"Ai ragazzi è mancata la cosiddetta cazzimma napoletana". Qualunque spettatore che non avesse visto la partita tra Napoli e Real Madrid, sentita la frase di apertura dell'intervista ad Aurelio De Laurentiis nell'immediato dopo gara del Bernabeu, penserebbe che gli azzurri, caricati di pressioni eccessive dall'ambiente e dalla stessa stampa italica nei giorni antecedenti alla storica gara in terra spagnola, si siano sciolti come neve al sole contro la corazzata merengues, lasciando, già a partire dalla gara di andata, qualunque speranza di qualificazione.

La partita- Quello stesso spettatore, incuriosito dalla pungente dichiarazione del Presidente, andrebbe a rivedere in replica la gara di cui tanto si era parlato nei giorni precedenti, convinto di assistere ad una goleada di Cristiano Ronaldo e compagni. 

Con sua somma sorpresa, però, il Napoli passa al primo tiro in porta: splendida verticalizzazione centrale di Hamsik, a punire la frettolosa uscita di Ramos in marcatura, per l'inserimento di Insigne che da 40 metri mette la palla nell'angolino basso nonostante il tentativo disperato di un Keylor Navas non incolpevole nella circostanza. Il Real, come previsto, reagisce, ma gli azzurri si difendono con ordine, fino al pareggio di Benzema su splendido cross dell'eccessivamente sottovalutato Carvajal.

Squadre al riposo in parità e l'ipotetico spettatore di cui sopra, si riposiziona in poltrona in attesa della valanga madridista. Segna Kroos, su sciagurato intervento mancato da Koulibaly; sigla il 3-1 Casemiro realizzando un gol da cineteca, con un destro al volo da posizione defilata.

"Qui fu Napoli" diceva una celebre canzone del passato, e la stessa cosa avrà pensato lo spettatore. In realtà, però, dal gol di Casemiro fino al termine della partita il Napoli non soffrirà particolarmente le sortite del Real, ad eccezione di una tempestiva uscita di Reina e di un errore piuttosto grave di Marcelo, ma, anzi, andrà molto vicino al pareggio con una meravigliosa azione avvolgente, non capitalizzata da Mertens, nell'occasione poco freddo davanti alla porta. Risultato finale al Bernabeu: 3-1. Emozioni molte, partita tutto sommato equilibrata; partenopei sconfitti, ma mai domi nell'arena blanca.

L'analisi- Dopo aver visto il match, a notte oramai inoltrata, il nostro ipotetico spettatore si sarà fatto un'idea, mentre si susseguono le interviste a dirigenti, allenatori e giocatori protagonisti del match.

Il Napoli, certo, non è uscito vincitore della battaglia. Ma, come sottolineato anche da Reina, sarebbe stato difficile immaginare uno 0-5 a favore degli azzurri contro i campioni di tutto del Real. Il Napoli, come ammesso anche dal tecnico Sarri in conferenza stampa, non ha espresso il suo massimo potenziale; ma, anche questo era tendenzialmente auspicabile, considerando la forza degli avversari, nonché la totale inesperienza internazionale di molti membri della rosa azzurra. Il Napoli, però, ha cercato di giocare il pallone laddove ne ha avuto la possibilità, peccando di eccessiva confidenza in talune situazioni in cui sarebbe stato meglio il lancio lungo piuttosto che l'uscita palla al piede. Diawara, classe '97, cui Sarri aveva affidato le chiavi del centrocampo, ad eccezione di un paio di sbavature in chiusura, ha giganteggiato in mezzo al campo, destando l'impressione di essere giocatore già pronto, nonostante la tenera età, ad un palcoscenico di tale livello.

Le scelte di Sarri- Anche le scelte del tecnico toscano sono sembrate non perfettamente conformi alle idee presidenziali, che, però, pur lasciando trasparire un certo malumore, non ha voluto fare esplicito riferimento a chi avrebbe gradito vedere nel rettangolo verde del Bernabeu. 

Considerando che Milik è appena rientrato da un intervento al crociato e Pavoletti, oltre ad essere non ancora perfettamente integrato negli schemi del Napoli, ha all'attivo la bellezza di circa 0 minuti in partite europee, il fatto che il posto da titolare sia stato affidato a Dries Mertens, che nel ruolo da falso nuove non ha mai fatto rimpiangere nemmeno il miglior Higuain, non può destare alcuna perplessità. Certamente ragazzi come Zielinski o Hysaj, costantemente puntato da Ronaldo, hanno sofferto il cosiddetto "medio escenico" del Bernabeu, ma, a dir la verità, il Napoli è uscito a testa altissima dalla trasferta spagnola, con la prospettiva di poter dire ancora la sua in ottica qualificazione, visto il ritorno in un San Paolo che si preannuncia infuocato.

In quell'occasione probabilmente, spinti dal pubblico di casa, i giocatori azzurri mostreranno quell'ardore che, all'occhio del nostro spettatore, giunto in tempo per il solo post- partita, era già presente in questa gara d'andata, ma che secondo il patron sarebbe mancato, determinando una sconfitta bruciante sul campo, seguita, però, da un'ancor più bruciante debacle dinanzi alle telecamere.