"Beppe aveva l’accordo da tempo con Ferrero solo che non me lo diceva. Se mi avesse detto “Presidente, voglio andare alla Sampdoria”, io l’avrei fatto andare subito. Avevo libero Donadoni, avevo libero Guidolin, potevo prendere uno di loro".

E' un Maurizio Zamparini al veleno quello che ieri ha raccontato in conferenza stampa alcuni aneddoti che riguardano la vicenda del licenziamento di Beppe Iachini. Il focoso presidente ex Venezia, tra le altre cose, ha poi proseguito nel racconto della vicenda, impreziosendola con un altro retroscena che fa riferimento alla settimana precedente l'ultima vittoria del Palermo contro il Genoa. 

"A un certo punto non si è presentato all’allenamento prima della partita contro il Genoa, quella che abbiamo vinto per c**o. Credo non si sia presentato né mercoledì né giovedì, voleva essere esonerato, sperava nel mio esonero. E la cosa non va bene". Non solo. Arriva anche la stoccata definitiva, per mettere i tifosi rosanero al corrente della situazione: "Io a Beppe voglio bene come un figlio, gli vorrei insegnare le cose della vita, ma lui non vuole apprendere. I tifosi del Palermo devono sapere che Beppe voleva fare questa vigliaccata. Voleva abbandonarci, andare alla Sampdoria perché, a suo parere, non eravamo competitivi". 

Tutto finito? Macchè. Il fiume Zamparini è in piena e straripa portando il discorso anche sulla questione relativa alla cessione di Paulo Dybala, mettendo a nudo anche le vicende che ci sono dietro un trasferimento così importante di un calciatore: "Voglio denunciare Mascardi, la Pencilhill e quell'accolita di delinquenti che lavora al di fuori delle regole del calcio. Tale Rebasa, che vantava 2,8 milioni di diritti sul giocatore, mi disse di fare l’operazione per tramite della Pluriel, ma era un contratto per fregare Dybala".

Ed ancora: "Quando ho ceduto Dybala alla Juventus, il giocatore mi ha portato due documenti: il primo attesta che di quei 2,8 milioni, solo 0,8 vanno ai procuratori. L'altro invece è di Mascardi, che gli ha promesso un milione. Nessuno gli ha dato niente e per la cessione alla Juventus mi ha chiesto questi soldi. Noi obtorto collo abbiamo accettato, ma non basta. Una volta visti i documenti ho chiamato l'avvocato Pilla, che ha negato di aver lavorato con Rebasa e mi ha chiesto i 2,8 milioni. Ha fatto causa al Tas e ha vinto, adesso spero che mi chiami in tribunale perché è un delinquente".

Dal caso Dybala al precedente di Pastore: "Ho comprato Pastore per 6,5 milioni la metà del cartellino. Simonian aveva un documento che attestava la mia possibilità di riscattare la sua metà per nove milioni, cosa che ho fatto. Siamo arrivati alla cessione di Pastore e Simonian, bluffando, ha preteso 18 milioni per la firma, che già era arrivata. Avrei dovuto tenere duro, abbiamo invece trovato un accomodamento a 15 milioni, dunque me ne ha rubati sei".

In chiusura, come se non bastasse, il patron rivive anche la questione relativa alla breve parentesi di Ballardini: "Ballardini fa la sua difesa contro Sorrentino e spero finisca in un nulla di fatto". Mentre sul futuro glissa così: "Sto cercando da tempo un supporto economico e penso che arriverà per fare tutto, anche lo stadio, senza l'aiuto del credito sportivo. Ma vorrei anche che si facesse avanti qualche imprenditore palermitano".