Il giorno del Cda, Consiglio di Amministrazione, un giorno delicato, importante. Parlando di Parma, pressochè inutile, perché nessuno dei soci di minoranza è disposto a seguire e ad ascoltare Giampietro Manenti. Vuoti, silenzi, le uniche parole sono quelle del Presidente, attestati di fiducia, promesse, destinate a infrangersi contro la realtà. I soldi non ci sono, il viaggio a Nova Gorica si è rivelato senza costrutto e il Parma è a un bivio fatale, tanto che già domenica è a rischio la gara con l'Udinese. Domani il responso, porte chiuse, questa la scelta all'orizzonte. Non c'è il denaro per garantire il regolare svolgimento della partita. La cassa è in lacrime da tempo e i giocatori, dopo l'annuncio di proroga di Capitan Lucarelli, ieri si sono nuovamente confrontati con il primo uomo della società. Manenti conferma, situazione in via di risoluzione, pochi volti convinti. 

Nel frattempo la Lega monitora la situazione, Pizzarotti si consulta con Tavecchio e Beretta, Tommasi va e viene da Collecchio. Non c'è Leonardi, vittima di un malore nei giorni scorsi. Lunedì la probabile massa in mora da parte dei calciatori, da lì due settimane, per rispondere, questa volta con i fatti, prima dell'altro confronto, quello con la Procura, datato 19 marzo. 

Manenti è alle strette, la parola fine si avvicina, e il sorriso di circostanza non distoglie dalle carte, dai falsi bonifici. I numeri letti da Leonardi e confermati da Manenti sono un bluff, controllati, risultano inesistenti. La realtà è invece ben evidente, il Parma è sul baratro e l'impressione è che nessuno voglia realmente salvarlo. 

Fonte Gazzetta dello Sport