NaPolonia è tornata. Al completo. Se da una parte Piotr Zielinski continua a stupire per la naturalezza con la quale si è conquistato il posto da titolare prima di inanellare una serie di prestazioni di altissimo livello, gli azzurri dall'altro canto del fronte polacco aspettavano a braccia aperte e con tantissima voglia il ritorno di Arkadiusz Milik dall'infortunio. Cento giorni dopo l'operazione, l'ex Ajax è tornato ad allenarsi in gruppo, prima di un fisiologico periodo di un paio di settimane dove si è salvaguardato lo stato del suo ginocchio prima di buttarlo nella mischia. 

Madrid, minuto 83, Sarri propende per un Napoli a trazione anteriore nell'intento di dimezzare quantomeno lo svantaggio in vista della gara di ritorno. Milik prende il posto di Pavoletti sulla panchina del Bernabeu, prima di sostituire Hamsik per l'assalto finale. Smania, Arkadio, ha voglia di rimettersi in gioco ed in discussione, di tornare a far vedere le sue immense qualità. Sette minuti più recupero di rodaggio, nelle quali il polacco cerca spesso il dialogo con la sua spalla d'attacco Mertens, rifinitore nel 4-2-3-1 conclusivo che non ha tuttavia dato i frutti sperati in termini di palle gol e accorciare le distanze dai merengues. Tuttavia, l'impatto di Arek sembra dei migliori, e la sensazione di positività riguardo il suo rientro viene confermata a Verona, dove contro una squadra di tutto rispetto, ma di un paio di spanne inferiore rispetto al Real, Arkadiusz disputa venticinque minuti di un livello sublime, facendo aumentare a dismisura i rimpianti per quello che sarebbe potuto essere con lui in campo in questi mesi, ed invece purtroppo non è stato. 

Scatti, protezione della palla, aperture a destra ed a manca, dialogo con i compagni nello stretto e giocate di fino che, se il guardalinee non avesse preso un clamoroso abbaglio, avrebbero portato persino al poker di Giaccherini nel finale. Milik c'è e lo dimostra con rinnovato entusiasmo e straordinaria forza. Il vento dell'Est spinge alle spalle del centravanti polacco, pronto a riprendersi il Napoli, non dal primo minuto tuttavia, sempre con parsimonia. Negli occhi e nella mente quello che è appena accaduto allo sfortunato Florenzi, la voglia, ovviamente, è di evitare necessariamente una ricaduta. La differenza, tuttavia, con lui in campo, seppur per una manciata di minuti, è stata netta, lampante. 

Dieci minuti in Spagna, venticinque contro il Chievo a Verona. Milik scalda i motori in vista della parte decisiva di stagione che sta per arrivare: marzo il mese in cui tornerà, con ogni probabilità, titolare; nel frattempo, tuttavia, arriva l'Atalanta, occasione per mettere ancora più minuti nel suo motore, prima di sfidare la Juventus e di affrontare la Roma all'Olimpico, con il Real Madrid sullo sfondo. Insomma, le motivazioni per rimettersi al pari con i compagni, non mancano affatto. Le sfide, all'indomani del suo ritorno in campo, sono quelle di assoluto prestigio, che ogni calciatore vorrebbe giocare da protagonista. Milik è pronto, Sarri ha finalmente a disposizione la sua freccia polacca.