L’ultima partita del turno di recupero infrasettimanale di Serie A si è giocata al Dall’Ara, il cui prato è stato calcato dai 22 di Bologna e Milan. Gli emiliani, prima dell’umiliazione subita sabato sera dagli uomini di Maurizio Sarri, erano reduci da un invidiabile stato di forma, che ha propiziato loro ben 11 punti in 6 giornate. Questo non vale di certo per il Milan, che prima di arrivare a Bologna ha dovuto sopportare, tra campionato e Coppa Italia, la bellezza di 4 sconfitte (Napoli, Juve, Udinese, Sampdoria).

Le formazioni sono specchiali: Donadoni e Montella optano entrambi per un 4-3-3, seppur differente per peculiarità dei singoli interpreti. Il Bologna schiera Da Costa tra i pali (Mirante infortunato), una difesa a 4 variata dopo la disfatta col Napoli (Krafth a destra, Maietta e Gastaldello centrali con Mbaye laterale sinistro), supportata dal lavoro di Pulgar metronomo della squadra davanti alla linea difensiva, mezzeali Nagy e Blerim Dzemaili, e il tridente (da sinistra) composto da Krejci, Destro e Verdi. Per quanto concerne invece il Milan: a difendere l' ormai imprescindibile Donnarumma tra i pali, Romagnoli torna centrale con Paletta dopo l’esperienza come terzino contro la Samp, e le fasce laterali vengono coperte da capitan Ignazio Abate e Leonel Vangioni (che ritrova la titolarità dopo 300 giorni esatti dall’ultima volta con il suo River Plate). A centrocampo Pasalic sul centrosinistra viene preferito a Bertolacci, la posizione di vertice basso spetta a Locatelli (assenti Montolivo infortunato e Sosa squalificato), mentre Juraj Kucka prende la sua zona sul centrodestra. Il reparto offensivo rossonero, orfano di Jack Bonaventura, si affida a Gèrard Deulofeu, Carlos Bacca e Suso (solo un gol e 0 assist nelle ultime 8 per lo spagnolo).

La partita abbraccia subito il tema che ci si attendeva: il Bologna concede il primo possesso al Milan con l’intenzione di sfruttare gli errori di impostazione avversari. La deconcentrazione che gli uomini di Donadoni hanno dimostrato contro il Napoli, però, si ripresenta al 4’ minuto della gara quando il Milan sfiora il gol con Gèrard Deulofeu: Paletta è libero di impostare, vuole un cambio campo sul versante sinistro nel quale Krafth va in confusione, tentando un improbabile retropassaggio di testa che favorisce lo spagnolo. L’errore sarà poi dell’esterno del Milan, che sceglie di calciare con un angolo di porta esiguo invece di servire il rimorchio di Suso, lasciato inspiegabilmente andare libero in area di rigore da Krejci. Dalla respinta del tiro di Deulofeu maturerà poi la possibilità di tap-in per Pasalic che aveva seguito l’azione, il quale però spara alto sopra la traversa con un destro di collo pieno.

Nei 10 minuti successivi il Milan troverà gli sbocchi della propria manovra principalmente sulle fasce: l’avanzata dei terzini crea superiorità numerica laterale, favorendo i cross e conseguentemente i corner. Paradossalmente, uno di questi, al 14’ minuto, genera la più grande occasione per il Bologna, che sugli sviluppi del corner battuto da Deulofeu si allunga in avanti con velocità, portando un 4 - 4 all’altezza dell'area di rigore milanista. Il pallone è sul sinistro di Verdi, che ha 2 scelte: quella di tirare dai 25 metri senza alcuna marcatura o servire nel corridoio a sinistra con un comodo piattone Krejci, che aveva bruciato Paletta nel coast to coast. Verdi poi si fa ingolosire dalla voglia di tirare e sicuramente fa la scelta sbagliata consegnando di fatto il pallone a Donnarumma, con un debole mancino.

La seconda notevole occasione per i padroni di casa si rivelerà 5 minuti più tardi, con l’errore di Bacca in costruzione di manovra che serve all’indietro Krejci, il quale verticalizza subito per l’ottima sponda di Destro che completa il dai e vai, consentendo a Krejci l’uno contro uno con Paletta sui 25 metri. Krejci vince il duello con un rimpallo (resta comunque il migliorabile approccio al contrasto di Paletta, visto il baricentro troppo alto del difensore che si è fatto trovare esageratamente piatto), arriva poi da solo in area trovando l’uscita di un maestoso Donnarumma, che impedisce la comoda preparazione per il tiro a Krejci e salverà un gol non solo con la parata, ma con la scelta di uscire in anticipo sull’esterno rossoblu.

Al 36’ l’episodio che cambia la partita: un pigro rientro del centrocampo milanista dopo una manovra fallimentare consente a Krafth di servire Dzemaili che può andare a campo aperto, altro 1 - 1 con Paletta stavolta al limite dell’area, ancora perso da Paletta che si fa trovare ancora una volta troppo verticale con il corpo. Secondo giallo per il difensore di Montella, Milan in 10 con un’ora di gioco da disputare. Il Milan si adatta quindi in un 4-3-2 in fase di ripiego, con Suso costretto a fare il doppio lavoro come esterno offensivo nel 4-2-3 in situazioni di attacco. Negli spogliatoi si andrà sul pari, 0-0, con un Milan in 10 uomini ma che fino a quel momento ha gestito l’inferiorità numerica senza troppi patemi.

La ripresa inizia e si sviluppa con un naturale predominio spaziale e di possesso da parte dei bolognesi, che alzano notevolmente il baricentro sfruttando il vantaggio numerico. Quando corre il 53’ minuto della gara Gastaldello, dalla cabina di regia, si alza a centrocampo e imbecca con un esterno delizioso Krafth, che riscatta l’errore del primo tempo con una giocata davvero notevole, la quale consente al terzino svedese di vincere il duello singolo con Vangioni. Una volta in area di rigore il pallone viene scaricato a Destro (marcato distrattamente da Gomez) che con il tiro colpisce Verdi. Sulla ribattuta arriva Nagy, la cui battuta viene murata da un fenomenale intervento di Gomez.

Altro episodio chiave della gara al 58’: Kucka stende Nagy in netto ritardo, senza possibilità di prendere il pallone. Secondo giallo inevitabile, Milan in doppia inferiorità numerica. Montella ordinerà ai suoi di sistemarsi in un 4-2-2, con gli appena entrati Zapata e Gomez centrali, Vangioni e Abate a completare la difesa, la coppia mediale formata da Pasalic e Poli, con il duo di terminali offensivi Deulofeu Suso.

Comincia da qui il tiro a bersaglio della squadra di casa, che dopo averci provato con Destro al 60’, costruisce la più clamorosa palla gol della partita: ottimo scambio tra Verdi e il neo entrato Petkovic all’altezza dello spigolo destro dell’area milanista, il croato inventa poi una verticale fantastica per Dzemaili che controlla, mette in mezzo per Krejci (dimenticato banalmente da un Vangioni che va in una zona già occupata da Zapata, seguendo la palla e non l' uomo) il quale spara una bomba centrale, parata non si sa come dal minorenne Donnarumma. Tutto questo al 65’.

Un'altra azione per me ancora criptica, oscura, incomprensibile, avviene al 67’ quando un Bologna che attacca a testa bassa si dimentica che nel gioco del calcio c’è anche la fase difensiva: Pasalic a metà campo ha lo spazio per trovare in verticale Deulofeu (marcato come peggio non si può fare da Gastaldello), che si invola verso la porta. Intanto Pasalic avanza parallelamente, e puntuale arriva la dimenticanza di un negligente Pulgar, che lo lascia andare troppo facilmente. Situazione quindi paradossale: 4 contro 2 a favore del Milan ai 25 metri, con Deulofeu che sulla sinistra ha Pasalic e sulla destra Suso e Poli. Lo spagnolo serve con il tempismo perfetto Pasalic che sbaglia il controllo portandosela sul sinistro, e con un equilibrio precario prende Da Costa in pieno con un tentativo sottumisura (errore non solo tecnico ma anche tattico: in mezzo c’era un comodissimo corridoio che avrebbe messo Poli a porta sguarnita, ignorato dal centrocampista di proprietà del Chelsea).

Il Bologna è incredibilmente disorientato e lungo, ci prova con i tiri dalla distanza, poichè deve trovare le contromisure contro un Milan arroccato con 7 uomini in area a difesa della porta, ma non riuscirà a trovare la via del gol (tentativi di Verdi e Viviani).

È a 2 minuti dal termine però che accade l’impossibile: Gomez a centrocampo con un rinvio a campanile riesce a trovare Deulofeu largo sulla destra, che è coperto da Maietta. L’ex difensore veronese, per ragioni ancora ignote, va a schermare il sinistro dello spagnolo (piede debole), lasciando troppo spazio dall’altro versante per un brevilineo come il 7 rossonero, che lo brucia in un baleno. Appena Deulofeu vince l’uno - uno, Pasalic si fionda brillantemente tra le maglie della difesa bolognese, che ancora una volta verrà trafitta in maniera umiliante dal croato, imbeccato da un magico rasoterra di Deulofeu, che fa passare il pallone tra le gambe di Krafth.

Non ci sarà spazio per alcuna reazione: il Bologna perde incredibilmente questa gara, che dopo l’espulsione di Kucka sembrava dovesse finire in una sola maniera. Grandi demeriti per la squadra di Donadoni, che replica la figuraccia di Sabato sera con il Napoli, dimostrando una disattenzione francamente imbarazzante. Male anche il Milan sul piano della disciplina, che costringe i rossoneri ancora una volta a finire la gara in inferiorità, ma grandioso l'impatto e il cuore di Deulofeu, che questa volta, salva il Milan insieme a san Gigio Donnarumma.