Inizio peggiore non poteva esserci per il Napoli di Sarri, che in quel di Reggio Emilia lascia, oltre al discorso meramente di classifica, anche le certezze che hanno accompagnato il precampionato degli azzurri. Tutti i progressi fin qui fatti sembrano essere scoppiati, attorno al ventesimo del primo tempo, quando la bolla di sapone partenopea si è dissolta e disfatta lasciando campo e gioco ai neroverdi di Di Francesco, che per gran parte del match hanno tenuto sotto scacco la squadra del toscano. 

Tra meriti della squadra emiliana e demeriti del Napoli, Sarri è chiamato a fare quadrato attorno alla squadra ed allontanare le prime polemiche che si annuvolano attorno alla sua rosa: dalla solitudine di Higuain al problema tattico di Insigne, dai tre cambi in attacco ad un reparto offensivo che ha creato, di fatto, una sola palla gol dopo due minuti per chiudere con gli oramai soliti problemi difensivi. Certo, il Napoli visto ieri sera è quanto di più lontano ci si aspettasse, ma sarebbe altrettanto ipocrita pensare che la bacchetta di Sambuco di Sarri guarisse tutti i mali in poco più di un mese. 

Di positivo i primi venti minuti: il Napoli ha fatto vedere in questo stralcio di partita tutto ciò che chiede il tecnico toscano. Pressing asfissiante, avversari irretiti nel possesso palla, verticalizzazioni e fraseggi veloci e, per chiudere, il gol di Hamsik. Già, perché dopo due minuti il Napoli era anche passato a condurre. I minuti dopo il vantaggio hanno galvanizzato David Lopez e Valdifiori, che si sono trascinati dietro di sé tutto il reparto arretrato, il quale è salito ben oltre la metà campo per imbrigliare i neroverdi. 

Le prime folate di ripartenza hanno avuto l'effetto di un ago con un palloncino, facendolo scoppiare e rimettendo in discussione quanto di buono fatto fino a quel momento. Le ripartenze di Defrel, al netto dei miracoli di Reina, hanno fatto breccia nella resistenza partenopea, che non è riuscita successivamente a reggere l'urto, ma ha portato a casa il risultato a metà gara, seppur ingiustamente. 

La ripresa sembrava poter garantire quantomeno il pareggio agli uomini di Sarri, con il Sassuolo che dopo la sfuriata iniziale sembrava aver finito la riserva di ossigeno e lasciato campo agli azzurri che con Mertens ed Hamsik si erano affacciati dalle parti di Consigli seppur in maniera blanda. Il gol di Sansone ha fatto sprofondare gli azzurri, complici una serie di disattenzioni sulle quali Sarri dovrà meditare e non poco.

La scarsa attitudine degli attaccanti a cercarsi nello stretto ed avere pochissimo campo per le giocate, l'inconsistenza di Valdifiori in mediana quando il 60% del possesso palla era avversario, una difesa troppo perforabile, soprattutto sulla corsia destra di Maggio, per giocare alta ed in pressione. Sicuramente gli aspetti negativi non mancano, ma crocifiggere come è stato fatto nel post gara e nella mattinata partenopea il nuovo corso è sicuramente il modo peggiore per iniziare la stagione.