Mertens vero nueve. Mister Sarri lo aveva predetto in conferenza stampa alla vigilia del delicato match del Da Luz: "Mi sembra una partita in cui vedo la necessità di avere un giocatore in grado di cambiare l'inerzia dalla panchina. Uno forte andrà sicuramente in panchina perchè sarà determinante una accelerata".

Detto, fatto. Il folletto belga ha preso alla lettera i voleri del tecnico, accettando la panchina senza muovere ciglio. Un film già visto, al dodicesimo giro di lancette del secondo tempo Sarri fa ricorso al suo estro ed a Mertens basta appena mezzora per spaccare in due tronconi la partita e risultare decisivo. Un assist al bacio per lo 0-1 firmato da Callejon ed un gol da cineteca per archiviare la pratica Benfica lanciando il Napoli fin lassù, in vetta al girone di Champions.

Altruista quando serve, terribilmente "egoista" quando la circostanza lo richiede. La rete dello 0-2 è stata un capolavoro, un mix di tecnica e forza fisica. Difesa portoghere "shakerata" come le componenti nel miglior "Bloody Mary" servito freddo sul Lungomare Caracciolo nell'immediato precena di una serata calda ed afosa di metà estate. Una serpentina sinuosa, elegante, che ha avuto il suo capolinea con il tiro scoccato di destro, di millimetrica precisione, con la palla che schizza dapprima sul palo prima di varcare la linea di porta. L'apoteosi. Una perla da Patrimonio dell'Unesco, un'opera d'arte da confezionare ed incastonare in bella mostra nei migliori musei napoletani.

Napoli è follemente innamorata di Dries Mertens, ed il belga lo è di Napoli. Un amore viscerale verso un ragazzo che fa sempre la cosa giusta, in campo e fuori, senza mai uscire dalle righe. Il buon Dries non appena sente profumo d'Europa si galvanizza, diventa inarrestabile, ne percepisce l'essenza e si trasforma in una creatura paranormale. Da zanzara fastidiosa ai tempi del PSV Eindhoven a Mister Europa con la casacca partenopea. La "musichetta" della Champions League sembra nuocere gravemente alla salute, si proprio così, ma agli avversari che hanno la sfortuna di incrociarlo sui terreni di gioco durante le strabilianti notti Champions. Tre gol in sei partite quest'anno nella massima competizione continentale, una furia.

Mister Europa è lì, sul volo di ritorno da Lisbona. Ripensando a ciò che è stato, ma soprattutto a quello che sarà. E' già pronto per scrivere l'ennesima, splendida pagina del suo "Romanzo Partenopeo".