"È una notte come tutte le altre notti, è una notte con qualcosa di speciale, una musica mi chiama verso sé". La musica stavolta è quella dell'inno della Champions League, ammaliante ed entusiasmante al tempo stesso. Impossibile restare impassibili davanti a quelle note, soprattutto se come Maurizio Sarri, domani sera all'Olimpico di Kiev quella musichetta tanto agognata, la sentirai per la prima volta dal vivo. Ventisei anni di lunghissima carriera, per giungere alla veneranda età di cinquantasette anni, sulla panchina del suo Napoli, alla prima apparizione nella massima competizione continentale. Un onore, un pregio, nella notte dei desideri. 

Inesperienza, potranno pensare in tanti. Emozione, tutti gli altri. Niente di tutto ciò, in apparenza, attanaglia la mente del condottiero partenopeo, che alla vigilia del match si è confermato solido e pragmatico come al solito nella classica conferenza stampa. La strada è una, ed una soltanto è quella da percorrere, con fierezza e consapevolezza di sè stessi. Mentalità, concentrazione e soprattutto una parola che nel ventre del catino ucraino, che stasera sarà però meno rovente del previsto (circa trentaduemila presenti a fronte dei settantamila sediolini disponibili), il tecnico ribadisce più e più volte: personalità. Si riparte, nel cammino europeo più prestigioso. Ansie e paure a casa, coraggio e fame di vendetta a muovere le speranze partenopee in territorio ostile. 

Già, vendetta, perché le ultime due apparizioni degli azzurri al cospetto della Coppa dalle grandi orecchie non rievocano affatto ricordi felici, anzi: dalla notte, alquanto paradossale, del San Paolo contro l'Arsenal - con l'eliminazione con 12 punti in classifica - alla nefasta notte di Bilbao, quella sì, senza alcun onore. Delusioni amarissime, che però serviranno nel bagaglio di esperienza soprattutto di chi c'era e che difficilmente avrà dimenticato. Di quelle due spedizioni targate Benitez in tanti sono i protagonisti che ancora oggi vestono la maglia azzurra, da capitan Hamsik a Reina, passando per Albiol, Insigne e Callejon. Sete di vendetta, a caccia di un'affermazione e di una rivalsa - sportiva - attesa per tanto tempo. È una notte che profuma di avventura, perché il Napoli può fare risultato a Kiev, e sarebbe il miglior modo per iniziare il cammino verso gli ottavi: con uno o tre punti nel bottino, e tre gare da giocare nel catino di Fuorigrotta, nulla sarebbe precluso agli azzurri. Partita non decisiva, ma tanto importante sebbene sia soltanto la prima. E' la notte dei desideri. 

Le ultime dai campi

Dinamo Kiev - Rebrov dovrà per forza di cose rinunciare all'infortunato Danilo Silva. Al suo posto Morozyuk, che con Makarenko formerà il duo di terzini ai lati di Vida e Khacheridi, coppia di centrali a protezione di Shovkovskiy. La cerniera di centrocampo sarà formata da Rybalka e Garmash, mentre a Yarmolenko, Sydorchuk e Gusev il compito di inventare e scardinare la difesa napoletana oltre a servire l'unica punta di ruolo che sarà Moraes. 

Napoli - Per l'occasione Sarri schiererà la migliore formazione possibile. Evitare di esporre il fianco alle ripartenze avverarie il primo obiettivo, attaccare negli spazi che difficilmente lasceranno i padroni di casa il secondo. Per farlo al meglio, l'ex tecnico dell'Empoli rispolvera Mertens, rimasto a guardare a Palermo, al posto di Insigne. Il belga comporrà il tridente con Milik, in vantaggio su Gabbiadini, e Callejon, l'uomo più in forma degli azzurri. In mediana un altro terzetto, quello titolare dello scorso anno con Allan ed Hamsik accanto a Jorginho, metronomo indispensabile. Linea difensiva che davanti a Reina vedrà protagonisti Hysaj e Ghoulam esternamente e Koulibaly ed Albiol al centro. 

Le probabili formazioni 

Dinamo Kiev (4-2-3-1): Shovkovskiy; Morozyuk, Vida, Khacheridi, Makarenko; Rybalka, Garmash; Yarmolenko, Sydorchuk, Gusev; Moraes. All: Rebrov

Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik; Mertens, Milik, Callejon. All: Sarri.