Si è concluso con un rigore il 2016 del Palermo. Uno degli anni più pazzi e con meno metodo da parte della compagine rosanero, in un turbinio di cambi in panchina, di sfuriate presidenziali, di un paio di sessioni di mercato a dir poco scadenti e di una chiusura all'insegna dell'austerità. Di denaro investito ma anche di qualità e, di conseguenza, di punti in classifica. Sono nove quelli conquistati dalla compagine affidata ad Eugenio Corini in vista dell'ultima giornata del girone di andata. Da uno scontro diretto all'altro, visto che dopo l'amaro pareggio di Pescara la truppa palermitana sarà di scena al "Carlo Castellani", contro quell'Empoli che lo precede in classifica di quattro punti, fissando quella che, in questo momento, è la deadline per garantirsi un altro anno tra i grandi.

Contro il Pescara c'è stato un passo indietro rispetto a quanto si è visto quattro giorni prima in quel di Marassi. Sarà che contro gli uomini di mister Oddo il Palermo è andato in vantaggio, anzichè ritrovarsi costretto ad inseguire com'è successo sul campo del Genoa. Sarà che, una volta trovato il gol dell'1-0 grazie alla fuga per la vittoria di Quaison, i rosa si sono fisiologicamente rilassati e abbassati, memori anche dei grandi sforzi per ribaltare il punteggio al "Ferraris" e quindi costretti a centellinare le energie per gestire il vantaggio ottenuto in maniera meritata. In ogni caso, il fatto di aver creato una sola palla gol nella ripresa, e per giunta su un calcio piazzato in cui Nestorovski non ha trovato lo specchio della porta per una questione di centimetri, costringe il Palermo a recitare il mea culpa per aver visto sfumare quella che sarebbe stata la prima vittoria casalinga del campionato. La seconda in tutta la stagione, se consideriamo il sinistro vincente di Chochev in coppa Italia contro il Bari, alla vigilia del Ferragosto.

Troppo poco ha creato il Palermo per garantirsi e per meritare di portare a casa l'intera posta in palio contro un Pescara, che ha saputo compattarsi e trovare energie importanti dopo il netto ko interno col Bologna e la forte contestazione subita, che ha indotto il club a partire in ritiro prima di dirigersi in Sicilia. E troppo poca, o comunque non sufficiente, è stata l'energia e la grinta messa in campo dagli uomini guidati da Eugenio Corini per difendere l'esiguo vantaggio. A dire il vero gli abruzzesi non hanno creato grossi pericoli alla porta difesa da Posavec, quasi del tutto inoperoso fatta eccezione per la situazione del gol annullato - probabilmente in maniera ingiusta - a Fornasier. Nulla da segnalare fino al minuto 90, numero che ancora una volta ha assunto i caratteri della paura quando Gonzalez ha affondato con troppa vigoria il tackle nei confronti di Caprari. Massa non ha potuto esimersi dal concedere il rigore, trasformato con freddezza da Biraghi. La stessa freddezza dimostrata dal pubblico nei confronti dei propri beniamini al triplice fischio, dopo aver tremato per via della chance colossale capitata tra i piedi di Memushaj dopo il pareggio: una situazione nella quale il tanto criticato Posavec ha tolto, per una volta, le castagne dal fuoco.

Dunque, il Palermo effettua un passo in avanti in classifica ma anche uno indietro sotto diversi aspetti. Quello della convinzione prima ancora che del gioco, quest'ultimo sotto la fin qui breve gestione Corini non si è visto, se non a sprazzi. Ora un paio di settimane per radunare le forze, per tornare a comporre un gruppo unito e intenzionato a dare il massimo per raggiungere l'obiettivo di una stagione intera. Partendo da due trasferte, quella già menzionata di Empoli e quella che aprirà il girone di ritorno sul campo del Sassuolo, sulla carta complicate e insidiose ma nelle quali si può fare qualcosa di importante.