Come troppo spesso succede, soprattutto nel calcio, il risultato finale altera in maniera evidente giudizi e opinioni su quello che si è appena visto in campo. Accadrà così anche per Milan-Cagliari. Fino al minuto '88 circa i giudizi sui rossoneri, su Montella e sui suoi cambi erano di un certo genere, mentre non appena Bacca ha scaraventato in porta su assist da terra di Lapadula qualcosa sarà sicuramente cambiato. Eppure 15 secondi non possono far dimenticare tutto quello che si è visto per quasi tutta la partita.

Il Milan ha vinto e si deve tenere stretti tre punti fondamentali perchè prima di lui Inter, Roma e Lazio avevano conquistato la vittoria, anche loro al termine di prestazioni non troppo convincenti. I rossoneri, però, hanno rischiato in maniera concreta di rimanere a secco per la terza partita di fila in campionato, contro una squadra che aveva incassato ben 42 reti prima di scendere in campo a San Siro. Eppure Rafael ha compiuto la prima parata importante nel quarto d'ora finale, su una conclusione dal limite dell'area di Suso. Il Cagliari ha impiegato circa 10 minuti per capire come non doveva giocare contro i Montella boys. Meglio lasciar perdere pressione alta e linee corte, con la difesa a trequarti campo. Tutti dentro alla propria metacampo, con la linea difensiva piantata al limite dell'area per togliere profondità agli attaccanti del Milan e raddoppi continui sugli esterni per impedire a Niang e soprattutto Suso di creare gioco, anche grazie alle sovrapposizioni dei terzini.

Bacca contrastato da Di Gennaro, stadiosport.it
Bacca contrastato da Di Gennaro, stadiosport.it

Forse il Milan e Montella si aspettavano una scelta di questo tipo ad un certo punto della gara da parte dei sardi, visto che i rossoneri avevano scelto una squadra offensiva, con un centrocampo di fatto privo di interditori puri e tre punte vere come Suso, Niang e Bacca. A proposito del colombiano, la sua astinenza dal gol è finita con la stoccata che bucando Rafael ha deciso la partita. Fino a quel momento il colombiano non era stato molto diverso da quello in generale visto in Italia dal suo arrivo. Bacca non fa nulla per cambiare l'opinione che si ha su di lui: gioca in un certo modo, se segna è decisivo, se non segna diventa quasi irritante. Prendere o lasciare, più o meno quello che deve avere pensato Montella la scorsa estate di fronte agli interessamenti di mercato che erano arrivati per El Peluca. Alla fine, un po' per scelta e un po' per necessità, Milan e Aeroplanino hanno dovuto prendere e da quel momento ogni gara è diventato una sorta di esame in maglia rossonera. I numeri dicono ancora che ha una media di un gol ogni due partite, ma con un Lapadula sempre più nel cuore dei tifosi servirà fare qualcosa in più.

Un piccolo spazio lo merita anche il numero 9 perchè di nuovo è stato decisivo pure lui. Il gol del Milan è un episodio, ma a farlo girare a favore dei rossoneri è stata ancora una volta la cattiveria agonistica dell'ex Pescara. Dentro a quell'area si gira e quasi sembra che si debba aggrovigliare, la lucidità di toccare quel pallone da terra per servirlo a Bacca è però un segnale di quanto Lapadula sia calato dentro alla realtà di questo Milan. Il risultato prima di tutto, i punti per la classifica vengono prima di gol e soddisfazioni personali. Montella se lo tiene stretto, una scossa elettrica per la squadra quando entra dalla panchina, un giocatore pronto a correre per due quando inizia dal primo minuto. Un esempio da seguire per questo Milan, per tornare in Europa non basterà il fioretto, ma serviranno anche sciabola, voglia e sudore.