Tre punti, ma con tanta sofferenza per il Milan, che batte il Crotone all’ultimo respiro, grazie alla rete in Zona Cesarini di Lapadula, che regala una vittoria fondamentale in una gara apparentemente stregata. Un Crotone senza paura, che va in vantaggio a metà del primo tempo, con Falcinelli, ma Pasalic riesce a pareggiare a ridosso del pari, mentre Niang spreca il rigore nella ripresa. Ci pensa uno stoico Lapadula a gelare gli ospiti e a rilanciare il Milan in alta classifica. Per ora, è secondo posto in solitaria, in attesa del Derby della Capitale, con tre punti in più della Roma e quattro in meno della Juventus capolista. Crotone fanalino di coda, con sei punti all’attivo.

Diversi cambi a centrocampo per il 4-3-3 di Montella, che lascia a riposo Kucka e deve rinunciare anche a Bonaventura per un guaio muscolare: spazio, quindi, a Sosa e Pasalic, che supportano Locatelli nel cuore della mediana, mentre Suso e Niang affiancano Lapadula nel tridente offensivo. Difesa-tipo, con Paletta e Romagnoli centrali, assieme ad Abate e De Sciglio terzini, davanti a Donnarumma tra i pali.
Modulo speculare per il Crotone di Nicola, che si affida a Falcinelli punta centrale, coadiuvato dagli esterni Trotta e Stoian, con Capezzi e Rohden ali basse, assieme a Crisetig in cabina di regia. Ferrari e Ceccherini al centro della retroguardia, assieme a Martella e Rosi sulle fasce, Cordaz in porta.

Dopo il minuto di silenzio per commemorare la Chapecoense, Marco Di Bello dà il via alla gara: nelle prime fasi di gioco, nonostante il possesso palla prolungato dei rossoneri, sono gli ospiti a rendersi più pericolosi, con Capezzi, che fa esplodere una conclusione dalla lunga distanza, ma Donnarumma riesce ad opporsi e a mandare in angolo, dopo soli otto minuti di partita. L’aggressività del Crotone in avvio di gara non impedisce al Milan di creare e dai piedi di Lapadula arrivano le prime occasioni: al 19’ Cordaz blocca un suo mancino in area, mentre Ceccherini anticipa all’ultimo respiro l’italo peruviano, impedendogli di presentarsi a tu per tu col portiere ospite, un minuto dopo. La tattica del Crotone è piuttosto evidente, si cerca di contenere il giro palla dei rossoneri, per poi pungere con le ripartenze: infatti al 27’, Stoian in contropiede trova Rohden, che serve Falcinelli a rimorchio e beffa Donnarumma, regalando il vantaggio dei calabresi. Il Milan accusa il colpo e prova a reagire, giocando prevalentemente sulle fasce, con Suso e Niang attivi. Proprio il francese, al 40’, sciupa una grandissima occasione da rete, ritrovandosi in solitaria davanti al portiere, ma temporeggia troppo nel controllare la sfera e il Crotone salva in angolo. Nel calcio d’angolo seguente, arriva il pari rossonero: il cross arriva a Paletta, che fa sponda per Pasalic e firma il gol del pareggio al minuto 41’ del primo tempo, portando le due squadre all’intervallo con il punteggio di uno a uno.

Si riparte nella ripresa ed è subito un Milan aggressivo, ma sprecone: al 48’, Abate serve Lapadula sulla linea di porta, ma l’attaccante sbaglia un gol già fatto. Cinque minuti dopo, la punta viene atterrata in area da Crisetig ed è rigore per i rossoneri: Niang si presenta sul dischetto, ma si fa neutralizzare da Cordaz. Dopo una serie infinita di errori a centrocampo per entrambe le formazioni, il Crotone prova a gelare i padroni di casa con le ripartenze: Trotta riceve l’invito di Falcinelli e spara un missile dal limite dell’area, ma Donnarumma è reattivo e blinda la rete. I rossoneri, con pochi minuti a disposizione, tentano il tutto per tutto, con un 4-2-4 disegnato da Montella: Luiz Adriano al 77’ va vicino al gol, ma si fa anticipare all’ultimo da Ceccherini, ma il gol della vittoria arriva nove minuti dopo, al minuto 86’, con Lapadula, che segna dal cuore dell’area sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Honda. Con il punteggio di due a uno, il Milan resiste agli assalti finali della truppa di Nicola e si porta a casa tre fondamentali punti per la rincorsa nelle posizioni di vertice e si porta al secondo posto solitario.

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Giorgio Giovannini
Tradito dal suo riconoscibilissimo accento veneto, è un fedelissimo seguace della Reyer Venezia, ma il suo vero credo è LaVar Ball. Quasi pendolare tra Venezia e Londra, con tappa a Milano per le sue fedi calcistiche: Milan e Tottenham. Appassionato di stadi, specialmente quelli britannici.