Il Napoli ne rimase folgorato nell'ormai lontano 2010, in un'anonima partita di Europa League contro l'Utrecht, città famosa per aver dato i natali al grande Marco Van Basten, ma sede di una squadra olandese di metà classifica. In quel match, finito con un roboante 3-3 e ricordato soprattutto per una rete di Cavani quasi dalla linea di fondo, cominciava a brillare la stella di Dries Mertens, belga di Lovanio, che, data la giovane età, appena 22 anni, si era appena approcciato al panorama calcistico europeo.

Sono passati 7 anni, il belga è ormai un giocatore del Napoli da 4 stagioni, da quando, precisamente, Rafa Benitez lo chiamò al fine di costruire una squadra che, a differenza del modello mazzarriano, potesse realmente essere competitiva in Europa. Grande abilità nel dribbling, ottima visione di gioco, velocità di base elevata, non è mai stato un realizzatore. Pardon, non lo era mai stato fino alla stagione in corso.

Da falso a vero nueve - Non lo era mai stato fino a quando Sarri, soprattutto per cause di forza maggiore determinate dall'infortunio di Milik e dalla scarsa verve di un Gabbiadini con la valigia, non decideva di schierarlo centravanti. Un falso nove trasformatosi in vero centravanti con l'andare dei mesi: risultato raggiunto realizzando 20 gol in campionato e 5 in Champions League. 

Paradossalmente, però, proprio questa trasformazione potrebbe essere uno dei motivi dell'addio: lo slot di centravanti puro per la prossima annata, a meno di sorprese, dovrebbe essere occupata da Milik, in lenta ripresa dopo l'infortunio, e Pavoletti, non più giovanissimo, ma acquistato dal Napoli per poter avere fisicità soprattutto a partita in corso. L'impossibilità, almeno teorica stando al momento attuale, di giocare in un ruolo che ormai sente suo ed il conseguente rischio di ritrovarsi a rivestire i gradi di rincalzo di lusso dietro ad Insigne (che, invece, appare vicinissimo al rinnovo n.d.r) potrebbero, quindi, spingere il belga a cambiare aria, destinazione Oriente o Premier League.

La Cina è vicina - Le uniche offerte reali pervenute al Napoli, infatti, sarebbero state formulate dall'Estremo Oriente durante la finestra di trasferimenti invernale: una serie di squadre avrebbero tentato di strappare il giocatore alla società del presidente De Laurentiis con proposte vicine ai 30 milioni di euro e con un ingaggio quadruplicato per un attaccante ormai alle soglie dei trent'anni. Proprio la carta d'identità potrebbe essere un ulteriore elemento rilevante ai fini della gestione della questione tra le parti: Mertens, oltre a voler tentare un'esperienza in un nuovo campionato, è consapevole di trovarsi in un'età in cui poter strappare l'ultimo grande contratto dal punto di vista pecuniario; il Napoli, a sua volta, non può fare a meno di ragionare sul fatto che 25/30 milioni per un giocatore anagraficamente non più verdissimo potrebbero fare molto comodo, anche consentendo di risparmiare sull'ingaggio.

Il nodo ingaggio -  L'ingaggio, che a dicembre scorso sembrava oramai definito con un raddoppio fino ai 2,5 milioni di euro, non basta più al folletto belga. In parte la grande stagione di cui si sta rendendo protagonista, in parte le avances provenienti da qualche squadra inglese e, in parte, la volontà della moglie che sembra vogliosa di cambiare aria, hanno portato Mertens a chiedere qualcosa in più. Il Napoli che, in un primo momento, era sembrato volerlo accontentare, sembra aver tirato il freno, anche considerando che alla richiesta di circa 3,5 milioni si accompagnerebbe un prolungamento quadriennale del contratto. Forse troppo per un giocatore, seppur determinante, di 30 anni.

Queste riflessioni della società e dello stesso giocatore, di cui non può dubitarsi l'attaccamento alla maglia azzurra, giungeranno presto ad una soluzione definitiva: l'eventuale partenza del belga aprirebbe un vuoto sulle corsie laterali, costringendo Giuntoli alla ricerca di un profilo giovane, ma già pronto sia tecnicamente che tatticamente. Le ultime voci darebbero come papabili sostituti Castillejo, esterno destro classe '95 del Villareal, oppure Denis Suarez di cui, però, il Barcellona non sembra aver intenzione di privarsi.