Un calcio alle critiche. Due gol per spazzare via quell'aura di negatività attorno al suo conto. Che fine ha fatto il vero Zielinski? In un attimo, anzi, in quattro giorni, fugati tutti i dubbi sul talento polacco. Mai una parola fuori posto, mai una faccia storta, un mugugno: testa bassa e lavorare, per imparare dai migliori - Hamsik, per sua stessa ammissione - e puntare al Gotha del calcio Mondiale. Piotr Zielinski prova a riprendersi il Napoli, dopo un fisiologico calo di forma che lo ha condizionato nell'ultimo mese. Il gol al Milan per sbloccarsi, poi quello allo Shakhtar, il primo in carriera in Champions League, dopo la solita discesa libera. 

Ed ora, come tenerlo fuori? L'effetto Zielinski è trascinante, il Napoli sente di aver bisogno delle sue accelerazioni, dei suoi strappi, soprattutto quando le squadre avversarie si rintanano nella propria trequarti. Dall'approccio morbido e apparentemente spaesato, a quello decisivo, grintoso, caparbio, contro il Diavolo: il giovane polacco ex Empoli si prende la scena, in contropiede, dialoga con Mertens e, a tu per tu con Donnarumma, non sbaglia. Il copione si ripete qualche ora più tardi, stavolta però la posizione di partenza è differente, seppur simile. Se contro i rossoneri aveva preso il posto di Hamsik sul centro sinistra, con Allan a dare manforte alla fase di copertura dalla parte opposta, contro gli ucraini Zielinski è stato schierato da Sarri in luogo di Insigne. Duttilità, intelligenza; fosforo ma soprattutto qualità, quelle palla al piede, che ne fanno un giocatore unico. Come Hamsik vecchio stile, agli albori della sua carriera partenopea, Zielu spezza in due il raddoppio dei mediani rivali, serve il taglio di Mertens - ancora lui - e ne riceve il dono già confezionato, da spedire soltanto nel sacco. Detto, fatto. 

Soluzioni alternative, quelle a disposizione di Maurizio Sarri, che potrebbero fare al caso del tecnico toscano nella trasferta di Udine, soprattutto voltando fisiologicamente lo sguardo alla sfida di venerdì sera contro la Juventus al San Paolo. Difficile concedere un turno di riposo dal primo minuto ad Hamsik ed Insigne; molto più probabile invece che a gara in corso, come spesso accade, il tecnico possa far rifiatare il capitano slovacco aggiornando la mediana con Zielinski ed Allan accanto a Jorginho, oltre ad avere un jolly nel mazzo capace di adattarsi anche come esterno di sinistra nel tridente offensivo. Insomma, mezzala destra o sinistra, all'occorrenza attaccante e uomo ovunque: a Udine, contro i friulani, Piotr va in cerca del tris.