In casa Milan si torna a parlare di società e in particolare della solidità economica e finanziaria del presidente Yonghong Li. Il Corriere elle Sera ha pubblicato un articolo in cui spiega che la Jie Ande è stata dichiarata fallita da un tribunale cinese. La Jie Ande viene considerata nel pezzo in questione la cassaforte attraverso cui Yonghong Li avrebbe completato l’acquisizione del Milan la scorsa primavera. Vero che secondo il curriculum pubblicato da parte dei rossoneri diversi mesi fa l’investitore cinese è collegato alla Jie Ande, ma nel corso di queste settimane la situazione è mutata, come ricostruito in queste ore.

Yonghong Li infatti non ha più alcun tipo di rapporto con la Jie Ande ormai da diverso tempo, come confermato da Mauro Suma, direttore di Milan TV sul suo profilo Twitter: Jie Ande vecchio asset, poco consistente, stralciato dalle garanzie. Rimpiazzato infatti nelle garanzie. Tutto andato avanti, aumenti di capitale rispettati. Il presidente non risulta più negli organigrammi di quella società”. Insomma, la Jie Ande fa parte del passato di Yonghong Li e in questo senso il suo fallimento non può essere collegato a una presunta incapacità di Li di mantenere gli impegni presi. In più ci sono alcuni indizi disseminati nel corso delle scorse settimane che fanno pensare a una situazione diversa rispetto a quella ipotizzata dagli scenari più foschi e tetri.

Intanto Li è un investitore non un imprenditore, quindi è difficile associare la parola fallimento a qualcosa di suo personale. Di fatto è la testa di ponte un gruppo di soggetti pronti a dare a lui, per semplificare, i fondi economici necessari a portare avanti campagne acquisti come quelle della scorsa estate. Senza dimenticare che nomi importanti come Haixia siedono nel CdA del Milan o che giganti come Huarong non sono mai stati smentiti come appartenenti alla cordata che si è presa il Diavolo e la sua anima da Silvio Berlusconi.

Insomma la situazione resta nebulosa per quello che riguarda composizione e nomi dei soci-proprietari del Milan, ma non è detto che la curiosità di molti venga mai soddisfatta. Come accaduto in altre situazioni di acquisto di club da parte di un fondo di investimenti come Sino Europe Sports. Altro dettaglio: già per il closing si erano lasciate perdere cassaforti cinesi, come Jie Ande, per i famosi blocchi del governo cinese. Difficile pensare che Li possa essere tornato a farne uso dopo la definizione dell’affare con Fininvest.