Metabolizzata (in gran parte) la notizia dell'infortunio di Arkadiusz Milik, che costringerà il polacco ai box per un minimo di tre mesi e mezzo fino ad un massimo di cinque, l'attenzione di tifosi del Napoli e dei vari addetti ai lavori è ormai concentrata sulle possibili alternative. In questi giorni si è visto e letto praticamente di tutto: c'è chi ha tirato in ballo i nomi di Klose, Berbatov, Osvaldo ed altri svincolati come momentanei tamponi all'emorragia nella zona avanzata del campo, e chi ha proposto soluzioni alquanto fantasiose pensando ad un'integrazione in prima squadra dell'attaccante della primavera Negro, che tanto bene ha fatto nelle scorse stagioni, oppure ad un reintegro in rosa anticipato di Duvan Zapata, attaccante in prestito all'Udinese ma di proprietà del club azzurro.

Tutte queste soluzioni però risultano chiaramente sbagliate sia da un punto di vista tecnico-tattico (sarebbe inutile mettere sotto contratto un calciatore che non si allena seriamente da almeno cinque mesi, considerando i lunghi tempi di inserimento in rosa tipici della gestione Sarri), sia da un punto di vista di pura fattibilità (Zapata non può essere richiamato dal prestito all'Udinese a Gennaio neanche pagando la famosa penale, Negro non è pronto per un salto del genere e le nuove regole sulle rose in Italia consentirebbero un utilizzo di un eventuale svincolato solo da Ottobre sino a Gennaio).

Le uniche due vie veramente percorribili rimangono quindi quelle, seppur scontate, che portano ad un massiccio utilizzo di Gabbiadini e all'adozione del "falso nueve" tanto cara agli allenatori di formazione spagnola. 

Gabbiadini ed Insigne, l'oro italiano del Napoli - Foto Getty Images
Gabbiadini ed Insigne, l'oro italiano del Napoli - Foto Getty Images

La sfida veramente importante per Sarri, oltre allo scegliere sapientemente gli uomini da schierare in campo, sarà quella di cambiare il modo (e non il modulo) di giocare della squadra con l'attaccante ex-Sampdoria in campo. Già nelle partite contro Bologna, Pescara e Chievo, in cui Gabbiadini è sceso in campo dal primo minuto, si è visto come l'accentramento degli esterni faccia più bene a quest'ultimo piuttosto che a Milik, in quanto Gabbiadini riesce ad esprimersi al meglio delle sue possibilità quando si trova fronte alla porta. Proprio l'incapacità di girarsi con destrezza (ed ovviamente l'assenza del piede destro, condivisa con Milik) rappresenta il grande difetto del numero 23 azzurro, che proprio per questo motivo giova particolarmente della presenza di uno o più giocatori vicini e pronti al dialogo. Le qualità tecniche di Gabbiadini sono difatti molto superiori alla media, ed anche superiori a quelle del compagno di reparto, evidenziando una migliore capacità di stoppare il pallone nei tempi e nei modi giusti e di scambiarlo con precisione e velocità. Il Napoli con Gabbiadini stabilmente al centro dell'attacco dovrà necessariamente ridurre il numero di palloni crossati al centro dalle fasce e prediligere la ricerca della profondità e lo scambio nello stretto.

Rimangono dei dubbi circa la capacità di Gabbiadini di incidere nelle partite di cartello, sia perchè poco abituato a tali tipologie di incontri, sia perchè spesso e volentieri nel passato è andato in difficoltà quando si è trovato a fronteggiare due (o tre) centrali di livello che gli toglievano costantemente la profondità e gli impedivano di girarsi sul piede forte (vedi partita contro l'Inter a San Siro dello scorso campionato). In tal senso gli impegni di questo Ottobre di fuoco, che vedrà il Napoli fronteggiare Roma, Juventus e due volte il Besiktas in coppa, rappresenteranno un banco di prova notevole per il ragazzo di Calcinate. Sarà importantissimo in questi mesi dare a Gabbiadini sempre e comunque la massima fiducia, ed in tal senso un ruolo chiave lo giocheranno stampa e tifoseria che dovranno resistere alla tentazione di gettare il ragazzo in pasto ai lupi dopo un paio di brutte prestazioni.

La seconda soluzione tattica realisticamente percorribile, tra l'altro provata già in diverse occasioni nel corso del ritiro precampionato, consiste nell'utilizzo di Mertens, più di Callejon ed Insigne, nel ruolo di finto centravanti. Ad oggi è infatti proprio il belga ad apparire l'unico in grado di poter ricoprire tale ruolo, di difficile interpretazione tattica. Molti hanno indicato Callejon come possibile alternativa a Gabbiadini a gara in corso o in alcune partite (difficile pensare che Gabbiadini possa giocare quindici o più partite sempre dal primo minuto) ma tale soluzione appare improbabile per due diversi motivi, ugualmente importanti: in primis, il lavoro di Callejon sulla corsia destra è di fondamentale importanza per gli equilibri della squadra e Sarri quindi difficilmente rinuncerà all'impiego dello spagnolo, fresco di convocazione in nazionale, nel suo ruolo naturale. Inoltre Callejon in tale zona del campo farebbe inevitabilmente fatica avendo nello scatto in profondità a tagliare il campo e non nel possesso palla la sua migliore caratteristica. L'ex-Real Madrid passa pochissimo tempo con la palla fra i piedi durante il corso di una partita, non ha nel dribbling e nel controllo di palla le sue caratteristiche migliori. Insomma, sarebbe comprensibilmente spaesato in quella zona di campo e si toglierebbero risorse preziosissime alla squadra sulla corsia destra.

Lo sfogo di Gabbiadini, dopo il gol al Chievo - Foto LaPresse
Lo sfogo di Gabbiadini, dopo il gol al Chievo - Foto LaPresse

Mertens, dal suo canto, data la grande capacità di dribblare e sgusciare via fra più avversari, di mandare in porta i compagni e lasciare spazi invitanti alle mezzeali ed agli esterni offensivi (come faceva Messi nel Barcellona pre-Suarez e post-Ibra), potrebbe rappresentare una buona freccia da scoccare dalla faretra di mister Sarri. Intrigante è invece il discorso Insigne, che potrebbe reinterpretare il ruolo in maniera del tutto personale trasformando il 4-3-3 in un 4-3-1-2 in cui i due attaccanti sono in realtà degli esterni offensivi molto larghi. Il folletto di Frattamaggiore in più occasioni ha dimostrato di essere pienamento a suo agio in posizione centrale data la sua spiccata capacità di rifinitore, anche se con tutta probabilità in tali condizioni la presenza di un centravanti con un bagaglio tecnico di movimenti da numero nove puro è quasi indispensabile. Ad ogni modo viene molto difficile pensare ad un cambio di modulo, ragion per cui tale soluzione è rappresentativa di un' eventualità molto remota.

Le congetture ormai si sprecano, le strade realmente percorribili sono pochissime: Sarri avrà il suo gran da fare per ovviare ad una situazione complicata, resa ancora più difficile da leggere e gestire in quanto occorsa in un momento fondamentale della stagione, ricchissimo di impegni di notevole importanza.