Come in una moderna commedia di Luigi Pirandello, il mercato e l'estate del Napoli ruotano indissolubilmente attorno a tre personaggi, simili per caratteristiche e per sviluppo della trama a quelli della vicenda - annosa e non poco fino a questo momento - del cosiddetto "giuoco delle parti". Leone Gala impersonificato nella nostra storia dal presidente De Laurentiis, filosofo ferito dal tradimento della moglie Silla (Higuain) a sua volta stanco dei continui proclami del marito, cerca in tutti i modi di uscire dalle macerie accatastatesi da un rapporto che si è incrinato tra i due innamorati da qualche tempo, con il terzo incomodo - Guido detto Nicolas - inseritosi nel momento propizio per curare gli interessi dell'amato fratello.

Non è servito, nel frattempo, trascinare a suon di gol e giocate la squadra al secondo posto nella passata stagione per ovviare ai malumori che crescevano di giorno in giorno. L'incapacità di porre rimedio già da tempo - sul mercato ma non solo - ad una questione che si sapeva sarebbe sfociata nella caciara di questi giorni, ha fornito al patron azzurro un'unica via d'uscita, quella di provare ad emergere dalla baraonda provando a sfruttare l'odio viscerale dei tifosi figli di Partenope nei confronti dell'odiata e storica rivale, provando a scaricare tutta la responsabilità sul tradimento della moglie. Tuttavia, anche questa mossa strategica, ad oggi, non sembra aver trovato terreno fertile, con la piazza in questione che ancora una volta si divide strenuamente tra sostenitori e critici.

Ognuno tira acqua al proprio mulino, con il procuratore di Higuain che con la accuse al velenlo di un mesetto fa non ha fatto altro che scoprire il vaso di Pandora all'interno del quale le serpi covavano vendetta e non solo. La "chiamata a denari" dell'argentino, mista a mal di pancia che intendeva attirare pretendenti, per il momento non ha sortito alcun effetto, con le parti che rischiano di trovarsi, nella fatidica data del 25 di luglio - giorno concordato per il rientro dell'amata in ritiro - a duello, oltre che con il rischio concreto di dover fare infine di necessità virtù venendosi incontro a discapito di entrambe.

Vinceranno i sentimenti oppure la razionalità? Vincerà la voglia di tirare la corda degli uni piuttosto che degli altri oppure il buon senso? In attesa del ritorno di Higuain - qualora dovesse esserci - a Dimaro, e delle sue verità, difficile emettere verdetti e provare empatia per un personaggio piuttosto che per un altro, non resta che attendere il verdetto finale ed assistere al finale della commedia.