Tra passato e presente, con un pizzico di futuro, con Madrid e Napoli nel cuore, per motivi diversi. José Callejon vivrà la sfida degli ottavi di finale di Champions League in maniera ovviamente particolare, lui che con Albiol è il grande ex della doppia sfida che catalizzerà parte delle attenzioni dei napoletani nel prossimo mese di stagione. Sei giorni alla grande sfida, sebbene in mezzo ci sia il Genoa, primo pensiero (?) nella testa dei giocatori e dei tifosi. Difficile, ovviamente, distogliere lo sguardo e la mente dal calendario, da quel 15 febbraio segnato in rosso almeno una decina di volte da quel giorno di dicembre che ha assegnato le merengues agli azzurri. 

E' proprio l'ala iberica del Napoli, ai microfoni di As, a sottolineare l'importanza della gara, oltre a confermare la voglia di pescare il Real per tornare al Bernabeu: "Sinceramente sì, sognavo di tornare a giocare al Bernabeu. Certo, non mi aspettavo accadesse ora: agli ottavi è presto per beccare il Madrid, ma il sorteggio così ha voluto. Come abbiamo reagito? Bene, è una sfida per tutti. Ma fino a sabato non possiamo parlarne nello spogliatoio, altrimenti il mister s’arrabbia".

Si guarda, ovviamente, ai punti forti della squadra di Zidane: "Cosa temiamo?  Tutto. È la migliore squadra del mondo, bisogna stare attenti, praticamente, a tutto. Se ho parlato con qualcuno? Ho contatti con Sergio Ramos e Morata, e ho fatto i complimenti a Cristiano per il Pallone d’Oro”. A tal proposito, un breve excursus proprio su Ronaldo e sul tipo di compagno che è: “Una persona assolutamente normale, semplice. Un gran lavoratore: arriva per primo e va via per ultimo. Quando mi allenavo con lui, cercavo sempre di rubargli qualche segreto. Non capita tutti i giorni di lavorare col migliore al mondo”.



Si guarda anche agli allenatori, passando da Mourinho a Zidane: "Ho un gran rapporto con Mou, ma della gara non abbiamo parlato. Zidane? Sta facendo benissimo, ma non mi ha sorpreso. È stato un calciatore spettacolare e come tecnico non poteva esserlo altrettanto”. Ed invece, sulla sponda partenopea, si parla di Benitez e Sarri: "Mi chiamò Rafa, mi disse che qui sarei stato felice. Non ho dubitato nemmeno un secondo. I venti gol del primo anno? Mi mise pressione, ma ha avuto ragione. Mi ha insegnato tanto, abbiamo vinto due titoli e ho conquistato la mia prima convocazione in Nazionale. Posso dirgli solo grazie. Se ho parlato con lui di Napoli-Real? No, ma l’altro giorno ci siamo mandati degli sms. Mi ha detto che ha visto la partita col Bologna e che era dispiaciuto per la mia espulsione, augurandosi che la mia squalifica fosse di una sola giornata. Mi ha portato fortuna". 

Ed ancora, proseguendo, su Sarri e sul suo lavoro: "Quando Rafa è andato via, aspettavo di conoscere Sarri, e con lui scattò subito la scintilla. Ha avuto un impatto stupendo col gruppo e il suo sistema di gioco ci piacque tantissimo. Mi disse che contava su di me, mi spiegò le sue idee e mi sono legato a lui subito. I risultati parlano chiaro. Nel faccia a faccia trasmette tanto, dice ciò che pensa e questa è una grandissima virtù. I suoi metodi di allenamento li adoriamo: vuole sempre il possesso palla, che giochiamo all’attacco, vuole vederci divertire. E ci riesce: si diverte anche Pepe in porta. Mentalmente ci siamo convinti di essere un’ottima squadra e che stiamo lavorando benissimo. Gli elogi ci danno fiducia e determinazione per continuare così”.

Si torna a parlare del Real, con un brevissimo pensiero su Lucas Vazquez e sulle difficoltà dei canteranos a trovare spazio in prima squadra: “Sono felicissimo per lui, la cantera del Real serve a questo: dare grandissimi talenti alla squadra. Sono contento per Zidane, che gli ha dato fiducia. La filosofia del club è sempre stata quella di avere i migliori calciatori del mondo, e per far questo devi acquistarli. Ora, però, vedo che molti talenti stanno cominciando ad avere spazio con la prima squadra, e questo può solo essere positivo”.

Un paio di battute prima di chiudere, ovviamente relative alla sua parentesi partenopea e alla sua permanenza all'ombra del Vesuvio, anche se si continua ad ammirare al gioco della squadra di Sarri: “Stiamo benissimo insieme, e i concetti del mister dopo un anno e mezzo si stanno assimilando ancora meglio. Il tridente? Ci divertiamo tanto, ci completiamo a vicenda. Speriamo di continuare così. Cosa manca per vincere? Essere più maturi quando bisogna gestire certe gare, e magari avere un po’ di fortuna i più. Ma credo che stiamo crescendo”. In Spagna danno per certo un passaggio del turno del Real, ovviamente, ma Callejon avvisa così la squadra di Madrid: "Cosa devono temere? Tante cose. Siamo in un buon momento di gioco, viviamo una gran striscia di risultati positivi, e avremo il ritorno al San Paolo che sarà uno spettacolo. Il ritorno? E’ incredibile, dal giorno del sorteggio in città non si parla d’altro. C’è grande entusiasmo, i napoletani meritano di vivere una grande gioia”.

Sulla napoletanità, sua e dei compagni di squadra iberici, che adorano la piazza, l'esterno chiude così: “Adoro la gente di questo posto, mi sento già napoletano. Sono affettuosi, ti danno il cuore subito, come nel Sud della Spagna. Pepe addirittura ci manda messaggi audio in napoletano, Raul è felice qui e siamo contenti del suo rinnovo contrattuale. È importante per noi. L'oppressione dei tifosi? Devi adattarti bene, io venivo una Madrid, dove i calciatori passano quasi inosservati. Però ora mi godo la città, i suoi paesaggi, la gente..sono felicissimo! Se chiuderò qui la carriera? E’ un futuro ancora lontano, non ci penso. Ho appena rinnovato il contratto e la mia felicità, ora, è a Napoli. Voglio godermi questa gente e conquistare qualcosa di grande qui. E’ l’unica cosa che mi interessa”.

Infine, sulla considerazione del suo operato in Spagna, che l'esterno non considera affatto sottovalutato come spesso si è detto: “No, all’Espanyol e al Real Madrid ho avuto abbastanza spazio, coi blancos più di quanto immaginassi. E credo che la mia buona continuità qui in Italia abbia sia stata notata anche in Spagna. Il Mondiale? Voglia e entusiasmo non mi mancano, il mister mi ha trasmesso molta fiducia e il gruppo mi ha fatto sentire benissimo. Sto cercando di dare il massimo per esserci. Sarebbe un sogno”.