La fine di una favola porta con sè sconforto, rassegnazione, rabbia, stupore. Quando un capitolo si chiude in modo negativo, i nodi vengono al pettine e possono talvolta recare brutte sorprese. La storia recente del Parma è un film tragico che rischia di arrivare all'ultimo passo, la retrocessione, peggio ancora il fallimento. Le porte chiuse dell'Europa, per mancati pagamenti, l'addio di Ghirardi e l'arrivo di Taci, un frullato di eventi prima della triste verità, finanziariamente il Parma è a pezzi. 

Nemmeno l'approdo dell'albanese alla guida del club lancia segnali di risveglio. Gli acquisti di Varela, Rodriguez, Nocerino non cancellano i problemi societari e l'ammutinamento è a un passo, con tanti giocatori con le valigie in mano. In principio Cassano, scontro al vetriolo con Donadoni attraverso social e carta stampata, ora Paletta, Lodi, Galloppa. 

Il centrale si accasa in queste ore al Milan (al suo posto Canini), gli altri puntano a trovare rapidamente una soluzione. Si passa dal pagamento degli stipendi arretrati, una decina di giorni per calmare le acque, ma la situazione è ormai insostenibile e anche gli innesti di gennaio patiscono il momento e il clima. Queste le parole di Rodrguez “Da fuori non si sanno molte cose, io ad esempio credevo che il problema della squadra fosse solo di risultati, le difficoltà in classifica, però non è solo quello. Non sapevo che i giocatori fossero in arretrato con gli stipendi di sei mesi. Non sono pentito di essere venuto qui: è un momento difficile ma voglio dare il massimo per cercare di salvare il Parma: se ci salviamo, ci salviamo tutti, se invece muoriamo, muoriamo tutti”.

A reggere il muro ducale resta Donadoni, travolto dalla tempesta, ma àncorato alla panchina da un senso di onore, orgoglio, professionalità. Uomo di sport il tecnico, uomo di valori. Troppo facile salutare ora, troppo facilitare salutare le responsabilità lavandosi le mani. Resta Donadoni e con lui Nocerino, giocatore di sostanza, di contenuti, in campo e fuori. Il gol, inutile al Milan, poi parole che fanno riflettere. C'è qualcosa che conta più del denaro, in pochi nel mondo del calcio lo ricordano.