Tre sfide stagionali alle spalle, un pareggio - difficile da decifrare tra la delusione e la soddisfazione - e due sconfitte, amare, da digerire. Il Napoli volge lo sguardo al quarto capitolo stagionale della saga della sfida contro la Juventus, valevole stavolta per la gara di ritorno di Coppa Italia. Il 3-1 dell'andata obbliga la squadra di casa ad agire fin dalle prime battute di gioco per ribaltare l'inerzia del doppio confronto, senza tuttavia sbilanciarsi eccessivamente concedendo ai bianconeri quelle ripartenze che qualche ora fa non sono state quasi mai concesse sul manto erboso del San Paolo. 

L'1-1 di campionato lascia - seppur vagamente dati i presupposti differenti delle due sfide - qualche indicazione di tipo tattico sul tipo di piano gara che i piemontesi potrebbero seguire domani sera a Fuorigrotta. Difficile vedere le barricate - sotto forma delle due linee Maginot - appositamente piazzate a ridosso della trequarti difensiva dal 10' al 90', con Allegri che, sebbene abbia intenzione di preservare ancora qualche energia sia fisica che mentale per il prosieguo della stagione, volgerà lo sguardo a dei contropiede ben più ficcanti e decisi, con il probabilissimo inserimento di Cuadrado e, forse, di Dybala alle spalle dell'isolatissimo Higuain visto non più tardi di quarantott'ore fa.

Di contro, il Napoli come detto avrà l'esigenza di provare a sbloccare quanto prima il punteggio, provando a far eruttare quanto prima il catino partenopeo, arma da non sottovalutare affatto nell'aspetto psicologico dell'incontro. Per farlo, rispetto alla gara appena svoltasi, Sarri medita un cambio di interpreti e, in parte, di filosofia di gioco: lo 0-0 di partenza della contesa di due giorni fa ha permesso al toscano di Figline Valdarno di non forzare eccessivamente la mano tatticamente se non a ripresa inoltrata, il doppio svantaggio di coppa costringerà, necessariamente, il tecnico di casa, ad utilizzare armi differenti per scardinare il bunker juventino. 

In primis, le scelte dovrebbero ricadere su Ghoulam rispetto a Strinic sull'out mancino - anche se la scelta cozza clamorosamente con l'utilizzo di Cuadrado su quella corsia - e, in mediana, quella di Zielinski in luogo di Allan: il polacco è decisamente più offensivo rispetto al pari ruolo brasiliano e, inoltre, aggiunge una buona dose di imprevedibilità sia palla al piede che negli inserimenti senza la sfera. Da non sottovalutare, inoltre, l'aspetto legato alle conclusioni dalla distanza o dal limite, freccia che raramente il Napoli ha usato nel posticipo domenicale se non con Insigne e rarissimamente con Hamsik e Mertens, con pessimi risultati. Gli ultimi due posti da titolare liberi in mediana dovrebbero essere presi rispettivamente dallo slovacco, qualora dovesse recuperare, e da Diawara, equilibratore naturale quando le due mezzali sono principalmente di spinta, soprattutto qualora Allegri dovesse ricorrere a Dybala tra le linee. 

Decisamente maggiori, invece, i dubbi che riguardano il reparto offensivo. Soprattutto nel primo tempo, quando gli azzurri ripetutamente hanno sbattuto la testa contro le linee difensive bianconere, la necessità di un ariete di peso davanti si è fatta decisamente sentire. L'utilizzo di Milik dal primo minuto, in tal senso, non è affatto sforzo di pura fantasia, anzi, il polacco smania all'idea di scendere in campo dall'inizio per ritrovare feeling con il campo e dare manforte ad un reparto che, sebbene stia colmando al meglio la sua assenza, sembra essere paradossalmente monotematico. Per un Milik che entra, però, c'è il dilemma su chi, del trio dei funamboli, deve fargli posto. Scelta più facile a dirsi che a farsi, con Sarri che ha l'esigenza di scardinare, nel minor tempo possibile, la retroguardia rivale che, con ogni probabilità, punterà ancora una volta a togliere la profondità ai padroni di casa, come ha fatto in tutti gli appuntamenti fin qui andati in scena. 

La prima soluzione, con Milik al posto di Mertens - Foto Footballuser

La soluzione più facile sarebbe quella di tornare a utilizzare Mertens in corso d'opera, ma gli aspetti tattici della sfida potrebbero spingere Sarri ad una clamorosa esclusione. Sia presupposta l'imprescindibilità tattica di José Callejon nel gioco del Napoli, lo spagnolo ha sempre avuto particolari problemi nell'affrontare squadre che si difendono al limite dell'area di rigore, sebbene sia quasi sempre riuscito a ritagliarsi degli spazi utili per rendersi pericoloso. L'alternativa potrebbe dunque essere rappresentata dall'utilizzo di Insigne e Mertens sulle corsie laterali, mossa che potrebbe dare ancor meno punti di riferimento alla difesa della Juve, che ha sempre dato un occhio di riguardo alle trame sviluppatesi sulla corsia di sinistra dei partenopei. 

La seconda soluzione, con Mertens al posto di Callejon
La seconda soluzione, con Mertens al posto di Callejon
La terza soluzione, con il 4-2-3-1 e Milik al posto di una mezzala
La terza soluzione, con il 4-2-3-1 e Milik al posto di una mezzala

L'uso dei due esterni potrebbe consentire al Napoli di sfruttare maggiormente le corsie laterali e, di conseguenza, allargare ancora di più il gioco sulle fasce, allarmando ancor di più la difesa bianconera sia sul belga che su Insigne, lasciando maggiori spazi centralmente alle incursioni sia di Hamsik che Zielinski. Difficile, certo, come detto, fare a meno di Callejon, ma nella faretra di possibilità a disposizione di Sarri, questa soluzione è tutt'altro che da scartare a priori. Impossibile, o quasi, invece, che il tecnico partenopeo si affidi già dalle prime battute ad un 4-2-3-1 all'arma bianca, con il trio di bassotti alle spalle di Milik, esponendo la sua squadra ai costanti contrattacchi juventini. 

Il dado è tratto. Ventiquattro ore separano Napoli e Juventus dal quarto appuntamento stagionale. Milik scalpita, i tre esterni anche. Ribaltone o meno, il Napoli ci proverà ancora una volta con tutte le sue forze. Se ci riuscirà o meno, a raggiungere la finale di Roma, lo scopriremo soltanto domani sera.