Tra campionato e futuro, Maurizio Sarri si è presentato quest'oggi nella sala stampa di Castelvolturno per presentare i temi della sfida che domani sera vedrà il suo Napoli impegnato nel posticipo serale contro l'Udinese di Gigi Delneri. Gara molto importante per i partenopei per continuare la rincorsa al secondo posto occupato dalla Roma di Luciano Spalletti, con il tecnico toscano che parte proprio dall'argomento dei preliminari di Champions League da evitare assolutamente. 

"Le squadre italiane nei preliminari hanno tantissime difficoltà. Anzi, negli ultimi anni non si tratta di difficoltà, sono state tutte eliminate, noi compresi. In Italia non si può iniziare prima, è impossibile pensare che si possa farlo. Sarebbe innaturale, sarebbe un brutto spot per il calcio italiano, perché una partita ad inizio agosto fatta qui non sarebbe il massimo per vendere il prodotto". 

Successivamente, sul bilancio stagionale, e sulla provocazione oramai solita della necessità di colmare l'ultimo step di crescita per provare ad insidiare la Juventus, Sarri risponde, piccato, così: "Stiamo facendo benissimo, non ci manca niente. Ho preso una squadra che aveva fatto 64 punti, ora ne abbiamo sessantasette a sette giornate dalla fine, continuiamo a migliorare. Abbiamo vinto un girone di Champions, risultato mai fatto prima da questa società, poi siamo usciti contro la squadra campione del mondo; siamo andati fuori in coppa italia in semifinale contro la squadra che domina in Italia da svariati anni. Non vedo nulla cosa manca, ci quadra tutto. Stiamo facendo un percorso di crescita, lo stiamo facendo molto bene. Chiaro che se facciamo il paragone con le migliori squadre del mondo ci manca qualcosa". 

L'attenzione si sposta successivamente sulla sfida all'Udinese, che il tecnico non sottovaluta affatto: "Affrontiamo una squadra forte, che ha un grande allenatore ed un ottimo organico e buone potenzialità offensive, che si sta esprimendo al suo massimo. Ha inoltre buona solidità, sta subendo relativamente poco. E' inevitabile che Delneri ci abbia messo la sua mano, perché sta rendendo molto e sta esprimendo tutte le potenzialità che ha a disposizione. E' una partita tutt'altro che facile, anche perché noi veniamo da tre partite dure da digerire, che ti può far spegnere un poco la testa. Dobbiamo essere bravi a non cadere in questa trappola". Dall'aspetto generale al particolare rappresentato dalla presenza dell'ex di turno Duvan Zapata: "E' un giocatore molto forte, che giocarci contro crea tantissime problematiche. E' uno che nella nostra squadra potrebbe darci un'alternativa di gioco, per la sua fisicità, unita ad una discreta velocità, ma ha deciso per un altro percorso. Se si appoggia all'avversario diventa estremamente pericoloso". 

Ritornando alla corsa al secondo posto, Sarri parla così del parallelo tra la sua squadra e chi la precede: "Sono due squadre che hanno fatto percorsi simili, la Roma ha qualche punto in più in classifica. Noi non possiamo sbagliare niente, è chiaro che il vantaggio è importante. Non è determinante, ma è comunque un gap importante. Noi non dobbiamo sbagliare nulla, oltre a sperare in qualche sconfitta loro".

Il toscano risponde inoltre con la solita sincerità alla domanda su cosa gli piacerebbe vincere, prima di spostare l'analisi su quali aspetti possa migliorare la sua squadra per arrivarci: "Cosa vorrei vincere nel breve non lo so. Per mentalità mi piacciono molto di più le competizioni piene che quelle ad eliminazione diretta, dove c'è una componente di episodi che incide molto di più rispetto al campionato. Per mentalità mi appagherebbe di più vincere un campionato. Come si arriva a vincere? Sono convinto che con la nostra filosofia si possa far bene, dove il bene è sempre relativo alle nostre aspettative. Dipende sempre da cosa ci si aspetta, il Napoli sta facendo un percorso, con un suo modo di giocare e di vedere il calcio, che può essere vincente o meno. Il calcio ci fa vedere questo e altro, in questo gioco si può vincere in tutti i modi". 

Mentalità, quella citata da Sarri, che si può creare solo nel tempo, che non si trova a terra da un momento ad un altro. Nella formazione della stessa, tuttavia, devono corrispondere tuttavia tanti determinati fattori, non esclusivamente quello di campo per il tecnico partenopeo: "Deve crescere tutto l'ambiente, perché i punti in classifica non vengono soltanto dal campo. Rimanere a questo livello per tanti anni è difficile. Certo è che o inizi a diventare anche vincente o inevitabilmente si fa un passo indietro. La stragrande maggioranza di punti si fanno in campo, poi ci sono degli accorgimenti che ti portano punti anche da altre parti". 

Infine, una battuta sul suo futuro, tutt'altro che recente: "Se vinco lo scudetto vado in pensione? A me piacerebbe molto un'esperienza all'estero".