alle aspettative è stato il più preso di mira. Giocare per il Milan comporta anche farsi scivolare tutto addosso. Se Locatelli è già pronto? Nelle ultime partite è entrato sempre in momenti decisivi, quindi ha la mia massima fiducia. Nel contempo bisogna ricordare che ha 5-6 spezzoni di partite in serie A. Mi sarebbe piaciuto farlo crescere più lentamente". Milan a caccia di un centrocampista? "Ci servirebbe un giocatore con le caratteristiche di Montolivo, che sappia giocare anche in un centrocampo a due. Fabregas? Non ha proprio quelle caratteristiche".

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Chiusura su Silvio Berlusconi e i giovani: "Quello dei giovani italiani è un progetto di Berlusconi, lui ne avrebbe voluti 11 titolari. Cosa mi dice quando ci sentiamo? La prima domanda è: chi sono i due attaccanti? Io gli rispondo: quindi non possiamo giocare a tre". 

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