Il Palermo di Roberto De Zerbi comincia a prendere forma: l'1-1 ottenuto sul neutro di Pescara contro il Crotone è frutto di un sistema e di idee di gioco che l'ex allenatore del Foggia ha cominciato a trasmettere alla squadra. Tanto possesso palla, terzini in costante spinta sulle fasce ed esterni di attacco pronti ad accentrarsi per favorire gli inserimenti dei centrocampisti.

Il Palermo visto ieri è stato questo praticamente per tutta la partita, sia nel primo che nel secondo tempo. La differenza però tra la prima e la seconda metà della gara è stata nel punteggio. Il gol dei calabresi ha ovviamente obbligato il Palermo ad attaccare con più veemenza e, nonostante un Crotone sempre molto attento e ben barricato in difesa, alla fine i rosa hanno anche rischiato di vincerla.

Ancora una volta c'è stato un accorgimento tattico tra primo e secondo tempo, proprio come contro il Napoli, che ha permesso ai rosanero, questa volta, di migliorare il proprio gioco. Il 4-3-3 iniziale obbligava tanto Rispoli che Aleesami ad occuparsi anche della fase difensiva, cosa nella quale nessuno dei due eccelle. A causa proprio di questi compiti, entrambi non riuscivano ad essere determinanti nell'altra metà campo, permettendo dunque agli avversari di chiudersi bene al centro e rendere sterile il possesso palla siciliano.

Sul gol subito, il povero De Zerbi non ha grosse responsabilità: la prima respinta di Gonzalez è arrivata puntuale. Dopo di che, lo stesso centrale non ha potuto continuare a seguire il suo uomo per evitare a Palladino di calciare in porta, sperando però che il compagno di reparto, Rajkovic, chiudesse su Falcinelli. La mancanza del centrale serbo ha invece permesso ai pitagorici di passare in vantaggio, nonostante una buona uscita di Posavec, vanificata dall'intervento scomposto ancora di Rajkovic.

A questo punto, il Crotone continua a fare il proprio gioco, escludendo però le sortire offensive dai propri schemi. Il Palermo ha così potuto continuare il proprio possesso palla senza trovare sbocchi.

Nella ripresa, arriva come detto il cambio tattico: De Zerbi decide di spostare Gazzi dietro e schierare i suoi con un 3-5-2, molto utile per spingere sulle fasce con Aleesami soprattutto, e che gli permette di avere la superiorità numerica proprio a centrocampo. A questo punto il gioco è fatto: Rispoli e Aleesami allargano le maglie calabre, Hiljiemark ed Embalo hanno la possibilità di inserirsi e improvvisamente, lo sterile possesso palla diventa efficace. Tanto che arriva il gol di Nestorovski, proprio su assist di Aleesami.

La rete del macedone diventa fondamentale per il prosieguo del cammino palermitano: alla prima partita contro una diretta concorrente (prime tre giornate contro squadre finite almeno tra le prime 7 della classifica), con compagni e moduli più propensi ad attaccare, Ilija ha fatto gol, ha tirato in porta e cercato più volte delle conclusioni da fuori. Vero, ha tolto una palla ad Embalo molto invitante, ma in questo caso si tratta di mancanza di conoscenza reciproca che, con il tempo, arriverà.

Detto ciò, per il Palermo si tratta di un buon punto. Non tanto per il risultato in sé e per sé, ma per il modo in cui è arrivato: i siciliani hanno sempre avuto in mano il pallino del gioco e, nonostante lo svantaggio, hanno avuto una reazione importante, fuori casa, in un ambiente surreale, e soprattutto, con un allenatore che siede in panchina da 10 giorni.

Avere quindi una visione ottimistica per questa squadra non è più una follia: contro l'Atalanta, squadra in crisi di identità e risultati, è possibile pensare alla vittoria, la prima di questo campionato.  

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Alberto Prestileo
Folle amante de "el Flaco", vivo però per la palla a spicchi e per Sua Maestà, Roger Federer