"Il nostro obiettivo è semplice, combattere come leoni. La Juve è favorita, abbiamo una rivale molto difficile da superare, viste le risorse che hanno. Ma noi ora abbiamo una squadra migliore e tutto ciò che possiamo fare è dare tutto quello che abbiamo e vedremo dove ci porta". 

Parole da leader. Parole da fratello maggiore che scuotono lo spogliatoio e caricano l'ambiente attorno al Napoli di Maurizio Sarri. Pepe Reina è visibilmente carico e nonostante un inizio di campionato non brillantissimo rilancia, tramite le colonne del portale d'oltremanica Joe, la candidatura della truppa partenopea nella lotta allo Scudetto contro la Juventus. Reina che, dopo la parentesi a Monaco di Baviera si sente rinato in quel che lui stesso ha sempre definito un ambiente come una seconda casa: "Sono davvero felice di essere qui. Si tratta di un club che mi ha fatto sentire veramente importante. Poi quest'anno giocheremo anche in Champions". 

Dall'Italia all'Inghilterra, passando dalla Spagna e da Pep Guardiola, allenatore che lo volle fortemente al Bayern Monaco. Chi, invece, dalla Gran Bretagna è arrivato quest'estate in Italia, è Joe Hart, ed a tal proposito il numero uno iberico si è sentito in dovere di dargli qualche consiglio: "E' più difficile quando un portiere deve cambiare squadra. Un giocatore di movimento ha molte più opzioni, ma per un portiere che vuole giocare ad alto livello non ci sono molte possibilità. Ho giocato contro Hart e so che è un portiere bravo. Nessuno dovrebbe mettere in dubbio le sue capacità. Il gioco è cambiato e molti allenatori ora cercano portieri che siano in grado di avviare la costruzione del gioco. Ormai non siamo più portieri, ma giocatori di movimento della porta. Guardiola, in particolare, cerca un portiere così".

Rapporto speciale quello tra il tecnico spagnolo ex Barcellona e Pepe, che per lui ha soltanto parole di elogio ed ammirazione: "E' stato il mio primo capitano a Barcellona e già allora si poteva dire, non solo che sarebbe diventato un allenatore, ma anche che sarebbe diventato un top-manager. Era sempre il leader, dentro e fuori dal campo, era come avere un allenatore in campo perchè pensava sempre a quello che la squadra poteva fare per giocare meglio. Tutti gli allenatori lavorano duro nel calcio di oggi, ma non credo siano molti quelli che pensano così intensamente al calcio così come fa Guardiola. Quello che non vedono i telespettatori è il suo lavoro in ufficio, a ragionare sul metodo, cercando di trovare le soluzioni a qualsiasi problema che può avere la squadra, a come battere gli avversari. Basti pensare a come ha usato gli esterni difensivi. Ora lo fanno molte squadre, ma lui è quello che lo ha fatto prima e meglio. Ha usato gli stessi metodi in Spagna e in Germania ed ha avuto successo, non vedo perchè non dovrebbe succedere anche in Inghiltterra". 

Infine, proprio riguardo le tante differenze tra gli stili di gioco che si usano in Italia ed in Gran Bretagna, Reina chiosa così, dando uno sguardo anche al Torino di Mihajlovic e del suo collega ex Manchester City: "Qui è più tattico e meno fisico. I portieri hanno molta più protezione di quanto accade in Inghilterra, se si esce su una palla alta sotto pressione, ci sono molte più possibilità che verrà dato un calcio di punizione. Ogni squadra ha il suo tipo di gioco, ma direi che dopo gli azzurri, la scorsa stagione il Toro è stata una delle squadre che giocava più corta, quindi significa che il portiere viene coinvolto. Ora con Mihajlovic, il loro stile diventerà un po' diverso, ma Hart non avrà problemi". 

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