La sfida dei sogni, ormai, è vicinissima. Lo sanno bene i tifosi azzurri che sono in fibrillazione già da qualche tempo, pronti a godersi quello che a più riprese è stato definito come l'evento dell'anno e/o l'appuntamento con la storia. Il Napoli, trent'anni ed un Maradona dopo, riparte dal Real Madrid, con la speranza, flebile ma vivissima, di un epilogo diverso da quello della Coppa Campioni del 1988, nella quale gli azzurri vennero estromessi dalla competizione (che all'epoca presentava un format completamente diverso rispetto a quello attuale) proprio dal Real Madrid, vittorioso al Bernabeu per 2-0 all'andata e capace di reggere l'urto nel ritorno al S.Paolo nella sfida terminata 1-1.

Di acqua sotto ai ponti, da allora, ne è passata eccome, soprattutto per il Napoli, che dieci anni dopo quella sfida era in Serie B e circa vent'anni dopo addirittura in serie C, dopo il vergognoso ed assurdo fallimento della società, rilevata poi da tale Aurelio De Laurentiis e da esso riportata, nell'arco di dieci anni, per ben tre volte in Champions League, due di queste agli ottavi di finale. L'urna di Nyon, in questi anni, non è mai stata benevola con gli azzurri e, se quest'anno sembrava finalmente che la ruota avesse cominciato a girare nel verso giusto, con Benfica, Dinamo Kiev e Besiktas assegnate allo stesso girone degli azzurri, la mazzata è comunque arrivata, solo con un po' di ritardo, dato l'abbinamento, da prima nel girone, degli azzurri con il Real Madrid campione d'Europa e del mondo in carica.

Una sfida che alla stragande maggioranza degli addetti ai lavori e dei tifosi è sembrata subito impossibile. Ma è davvero così? Un'analisi attenta dello stato di forma dei reparti offensivi e difensivi delle due squadre (suddivisa in più articoli) potrebbe sicuramente dare una mano nel rispondere a tale domanda.

Il Real Madrid di Zinedine Zidane e di Cristiano Ronaldo, ad oggi, conduce saldamente la Liga con una lunghezza di vantaggio sul Barcellona ma con ben due incontri in meno sul calendario, con un vantaggio potenziale di ben sette lunghezze. L'attacco madrileno, come risaputo, è sicuramente uno dei tre più pericolosi al mondo con giocatori del calibro di Benzema, Morata, Bale, Ronaldo e Lucas Vazquez a calcare i palcoscenici nazionali ed internazionali ogni settimana. Con 54 gol realizzati in 20 partite di campionato è lampante la potenza dell'arsenale madrileno, e del resto sarebbe quasi offensivo per l'intelligenza di chi legge spiegare il perché di tale prolificità.

Però alcune situazioni tattiche ricorrenti negli schemi offensivi deimerengues sono di particolare interesse ed è doveroso darvi un'occhiata, immedesimandosi nei panni di Maurizio Sarri e dei suoi ragazzi, alla ricerca di un modo per arginare l'imbarazzante forza di CR7 e compagni. Il primo focus, inevitabilmente, va su Cristiano Ronaldo, il giocatore più forte del mondo degli ultimi due anni. Nato come esterno destro, il portoghese è ormai a tutti gli effetti un centravanti ed ha ampliato incredibilmente la sua gamma di movimenti nel corso degli anni.

Nelle ultime partite, in particolare, è apparsa evidente la predilezione di Ronaldo nell'occupare la zona di campo compresa fra il centrale ed il terzino sinistro, come testimoniano i due gol in fotocopia realizzati contro Osasuna (con la complicità di Sirigu) e Real Sociedad. Proprio l'asse sinistro difensivo del Napoli è quindi quello che desta maggiori preoccupazioni, con Albiol che è sì dotato di un gran senso della posizione ma che non ha il passo per reggere l'attacco della profondità effettuato a tale velocità e precisione, e soprattutto Ghoulam, troppo spesso svagato e disattento in fase di ripiegamento difensivo ed in situazioni di chiusura diagonale del campo, che potrebbero passarsela davvero brutta nell'arco dei 180 minuti.

In alcune occasioni, inoltre, Ronaldo non disdegna nemmeno l'inserimento nella tasca opposta, ma la coppia formata da Koulibaly ed Hysai sembra offrire, almeno in termini di passo, una maggiore sicurezza. I pericoli per il Napoli, ovviamente, non finiscono qui: nel repertorio di CR7, come è noto, c'è anche una grandissima precisione ed un'altrettanto elevata potenza nell'esecuzione dei calci piazzati ed in generale nelle conclusioni dalla distanza. Situazione di gioco che Pepe Reina, a più riprese nel corso di questa stagione, ha dimostrato di soffrire maledettamente, soprattutto in situazioni di palla coperta e schiena particolarmente malandata, ed è quindi sicuramente un particolare di cui tenere debitamente conto.

Il Real Madrid però, come è ovvio, non è solo Cristiano Ronaldo. Il secondo osservato speciale per la difesa del Napoli sarà senz'altro Karim Benzema, anche lui maturato profondamente dal punto di vista tattico durante gli anni in Spagna. L'attaccante francese, in particolare, ha imparato perfettamente i movimenti ed i contro-movimenti necessari per liberare lo spazio per gli inserimenti dei compagni, Ronaldo, Kovacic e Vazquez su tutti. Il primo gol alla Real Sociedad è emblematico, con Benzema che crea lo spazio alle sue spalle venendo a scambiare con Ronaldo e Kovacic subito pronto ad aggredire la zona di campo lasciata sguarnita da compagni ed avversari (ed in tale situazione l'attenzione del mediano azzurro e dei terzini dovrà essere elevatissima).

Non mancano, ovviamente, nel repertorio del numero 9 madridista neanche i classici movimenti da prima punta vera, sia ad attaccare la profondità sia, ad oltranza, il primo ed il secondo palo a seguito degli spunti dei compagni sulle due fasce. Ed il buon Karim non disdegna neanche giocare e ricevere in posizione leggermente defilata per allargare le maglie della difesa, come fatto contro l'Osasuna (sebbene sia da censura l'intervento bucato in anticipo dal difensore rossoblù). Ciò che colpisce positivamente di Benzema è soprattutto l'abilità di incastrare perfettamente i suoi movimenti con quelli dei compagni, e non è raro vedere il francese servire assist vincenti per i compagni (vedere con attenzione video precedenti per credere). E per una squadra come il Napoli, che spesso si trova in difficoltà quando attaccata rapidamente da giocatori che svariano molto sul fronte e quasi incapace di mettere giù gli avversari una volta sfuggiti alla prima linea di pressing, tale situazione di gioco potrebbe risultare molto pericolosa.

Infine, indipendentemente dagli interpreti, il Real fa del numero di uomini portati nella metà campo avversaria la sua arma migliore. Soprattutto nei match al Bernabeu, i blancos hanno sempre dimostrato di avere una marcia in più, ed i gol contro Osasuna e Real Sociedad di Isco e Lucas Vazquez sono in tal senso esplicativi della fame continua di successi di questo gruppo. In entrambe le situazioni di gioco proposte si vede come, a valle di un recupero palla in zona centrale di campo, ben 5 uomini, preposti da Zidane esattamente per tale situazione di gioco, attacchino voracemente la metà campo avversaria, mandando in affanno le difese (non irresistibili) con la quantità oltre che con la qualità incredibile degli interpreti. Proprio in tale situazione il Napoli potrebbe trovarsi in grandissimo affanno, data la predisposizione degli azzurri a perdere qualche pallone di troppo a centrocampo durante la partita, sia in situazione di pressing asfissiante (anche se il Real non è quel tipo di squadra, vedi Genoa) sia in situazione di forcing finale, quando la lucidità cala e si ricercano soluzioni non sempre efficaci.

La carne al fuoco, come preventivabile, è tantissima, e si potrebbero includere nel discorso tutta una serie di altre situazioni di gioco, come l'incredibile capacità del Real di segnare di testa, soprattutto in situazione di palla da fermo, chiave tattica che potrebbe scardinare una partita bloccata, considerato soprattutto il modo di difendere (a zona) del Napoli sui calci piazzati. In conferenza stampa post-Genoa Maurizio Sarri ha più volte ribadito che un pizzico di timore potrebbe giovare ad un squadra giovane (che, ricordiamo, ha al passivo comunque oltre 35 gol in stagione) che va a giocare una partita di tale importanza. Sarà meglio però che il tremore di gambe che inevitabilmente prenderà qualche azzurro passi in fretta e lasci il posto all'altrettanto fortemente invocata sfrontatezza, perché di fronte ci sono i campioni del mondo.