Eugenio Corini riavvolge il nastro e ripensa a un 2016 che lo ha visto affrontare un doppio ritorno. Quello sulla panchina in veste di allenatore, e quello forse ancor più bello sulla panchina del Palermo. In un'intervista realizzata per il sito ufficiale del club siciliano, il successore di Roberto De Zerbi sulla panchina rosanero ha fatto capire quanto sia stato tornare sulla panchina della squadra in cui ha scritto pagine importanti della sua carriera e della storia del club: "È stato un anno di studio - ha dichiarato Corini - , c'è sempre da migliorare nella propria professione, conoscere le squadre, i calciatori e poi attendere la chiamata. Questa chiamata è arrivata, da una società che amo profondamente e con cui ho avuto modo di sviluppare delle stagioni da calciatore. Ero consapevole delle difficoltà che avrei incontrato, sono venuto qua con grande voglia di raggiungere un obiettivo sicuramente difficile, ma per il quale abbiamo tutte le qualità per farcela. Questo è lo spirito che abbiamo io, i miei collaboratori e tutti gli elementi della squadra, oltre all'ambiente in generale".

Il momento più bello del 2016 di Corini è stato con ogni probabilità il giorno del ritorno al "Renzo Barbera", quella che è stata la sua casa per quattro anni. La partita contro il Chievo è poi andata male, ma quel pomeriggio deve fare da viatico sul piano ambientale, in vista delle prossime battaglie che attendono il Palermo: "Ho provato una grande emozione, per me Palermo rappresenta qualcosa di straordinario. Poi ho pensato a cosa avrei potuto fare per migliorare lo stato delle cose, le difficoltà che la squadra stava vivendo. E questo processo è venuto subito dopo aver vissuto le emozioni per la chiamata che ho ricevuto, e la possibilità di allenare il Palermo. Penso che ci sia sempre una parte importante che ogni persona debba avere dentro di sè, di reagire alla difficoltà: è lì che si dimostra la propria forza, questi ragazzi ce l'hanno e tocca a me stimolarla e continuare a farlo. I ragazzi hanno qualità importanti, dal punto di vista tecnico e morale, e dovranno tirarle fuori per portare in salvo la squadra".

Proprio al pubblico si affida Corini per rilanciare le ambizioni di un Palermo che vuole continuare a giocare nella massima serie: "Io dicevo spesso che in quei bellissimi anni noi partivamo da 1-0 proprio grazie alla spinta che il pubblico ci dava, era straordinario. L'atto di fede e di amore di chi è venuto a vederci contro il Chievo è stato straordinario, purtroppo abbiamo sofferto tutti insieme per una giornata che poi è diventata negativa, io ho sempre detto che la mia speranza è quella di vedere nella partita successiva almeno uno spettatore in più rispetto a quella precedente, questo deve essere lo spirito che dobbiamo seguire. Possiamo raggiungere l'obiettivo solo grazie all'amore della gente".

Natale è passato, ma Eugenio Corini vorrebbe scartare un altro pacco regalo, il cui contenuto appare scontato ma è ovviamente molto significativo: "Vorremmo festeggiare la permanenza del Palermo in una categoria che è stata conquistata tanti anni fa, che ha meritato e che la città e la tifoseria meritano. Quindi una bella lettera con scritto 'serie A' vorrebbe dire aver raggiunto il nostro obiettivo. La gara di Empoli? È uno scontro diretto, di conseguenza è molto importante. Lo sono tutte le partite, ma in chiave salvezza gli scontri diretti acquisiscono quel valore in più. L'Empoli è un'ottima squadra, gioca un bel calcio e li affrontiamo in casa loro, ma andremo ad affrontarli con l'atteggiamento giusto e la voglia di ottenere un risultato positivo".

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