Inizia nel migliore dei modi l'avventura in Champions League del Napoli di Maurizio Sarri, che pur senza brillare espugna l'Olimpico di Kiev battendo la Dinamo di Rebrov per 2-1. Decisiva una doppietta, di testa, nel finale di primo tempo di Arkadiusz Milik, che trascina i suoi alla rimonta dopo il gol iniziale di Garmash. Partenopei poco brillanti per tutta la durata dell'incontro, ma cinici nello sfruttare le disattenzioni degli avversari. Vittoria importantissima, che complice il pareggio tra Benfica e Besiktas proietta gli azzurri in testa al girone. 

Tutto come previsto nel Napoli, con Sarri che conferma le previsioni della vigilia scegliendo accanto a Milik, Callejon da una parte e Mertens dall'altra. Tornano anche Hysaj ed Allan, in luogo di Maggio e Zielinski. Chi invece sorprende è Rebrov, che cambia un paio di pedine nello scacchiere inserendo Antunes e Tsygankov al posto di Morozyuk e Gusev, che invece partono dalla panchina. Yarmolenko e Sydorchuk alle spalle di Moraes di punta. 

In avvio di gara è la Dinamo a partire con il piglio migliore, anche se l'atteggiamento del Napoli non è affatto timido. Sydorchuk testa i riflessi di Reina da centrocampo, ma sono i partenopei a mantenere il controllo della gara, sebbene la manovra sia prevalentemente attendista e poco efficace. I primi minuti sono maggiormente di studio, con i partenopei che non si sbilanciano e i padroni di casa che provano a colpire in contropiede con la verve di Yarmolenko da una parte e Tsyganov dall'altra. Koulibaly fa buona guardia mettendo numerose pezze alle disattenzioni dei compagni di reparto, Hamsik e Mertens non sembrano in serata, lenti ed imprecisi in fase di appoggio. E' tuttavia a sinistra, con Ghoulam, che gli ospiti creano maggiormente, sebbene quasi mai siano pericolosi dalle parti di Shovkovskiy.

L'algerino spinge bene, ma non è impeccabile sulla stella di Rebrov, che pennella a metà frazione l'assist per la testa del diciannovenne Tsyganov: lucidissimo l'appoggio per l'accorrente Garmash, che insacca sul palo più lontano proteggendosi dall'arrivo di Albiol con la schiena. Il Napoli accusa il colpo e soffre la sfrontatezza del giovane esterno d'attacco di casa, che però si perde in un paio di giocate fin troppo fumantine. Nel momento peggiore, i partenopei ritrovano il varco giusto sull'out mancino con Ghoulam, che pennella al centro e, complice l'indecisione di Shovkovskiy, permette a Milik di insaccare per il pari. Sarri incita i suoi, che non demordono e creano con Hysaj e soprattutto Mertens le occasioni per il sorpasso, che arriva però allo scadere ancora con il centravanti polacco, abile a sfruttare l'ennesima indecisione della retroguardia ucraina per il 2-1 sulla sirena. 

La Dinamo torna in campo con l'intento e la necessità di dover fare la gara, ma è il Napoli a colpire maggiormente negli spazi dopo aver recuperato palla. Mertens e Hamsik non sono cinici e sprecano due buone occasioni al limite dell'area avversaria. Lo slovacco finisce la benzina al quarto d'ora, in concomitanza con il momento migliore dei padroni di casa che conquistano un paio di angoli senza però mai impensierire Reina; al suo posto entra Zielinski, che lancia subito Mertens nello spazio: il belga si accentra e calcia con veemenza, incontrando soltanto la resistenza del montante a Shovkovski battuto. Il Napoli sembra poter far male agli ucraini, ma non riesce a mantenere con lucidità il possesso palla. L'occasione scuote gli uomini di Rebrov, ma l'espulsione di Sydorchuk a metà ripresa per doppia ammonizione, taglia le gambe ai padroni di casa. 

Sarri prova a pescare forze fresche dalla panchina, con Insigne che subentra a Dries Mertens a venti dal termine, mentre Rebrov risponde con Gusev. I cambi non mutano l'inerzia della gara, con i padroni di casa che stancamente si riversano in attacco, ma con pochissimo costrutto. Il forcing finale produce a cavallo del settantacinquesimo e dell'ottantesimo un paio di calci d'angolo, disinnescati con veemenza da Albiol prima e Koulibaly successivamente. Il Napoli si spegne alla distanza nei minuti finali, non riuscendo quasi mai a pungere e, al contempo, gestire il possesso palla. La punizione dal limite di Yarmolenko è imprecisa e si spegne ampiamente alta. E' l'ultima occasione per i beniamini ucraini, che nei tre di recupero non impensieriscono più la retroguardia partenopea, libera di esultare con Sarri per i tre punti conquistati.