E' il solito Aurelio De Laurentiis quello che, in mattinata, da Los Angeles, è intervenuto ai microfoni di Radio 24 per parlare delle ultime gesta del suo Napoli, ovviamente, ma anche della situazione del calcio italiano, in generale. Frasi e parole mai banali quelle dell'imprenditore numero uno del sodalizio partenopeo, che ha così aperto le danze: "Il sistema calcio non è in crisi, sono in crisi gli uomini che conducono le danze di calcio, quello di serie A, che è un'industria, ma lo conducono con una mentalità vecchia di 20-30 anni, e questa non paga più perché l'Europa è cambiata. C'è un divario tra il calcio europeo e quello italiano. Nel 1986 le squadre in serie A erano 16, poi siamo arrivati a 20. Se fossero ancora 16 con un sola retrocessione, sarebbero tutti più felici e più competitivi".

Competitività e numero di squadre iscritte al campionato, ma non solo: "Poi c'è un altro problema, Infront dice di portare tanti soldi, ma dice tante bugie. Va bene alle piccole squadre, ma non a chi vorrebbe un calcio competitivo. Nell'ultimo mercato si sono spesi centinaia di milioni. Prima quando uno faceva un'operazione da 50-60 milioni sembrava chissà che operazione avesse fatto, oggi è diventata una follia. Tutto questo pone un problema al calcio italiano, che è molto indietro. Gli spagnoli hanno un ad che la vede lunga e in 3 anni ha risanato il loro calcio. La Liga per l'estero prende 700 milioni, noi dobbiamo accontentari di 300 o 400 milioni. Se De Siervo (ad di Infront, ndr) non è capace di guidare una Ferrari e invece vuol dimostrare di guidare una Fiat, ha sbagliato casa, riesce ad accontentare solo le piccole squadre che hanno paura di non arrivare alla fine del mese. C'è un problema da distinguere tra economico e finanziario. Per pagare il finanziario delle piccole squadre, dobbiamo rinunciare all'economico". 

Si parla anche di calcio giocato e del suo Napoli, impegnato domani pomeriggio a Ferrara contro la Spal. Tuttavia, lo sguardo non può non tornare all'impresa dell'Olimpico, di rimonta, con la gemma di Mertens incastonata nella storia del campionato: "Non me lo aspettavo. Ho visto che si girava e poi ho visto il pallone entrare nell'angolo destro della porta. Sono rimasto basito, incantato. Ho sublimato questa sensazione gustandola questa sensazione per qualche minuto, non ci credevo, è stato molto bello". Ed ancora, un aneddoto sul modo in cui ha vissuto la gara: "Ogni tanto mi portavano il caffè fatto con la moka e una miscela di Torre Annunziata particolare e non mi sono accorto di quanti caffè stavo bevendo, ad un certo punto mi sono venute anche le palpitazioni con questo gol meraviglioso. Se gli farò un regalo? Ce lo ha già fatto lui a noi, sarebbe una cafonata dover rispondere al regalo". 

Infine, la solita domanda. Inevitabile non parlare del sogno scudetto. Questa la chiosa del patron De Laurentiis: "Ho una teca piena di corni a casa. Si dice che non bisogna farli vedere perché si scaricano, a me piace farli vedere e caricarli dell'indivia altrui".