Oramai tutto sembra essere fin troppo chiaro: Gonzalo Higuain ed il Napoli si apprestano a sancirne la separazione. Dopo le lamentele del fratello-procuratore ed i continui e presunti, ma non giustificabili, mal di pancia del Pipita, stanco di lottare invano per un obiettivo difficilmente raggiungibile, la strada sembra segnata: l'attaccante argentino ex Real Madrid non ha deciso di accettare la Juventus in quanto tale, bensì ha accettato qualsiasi destinazione non si chiami Napoli.

Il dado sembra tratto. Le decisioni delle parti sono ufficiose, trascinate dal continuo rimbalzare di voci, dichiarazioni, piagnistei di televisioni e procuratori che fin troppo mettono bocca nella vicenda. Chi, paradossalmente e legittimamente, sarebbe autorizzato a parlare, il Napoli inteso come società, latita, dietro un silenzio tombale che non fa altro che alimentare le suddette illazioni. Poche frasi, forse fatte uscire appositamente, per negare inizialmente quella che sembra una telenovela montata ad arte da media e - consenzientemente - dalle parti, per rendere il boccone meno amaro da digerire. 

Resta, ad oggi, una mancanza di comunicazione, totale, da parte di una società, il Napoli, che si nasconde dietro il silenzio per mascherare una cessione che oramai sembra inevitabile. Come un elefante - date le proporzioni dell'affare - in una cristalliera, De Laurentiis vaglia le offerte, ammesso che ce ne siano, per il suo ambitissimo calciatore. L'eccessiva valutazione, scredita molteplici piste, limitando il raggio d'azione a poche aspiranti. Difficile pensare ad una cessione, in questo determinato contesto, alla diretta rivale in Serie A, storica nemica sul campo e non solo, anche se le vie infinite del mercato e le enormi disponibilità economiche juventine lascerebbero intravedere una reale possibilità dell'affare.   

La trattativa per la cessione di Pereyra al Napoli e l'interesse atavico dei partenopei per il pupillo di Sarri Rugani, i pretesti dal quale scatenare la bufera, per sondare il terreno partenopeo a quella che, inevitabilmente, potrebbe essere la pagina conclusiva della storia di Gonzalo Higuain all'ombra del Vesuvio.